CAPITOLO 19

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Capitolo 19: Portland, ME, USA

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IVORY

-L'hamburger di oggi è piuttosto mangiabile, non credete?- faccio a un certo punto. Dean si affretta ad annuire. -Passabile- borbotta Leila, lanciando un'occhiata interrogativa ai nostri altri due amici.

Samantha e Samuel sono seduti rispettivamente alle due estremità del tavolo della mensa, e non hanno spiccicato parola da almeno una ventina di minuti.

Se posso aggiungere, la prima oggi sembrava piú incazzata del solito.

Samuel invece è dalla seconda ora che spacca matite a metà.

Mentre l'Homecoming comincia a diventare un ricordo sbiadito di qualcosa che è accaduto tre giorni fa, l'atmosfera di tensione sembra invece sempre piú intensa.

Il biondo alza gli occhi dal proprio vassoio e si volta verso di me, dipingendo un sorriso forzato.

-Ivy, potresti chiedere a Samantha di passarmi il sale, gentilmente?- domanda senza lanciare nemmeno una fugace occhiata alla ragazza in questione.

La mia migliore amica tampona con il tovagliolo le labbra, in un gesto che le ho visto fare solo quando pranza a casa mia in presenza dei miei genitori, e morde con forza la polpa della mela. Crunch.

-Ivs, potresti dire a Samuel che puó anche alzare il suo bel culo per prendersi il sale, gentilmente?-

Deglutisco e il rosso mi dà una gomitata sgranando gli occhi.

-Ringraziala per il complimento e aggiungi che puó anche non essere stronza per una volta nella vita ed essere gentile- questa volta inchioda il suo sguardo sul viso della castana, che invece non lo calcola di striscio.

Dean aggrotta le sopracciglia: -Stiamo parlando sempre del sale, vero?- domanda agitando un indice per aria, cercando di attirare la loro attenzione.

Scuoto la testa.

-Ivory, informalo che le poco di buono non sono mai gentili- sbotta. A quel punto Samuel scatta in piedi, facendo rovesciare all'indietro la propria sedia.

Metà degli studenti presenti si voltano incuriositi per osservare la scena. Leila continua a mangiare con tutta la tranquillità del mondo, come se nulla stesse succedendo.

Squadro prima Samuel, ancora in piedi, che stringe il proprio tovagliolo in un pugno serrato dalla rabbia, e poi a Samantha, che guarda la finestra della mensa come se niente fosse.

- Cristo Santo, si può sapere quando cazzo ti ho...-

A quel punto mi schiarisco la voce: -Ragazzi, cerchiamo di fare le persone civili e evitiamo di fare scenate davanti a tutta la scuola.- sbotto rivolgendomi ad entrambi -I vostri problemi potete risolverli in un altro momento.-

Sentendo la mia ultima frase, il finto biondo fumante di collera, fa scattare il viso verso di me con un sopracciglio alzato. Scrollo le spalle.

Ormai dovrebbe sapere che Samantha mi dice tutto, e sottolineo tutto.

Rimane così per un po' di tempo, approssimativamente qualche secondo, pensando a chissà cosa. Boccheggia come se stesse per dire qualcosa, ma poi serra le labbra, rimette in piedi la sedia, e dopo aver salutato con cenno Leila e Dean, gira i tacchi, andandosene.

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