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T/N POV.

Mi svegliai di colpo sentendomi scuotere e una voce ovattata arrivò alle mie orecchie. Aprii gli occhi con difficoltà e li sbattei più volte per rendere nitida la mia vista mentre una forte luce bianca mi fece strizzare gli occhi per il fastidio.

Mi guardai intorno smarrita cercando di identificare il luogo in cui mi trovavo, quando il mio sguardo si posò sulla figura di Uraraka alla mia destra che mi teneva un braccio stretto in una morsa che erano le sue mani e il suo viso era contratto in un'espressione preoccupata.

"U-Uraraka dove..."

Non feci in tempo a finire la frase che mi si fiondò addosso, stringendomi in un forte abbraccio.

"Mi hai fatto prendere un colpo T/N!"

Non capii subito cosa intendesse, ma nell'abbracciarmi mi strinse una spalla provocandomi un forte dolore che mi fece mugolare.

"Oddio scusami!" esclamò lei allontanandosi.

"Non ti preoccupare." sorrisi per rassicurarla.

Un secondo dopo mi tornò alla mente tutto quello che era successo: l'incontro con il Villain, l'arrivo di Aizawa ed il mio mero tentativo di rialzarmi per aiutarlo.

"Il professore!" sbottai preoccupata. "Il professore come..."

"Aizawa sta bene T/N, pensa a riprenderti adesso."

"No cazzo no! Io...io dovevo aiutarlo, dovevo rialzarmi..." dissi tremando, visibilmente in panico.

"T/N ascoltami..." iniziò lei, ma la porta dell'infermeria si aprì, attirando la nostra attenzione.

"Oh! Vedo che ti sei risvegliata." Recovery girl si stava avvicinando con un sorriso apprensivo che per un attimo mi trasmise un senso di tranquillità. "Come ti senti?"

"S-sto bene..." mormorai.

"Allora T/C, ho curato tutte le tue ferite, quella alla spalla era piuttosto grave quindi sentirai un po' di dolore per qualche giorno, stessa cosa per la botta che hai preso alla schiena. Per quanto riguarda le ustioni sono riuscita a far sparire quelle sulla schiena, ma quelle sul braccio, come puoi vedere, non se ne sono andate via del tutto."

"Va bene, grazie mille." rispose accennando un leggero sorriso.

"Figurati, è il mio lavoro. Mi raccomando di non sforzarti troppo e di rimanere a letto." disse per poi sparire dietro la porta.

Nella stanza calò il silenzio. Non ricordavo di essere tornata da sola alla baita, volevo sapere chi mi avesse aiutata, sebbene tornare al sicuro in quel momento non era la mia priorità.

"Chi mi ha portata qui?" chiesi, e vidi Uraraka piegare la testa verso il basso, dandomi l'idea che non avesse alcuna intenzione di dirmelo.

"T/N..."

"CHI CAZZO MI HA PORTATA QUI!" urlai ormai irritata da quella situazione.

"È stato Bakugou, T/N."

A quelle parole il mio cervello si spense completamente, lasciando spazio solamente alla rabbia che piano piano aveva iniziato a prendere possesso del mio corpo e della mia mente. Mi sentivo frustrata, non accettavo il fatto di essere stata aiutata da qualcuno, figurarsi se avrei accettato di essere salvata da quel coglione.

Ignorando il dolore e le raccomandazioni di Recovery Girl, mi alzai di fretta dal letto e uscii dalla stanza con Uraraka che mi chiamava pregandomi di fermarmi.

Non le prestai ascolto e mi fiondai sulle scale per poi arrivare al piano di sotto e vedere i miei compagni, che sembravano abbastanza scossi, parlottare attorno al focolare.

Cercai con lo sguardo il biondo e lo vidi in piedi al centro della sala a fare non so cosa: non avevo modo di vedere visto che mi dava le spalle.

Avanzai con passi decisi verso la sua figura, decisa come non mai.

"T/N!" Kirishima mi chiamò con voce squillante e tutti i presenti si girarono verso di me, compreso Bakugou.

Mi fermai a pochi metri da lui e lo guardai in cagnesco per poi sentire dietro di me dei passi veloci che successivamente cessarono, segno che Uraraka si era fermata ad osservare la scena come tutti gli altri.

"Chi cazzo ti credi di essere?" gli urlai addosso.

Il suo sguardo, che prima era indifferente, era mutato nella sua solita espressione scazzata e potei giurare di aver visto una vena pulsargli sulla fronte.

"Che cazzo hai detto?"

"Chi cazzo ha chiesto il tuo aiuto, eh? Pensi che sia così debole da non riuscire a cavarmela da sola?"

"Ti ho fatto solo un favore, quindi non rompere le palle come fai sempre."

"Non ero di certo così disperata da chiedere il tuo aiuto." ringhiai.

"Ah no?" disse avvicinandosi fin troppo al mio viso e avvampai senza volerlo. Mi prese il mento tra le dita per costringermi a guardarlo negli occhi. "Se fossi rimasta un secondo di più li saresti sicuramente morta, quindi ringrazia che ti ho salvato il culo."

Posai una mano sul suo petto e gli diedi una spinta per cercare di allontanarlo, per poi guardarlo rabbiosa.

"Io stavo cercando di salvare i miei compagni!" dissi, ma mi bloccai quando, attraverso la stoffa bianca della sua maglietta, notai una fasciatura che gli ricopriva tutta la vita e parte del fianco sinistro.

Senza volerlo allungai una mano verso quel punto e lo sfiorai con la punta delle dita, sentendo il biondo irrigidirsi a quel contatto.

"Ti sei ferito..." mormorai per poi tornare a guardarlo arrabbiata. "Ti sei ferito e pensi a salvare me! Sei un cazzo di coglione!"

"Se pensassi solo a me stesso non sarei un Hero." rispose con tono serio.

Aveva perfettamente ragione e lo sapevo bene, ma la rabbia che in quel momento mi stava divorando mi fece sputare sentenze per nulla sensate e decisamente pesanti.

"Tu non sei un eroe, e col carattere di merda che ti ritrovi non lo sarai mai." sputai acido e sentii alcuni bisbigli provenire dai compagni che osservavano silenziosi, fino a quel momento, la scena.

La sua espressione si indurì ancora di più e mi resi conto che forse avevo esagerato, ma ormai il danno era fatto e non potevo di certo ritirare le mie parole.

"Questo dovrei dirlo io a te." disse, e quella frase mi fece crollare il mondo addosso.

"Un eroe salva le persone in difficoltà anche quando lo è lui stesso." si avvicinò ancora di più a me arrivando con il viso a pochi centimetri dal mio, tanto che potei sentire il suo respiro infrangersi contro la mia pelle. "Un eroe sacrifica la propria vita per salvare quella degli altri, ed è proprio quello che ho fatto io con te. Nonostante fossi ferito, ho aiutato una persona che era messa peggio."

"Anche io stavo cercando di..." iniziai, ma Bakugou interruppe la mia frase.

"Di salvare gli altri? Ti sbagli di grosso. Stavi usando la scusa dell'aiutare gli altri per salvare te stessa e non sentirti in colpa."

Quelle parole mi arrivarono dirette e potenti come una freccia scoccata nel bel mezzo del mio petto, e potei sentire la mia sicurezza sgretolarsi fino a sparire.

"Quindi dimmi, stronza che non sei altro, come puoi salvare gli altri se non sai neanche salvare te stessa dai tuoi demoni interiori? Sei tu la fallita che non diventerà mai un'eroina."

Il mio corpo non rispondeva più ai miei comandi, e prima di rendermene conto tirai un forte schiaffo sulla guancia di Bakugou, facendogli voltare il viso.

Mi voltai senza dire una parola, allontanandomi a grande falcate superando Ochaco senza degnarla di uno sguardo e, successivamente, mi portai il palmo della mano sulla bocca per coprire i singhiozzi che vi uscivano mentre delle calde lacrime rigavano il mio viso stanco.

Bakugou ci aveva preso in pieno: nonostante cercassi di sembrare forte, dentro di me regnava una confusione tale da farmi dubitare perennemente di me stessa e non seppi perché ma quelle parole, uscite dalla sua bocca, mi ferirono più di qualsiasi altra cosa.

Why you? - Bakugou Katsuki x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora