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T/N POV.

Il cielo quel mattino era completamente oscurato da delle enormi nuvole bianche. Piccoli fiocchi di neve cadevano delicati sull'asfalto inondando le strade di bianco e portando allegria e gioia nei volti delle persone, sopratutto dei bambini.

Chiusi la porta di casa alle mie spalle per poi venire inondata da una folata di vento che mi fece rabbrividire. Strinsi meglio la sciarpa attorno al mio collo cercando di coprirmi il più possibile la bocca ed il naso ed evitare di lasciare spiragli per poi dirigermi verso il combini più vicino.

Yaoyorozu mi aveva gentilmente chiesto di prendere degli ingredienti per cucinare, tra cui quelli per preparare la soba fredda. Era ormai ovvio a tutti il suo interesse nei confronti di Todoroki, il ragazzo più bello della classe, e cercava di farsi notare il più possibile ma per quanto mi dispiaccia dirlo, non avrebbe mai avuto speranze.

Lui non se la cagava di striscio.

L'unico modo per avere una chance sarebbe stato essere anime gemelle, ma se non ricordavo male avevano due diversi numeri impressi sui loro polsi quindi non sarebbe stato affatto possibile.

La ragazza aveva organizzato una festa nella sua casa in montagna per festeggiare Capodanno e aveva invitato tutti noi compagni di classe per passarlo tutti insieme e divertirci.
D'altronde, quello sarebbe stato il nostro ultimo Capodanno da studenti del liceo e andava festeggiato come si deve.

Entrai nel combini e salutai l'anziana signora che ci lavorava e che mi conosceva da molto tempo per poi dirigermi agli scaffali e cercare ciò che mi serviva.

Erano passate un paio di settimane dal bacio che io e Bakugou ci eravamo scambiati nella sua macchina e dal quel momento i miei sentimenti erano cresciuti a dismisura.

Non era più successo nulla da quel giorno; semplicemente facevamo finta che nulla fosse successo comportandoci come al solito.
Solo che ai nostri atteggiamenti abituali si erano aggiunte occhiate furtive da parte di entrambi e probabilmente anche un tipo di gelosia che si manifestava quando io vedevo qualche ragazza stargli troppo vicino e viceversa.

Eravamo due fottuti idioti.

Ci desideravamo. Si capiva dagli sguardi, dai comportamenti che assumevamo quando eravamo troppo vicini e da tante altre cose. Lo avevano capito più o meno tutti ormai ma noi eravamo così tremendamente orgogliosi da non riuscire ad ammetterlo né a dircelo.

In me però c'era ancora la paura che per lui fosse solo un'attrazione fisica e la cosa mi donava delle fitte al petto ogni volta che mi passava per la testa questo pensiero perché ormai avevo accettato i miei sentimenti e non potevo contrastarli in alcun modo.

Ogni volta che i miei occhi cadevano su di lui, sia accidentalmente che volontariamente, il calore che mi invadeva il corpo era la prova di quanto i miei sentimenti stessero diventando sempre più forti tanto da non riuscire quasi più a trattenerli dentro di me.

Invece quando era lui a mettermi gli occhi addosso mi sentivo tremendamente vulnerabile come se il suo solo sguardo mi spogliasse di ogni barriera possibile lasciando scoperto solo il mio cuore che batteva esclusivamente ed unicamente per lui.

Ciò che sentivo per lui era cresciuto talmente tanto che alcuni giorni avevo anche pensato di confessargli i miei sentimenti ma quando decidevo che quello era il momento giusto mi bloccavo e ci ripensavo. Forse avevo paura che tutto quello che avevamo costruito prima di quel bacio si sarebbe dissolto facendoci tornare sulla linea di partenza, anche se alla fine quel contatto tra le nostre labbra aveva sortito quell'effetto. Ci eravamo allontanati ancora e mi sembrava che il destino invece di aiutarci ci stesse venendo contro impedendoci di fare quei passi avanti che ci servivano.

Ma se c'era qualcosa che la vita mi aveva insegnato era di non lasciare mai la presa su quello che desideri veramente ed io avevo intenzione di impegnarmi per far sì che tutta quella situazione si stabilisse.

Una volta preso tutto l'occorrente mi avvicinai alla cassa per pagare gli alimenti.

"Fa parecchio freddo oggi, eh?" disse la dolce signora con un sorriso.

"Eh si." sorrisi. "Lei sta bene qui dentro?"

"Oh, cara non preoccuparti per me. Piuttosto tu pensa a coprirti per bene! Dagli indumenti caldi che indossi direi che stai andando in un posto particolarmente freddo."

"Si, è così." presi la busta che mi stava porgendo e mi avviai all'uscita. "Grazie signora!"

Issai meglio lo zaino contenente i miei effetti personali sulla spalla per poi avviarmi a piedi verso la casa di Momo. Fortunatamente era abbastanza vicina alla mia e non ci avrei messo molto per raggiungerla.

Continuavo a ripetermi sempre le parole che Kirishima mi aveva detto tempo fa; 'se siete anime gemelle un motivo c'è' eppure quando cercavo di individuare il motivo non riuscivo a trovarlo né a capire cosa effettivamente ci legasse a tal punto.

Mi sembrava di trovarmi da sola in mezzo ad una tempesta.

Arrivata a destinazione trovai solo Momo davanti al cancello della sua enorme casa che mi salutò con sorriso.

"Buongiorno T/N!"

"A te." sorrisi. "Come mai non è ancora arrivato nessuno?"

"Beh in realtà sei tu che sei in anticipo."

Controllai l'ora sul telefono e la mora ridacchiò portandosi una mano davanti alla bocca.

"Hai ragione." ridacchiai a mia volta.

Rimanemmo un po' a parlare in attesa degli altri quando Momo mi fece una domanda che in quel momento non avrei proprio voluto ricevere.

"Allora...come va con Bakugou?"

Sospirai. "Come vuoi che vada?" risposi malinconica. "Puoi immaginare anche solo guardandoci."

"Ma è successo qualcosa?" mi chiese e cercai di non far notare il mio sussulto.

Non mi andava di raccontare del bacio e dei sentimenti che nutrivo per lui sebbene mi fidassi di Yaoyorozu: semplicemente non me la sentivo e decisi di dire altro.

"Semplicemente ci eravamo avvicinati ma ci siamo allontanati di colpo senza un motivo."

"Capisco..." sospirò. "Ma vedrai che tutto si sistemerà presto. D'altronde, c'è di mezzo il destino no?" sorrise.

"Già..."

Gli altri arrivarono dopo qualche minuto così ci dividemmo nelle macchine e partimmo in direzione della montagna.

Io salii in macchina di Kirishima e con noi vi erano anche Mina, Kaminari e Sero.

Passammo tutto il viaggio a cantare a squarciagola e a ridere come matti ma per quanto cercassi di distrarmi il mio pensiero fisso era solamente uno che in quel momento stava guidando la propria macchina dietro al rosso e in quegli attimi in cui i nostri sguardi si sono incrociati prima di entrare in macchina avevo sperato con tutto il cuore che durante quel weekend il nostro rapporto si sarebbe evoluto in qualcosa di più.

Why you? - Bakugou Katsuki x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora