Asuka

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-Fly me to the moon...-

La dolce venere dai capelli rossi continuava a cantare animata da un dolore vivido, impresso nei suoi occhi.
Lui ne era incantato, non dal suo aspetto, ma dalla cura con la quale accarezzava la punta dei suoi leggiadri capelli ramati, da quell'enorme dolore che sembrava potesse esplodere da un momento all'altro.

La sua anima lo aveva appena condotto in quel desolato bar di periferia, lontano da tutto ciò di cui potesse avere anche lontanamente un ricordo.
Non ne voleva sapere più nulla, di quel mondo oscuro e dannato che cercava di ingoiarlo ad ogni singola mano che tendeva.
Si era inventato mille e una vite, sempre teso a cercare di evitare il prossimo, di rifiutarlo in ogni sua forma per come avevano tentato di ucciderlo, sempre e costantemente invano.
Cacciatore di taglie, ladro, latitante e pilota.
Nemico di tutti, alleato solo e unicamente di se stesso.

"Cosa ci vuoi fare?", sembrava sussurrare disperatamente alla sola cantante, accompagnata da quello strano pianoforte in grado di suonarsi da solo, in grado di occupare quasi unicamente il palco da se.
La ragazza ogni tanto incrociava il suo sguardo, ma era solo un momento, un singolo momento tra tutti quelli che condivideva con gli altri reietti nascosti in quel locale.
Chissà chi di loro in passato era un suo nemico...
A dir la verità, tutti sono suoi nemici.
Non adesso, dentro quel locale, però.
Prima o dopo, ma non adesso.

Chiederle la mano?
Perché mai un'angelo dovrebbe sporcarsi le ali con tale feccia, con il pensiero costante di essere affianco o sopra di un uomo morto chissà quante volte.
Affaticato, stanco, cancellato poco a poco dalla vita in maniera costante e tossica, quasi distruttiva.
Non sarebbe mai accaduto, non davanti ai suoi occhi.
Non davanti a colui che aveva il potere di distruggere il mondo, ma nel momento più importante ha desistito per paura di non farcela.

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