21|Missione (parte 5)

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Qualcuno mi stava chiamando.
Era una voce che conoscevo.
Femminile
Dolce.
Preoccupata. 
Lara.

Mi abbracciò nonostante fossi zuppa di sangue. «Va tutto bene. Ci siamo noi qui»

Il tintinnio della sua catenella attirò la mia attenzione. «Dove l'hai trovata?»

«Sul lago, ma ora non importa. Sei al sicuro adesso, il peggio è passato» Mi cullò tra le sue braccia. «Ti porto al Campo, hai bisogno di indumenti puliti e di riposo»

«Io non... non so se riuscirei a dormire»

«Allora parlerai con me» Mi strinse la mano. «Va bene? Non ti lascerò qui, da sola»

«G-grazie»

Daniel mi aiutò a rialzarmi. Anche se era buio riuscivo a vedere i loro sguardi preoccupati. 

«Dio, che puzza» si lamentò Luca, tappandosi il naso. 

«Credo che la puzza sia la nostra ultima preoccupazione. Dobbiamo sparire prima che arrivi la polizia» disse Daniel. «Andiamocene»

Lara mi tenne per mano. «Andrà tutto bene, te lo prometto»

E dopo quella promessa, tutto sembrò andare bene.

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Il mattino dopo Eleonora si svegliò e si accorse di aver dormito senza coperta. Di solito quando succedeva stava a significare un cattivo presagio. Lo avevamo scoperto in seconda media, quando lei si era svegliata in quel modo e aveva preso un'insufficienza in francese.

Come di routine si andò a lavare la faccia e indossò la divisa dell'Accademia prima di svegliare la piccola e chiacchierona Marta.
Tuttavia, quando uscì dal bagno, la ritrovò già sveglia a fissare incredula la sua collana.

«Tutto bene?» le chiese preoccupata.

«Non lo so... ho fatto un sogno strano...» rispose l'altra.

«Che cosa hai sognato?»

«Un ragazzo vestito di nero...»

«Ah, e chi era?»

«Non lo so, non lo conosco...»

«Ma era bello?»

«Oh sì, fidati di me. Lo era eccome»

Scoppiarono a ridere e, quando la felicità del momento venne assorbita dal grigio della stanza, Marta si andò a preparare.
Una volta pronte, uscirono per andare in mensa, ma le porte erano chiuse e si era creata una calca di persone che rendeva impossibile capire cosa stesse succedendo.

A riportare ordine furono le guardie di Mr. Slave che obbligarono tutti gli studenti affamati ad andare nel grande auditorio per starlo a sentire.
Devo dire che quel pinguino psicopatico aveva dei modi davvero originali per torturare i suoi studenti.

La sala era addobbata con stendardi neri e fiori bianchi vicino al pulpito dove avrebbe dovuto parlare il direttore.
Signore e signori, quello era il mio funerale.
Non nascondo che quando lo venni a sapere scoppiai a ridere per la ridicolezza del momento.

Quando tutti presero posto, Mr. Slave iniziò a parlare fingendo di essere molto molto addolorato. «Salve a tutti, studenti e future grandi menti. Oggi, come avrete notato, è un giorno di lutto per l'Accademia. Un membro degli Élite è morto durante la sua prima missione» Fece una pausa dove si gustò gli sguardi spaesati dei suoi studenti. «La persona che ha ucciso il membro è stata un ragazzo che non solo ha tradito me e il suo gruppo, ma ha preferito fuggire e rintanarsi in un posto tramando alle mie spalle piuttosto che rimanere qui, nel paradiso della conoscenza»

Eleonora si sentì sprofondare nel suo posto. La persona che stava menzionando il direttore, quella defunta, era la sua migliore amica.

«No! Non è possibile!» urlò contro il direttore, suscitando lo scalpore di tutti i presenti.

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