Mary, solo che stavolta prende una svolta introspettiva

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Ancora fatico a realizzare quanto mi è stato semplice illudermi.

Se pensi che sia tu quella chi mi ha illuso, ti stai affibbiando meriti che non ti spettano.
Commetterei ancora lo stesso errore, oggi stesso, ma non perché in te io abbia visto chissà che, ma perché farei di tutto per terminare questa continua rincorsa verso questo stupido e riprovevole sentimento di cui io non voglio nemmeno fare il nome.
Potresti chiuderti in te stessa o saltarmi addosso come un'animale, la mia reazione non cambierebbe.
Sono sempre io quello che sta dalla parte del torto.

Il fatto è che ho passato i primi venti anni della mia vita a riempirmi costantemente di concetti come l'amore vero, reciproco e duraturo, qualcosa che va ben oltre la semplice e pura carnalità che ad oggi pare essere tanto in voga.
Ho sbattuto con violenza di fronte a questo muro che sembra essere costruito appositamente per farti cadere nel burrone presente subito al di sotto.
Un muro sgargiante pieno di belle scritte che non può far altro che accompagnare un lungo e buio tunnel che la gente come noi deve affrontare.
Noi, quelli che non riescono a saltare oltre questo stupido, altissimo muro, anche se, a dir la verità, non sappiamo neanche cosa farcene delle gambe.

La cosa che rende il tutto estremamente divertente è che so esattamente come tutto ciò che io provi in questo momento non esista e che in realtà nasconda solamente un estremo bisogno di accettazione, anche se poi non c'è nessuno ad aspettare la mia definitiva transizione ad "uomo", se è davvero questo a fare la differenza.
Sono solo un mucchio di complessi, accatastati uno sopra all'altro che vivono in simbiosi parassitaria: si sostengono a vicenda, diventando sempre più grandi ogni secondo che passa, rendendomi difficile il combattere contro di loro.

Sono stufo di guardare ogni singolo essere diverso da me come un possibile modo di soddisfare i miei desideri, di qualunque tipo, sessuale o di semplice compagnia.
Sono estremamente seccato di non poter vivere in maniera tranquilla le mie relazioni con le altre solo perché mi sono auto-imbottito di storie inesistenti riguardo questa grande puttanata che ci piace tanto raccontarci a vicenda.
La cosa condiziona ogni ambiente della mia vita e mi preclude un sacco di possibilità anche in questo mondo potenzialmente infinito, che in quanto tale mi concede con estrema facilità di raggiungere almeno in maniera parziale la fonte dei miei desideri.

Voglio crescere e la cosa mi disgusta, dato che l'unico modo che mi sono imposto per farlo è attraverso questo barbaro rituale adatto ad una legge per feudatario del Medioevo.
Forse, il nome sarebbe adatto al periodo della mia vita che ne conseguirebbe.

Ius Primae Noctis.
La Prima Notte, quella vera, in cui è buio da tutte le cazzo di parti.

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