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T/N POV.

Dopo aver mangiato la schifosa cena che mi avevano portato rimasi nuovamente sola ed afferrai un libro che mi aveva portato Kirishima per distrarmi un po'. Non avevo molto altro da fare lì dentro se non scambiare quattro chiacchiere con le infermiere o con le poche persone che venivano a trovarmi.

Non ho la più pallida idea di quanto tempo passai a leggere, ma smisi quando sentii il dottore bussare alla porta già aperta della mia stanza.

"Sono contento di trovarla ancora sveglia." mi disse, ed io feci un mezzo sorriso di cortesia. "Le devo parlare di una cosa importante."

"D'accordo." risposi. "Mi devo preoccupare?"

Prima che riuscisse a rispondere si sentirono le voci delle infermiere dire a qualcuno di fermarsi e dei passi pesanti riecheggiare tra le pareti fino a che non vidi il volto del mio ragazzo davanti alla mia porta mentre respirava pesantemente, come se avesse corso per arrivare qui.

"Mi dispiace ma non può entrare." parlò il dottore bloccandogli l'ingresso.

"EH?"

"L'orario delle visite è terminato, le chiedo cortesemente di andarsene."

"Non me ne frega un cazzo, ho bisogno di vederla!" sbraitò iniziando un'accesa discussione con il dottore.

Chiusi il libro che tenevo ancora tra le mani e lo poggiai sul ripiano accanto al letto per poi rivolgermi all'uomo.

"Lo faccia entrare per favore." chiesi gentilmente interrompendo i due che portarono lo sguardo su di me.

"Signorina io-"

"Se lei deve dirmi qualcosa di importante, voglio che ci sia anche lui con me." pronunciai con voce e sguardo fermo, e dopo un attimo di esitazione il dottore sospirò rassegnato.

"D'accordo, torno subito." pronunciò per poi varcare la soglia mentre Katsuki lo seguì con lo sguardo fino a che non svoltò in un corridoio.

I nostri sguardi si incontrarono ed il ragazzo mi parve incerto su qualcosa, ma poi si avvicinò sedendosi sulla sedia accanto al letto.

Sembrava abbattuto, o forse triste mentre mi guardava negli occhi, e d'istinto portai una mano sulla sua guancia sentendo un velo di barba sotto ai miei polpastrelli.

Glie la accarezzai dolcemente e dopo poco il ragazzo posò la sua mano sulla mia per poi chiudere gli occhi e spingersi sul mio palmo lasciandoci un bacio.

Mi si scaldò il cuore e un leggero sorriso mi si formò sul viso. Amavo il fatto che ogni tanto si lasciasse andare e mi mostrasse lati di lui che non conosceva nessuno. Mi sentivo davvero fortunata.

Quando riaprì gli occhi mi osservò a lungo ed aprì la bocca per dire qualcosa ma il dottore fece il suo ingresso proprio in quel momento.

"Bene signorina T/C, ho due notizie da darle." iniziò scambiandosi un'occhiata con il mio ragazzo che lo fissava rabbioso.

Katsuki spostò le nostre mani dal suo viso al materasso ma non accennò a lasciare andare la mia.

"Mi dica."

"Prima cosa, la scomparsa del suo quirk non è permanente. Hanno utilizzato una sostanza che dovrebbe perdere effetto entro 5 giorni da quando è stata iniettata, perciò domani o massimo tra due giorni dovrebbe ritornarle. È stata utilizzata in modo da non farle avere la libertà di usufruire della sua unicità durante il rapimento."

"Me no male..." sospirai. "E l'altra notizia?"

L'uomo mi osservò con uno sguardo più o meno dispiaciuto e non ne capii il motivo.

Almeno fino a che non pronunciò quella frase.

"Lei ha perso un bambino."

Il mio cervello si spense completamente e lo guardai incredula con occhi confusi e sgranati.

"Cosa...?" mormorai scioccata.

"Probabilmente non se n'era resa conto perché dalle analisi è risultato che il feto aveva poco più di un mese. Quindi, se le sue mestruazioni sono solitamente irregolari, non le è passato per la mente di poter essere incinta. A causa delle numerose ferite alla pancia e il troppo stress dovuto al suo rapimento è avvenuto un aborto spontaneo." spiegò l'uomo, mentre io ancora non riuscivo a credere alle mie orecchie. "Lei non aveva percepito niente di strano nel suo corpo? Qualche dolore insolito o un'eccessiva stanchezza?"

"N-no..." balbettai.

"Capisco." sospirò. "Mi dispiace per la vostra perdita."

Portai lo sguardo su Katsuki e lo scoprii a guardare con occhi vuoti e spalancati un punto indefinito davanti a sé per poi portarsi una mano sugli occhi incurvando la schiena per poggiare il gomito sul materasso.

"Vi lascio soli." commentò il dottore uscendo dalla stanza chiudendosi dietro la porta.

Quelle parole ancora mi rimbombavano nella testa e mi ci vollero un paio di minuti per metabolizzare il tutto.

Quando mi resi finalmente conto della situazione, abbassai la testa e portai una mano sulla bocca, iniziando a piangere in silenzio.

Quella notizia mi aveva completamente destabilizzata e, nonostante avere un figlio a quell'età non fosse nei miei pensieri, non riuscii a trattenermi dal piangere tutto il dolore.

Non avevo la minima idea di cosa avrei fatto se fossi stata ancora incinta. Non sapevo neanche io se avrei abortito o l'avrei tenuto, ma in quel momento non mi importava.

Perché comunque avevo perso il mio bambino. Il nostro bambino.

Con gli occhi pieni di lacrime alzai di poco lo sguardo per controllare in che condizioni stesse il mio ragazzo.

Era nella stessa posizione di prima ma potevo vedere i suoi arti tremare.

Sapevo bene che si stesse trattenendo dallo sfogarsi per me, eppure non mi sfuggì la forza con cui stesse stringendo la mia mano.


————


Due giorni dopo uscii finalmente dall'ospedale.

Mi sentii leggermente stordita quando uscii all'aria aperta con il sole che batteva sulla mia pelle e il vento che passava tra i miei capelli, ma il calore che si propagò nel mio petto era una sensazione meravigliosa.

Come mi aveva detto precedentemente il dottore, il mio quirk era tornato spazzando via le mie preoccupazioni di poter rimanere senza e mandare in fumo il mio sogno.

Ovviamente non avrei dovuto fare enormi sforzi altrimenti ne avrei risentito dopo tutto ciò che era accaduto in quei giorni.

Potei tornare tranquillamente a scuola e mi resi conto di essere tornata davvero a casa quando i miei compagni preoccupati mi accolsero con comprensione e affetto, chiedendomi come stessi e cosa mi fosse successo.

I professori mi fecero una bella strigliata su quanto io fossi stata sciocca a non avvisare chi di dovere ma oltre a questo furono contenti di vedermi abbastanza in forma.

Tutto sembrava essere tornato come prima, ma infondo sapevo che non era affatto così.

Quella notizia mi faceva ancora venire i brividi e molto spesso mi ritrovavo ad accarezzarmi la pancia senza neanche accorgermene pensando a come sarebbero potute andate diversamente le cose.

Io e Katsuki avevamo deciso di non tirare fuori l'argomento e sopratutto di non farne parola con nessuno se non con Kirishima e Uraraka, che erano le uniche persone di cui ci fidavamo di più.

Fortunatamente tra noi le cose si erano risistemate e per i successivi giorni che passai all'ospedale dopo quella notizia, Katsuki era sempre venuto a trovarmi dopo le lezioni e non avrei mai potuto ringraziarlo abbastanza per questo.

Anche la sua sola presenza per me valeva più di qualsiasi cosa.

Why you? - Bakugou Katsuki x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora