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Mi sveglio lentamente, senza un motivo preciso. Dei brividi mi scendono lungo tutta la schiena, sento l'indice di Najwa percorrermi la pelle, completamente nuda, dall'alto verso il basso.

Poi sento il suo respiro avvicinarsi al mio orecchio, sul quale mi lascia un tenero bacio, e sento anche il suo seno nudo scontrarsi con la mia schiena. Rabbrividisco, subito, al ricordo delle scene di ieri sera e mi giro verso di lei.

Mi sorride e vedo i suoi occhi percorrere tutto il mio busto, lasciato scoperto dal lenzuolo.
Mi poggia una mano sul fianco destro e si tira su per lasciarmi un altro bacio leggero, che io approfondisco.

«Dormito bene?» le chiedo, vedendola stranamente serena.

«Perché, abbiamo dormito?» ghigna ridendo. Alzo gli occhi al cielo e le lascio una carezza sulla guancia, è così bella.

«Che ci succede stamattina, siamo così patetiche» mormora iniziando a baciarmi il collo.

«Non siamo patetiche, siamo dolci» rispondo ancora mezza addormentata, non capendoci più di tanto. Alza il volto dalla mia clavicola e mi fissa negli occhi, per poi ribattere.

«Non conosco la dolcezza» esclama, fintamente dura.
Rido, facendole capire che è una gran cazzata e le dico di dover andare. Mi prepara amorevolmente un caffè, mentre recupero la mia roba e sistemo un po', perché infondo sono una maniaca dell'ordine.

Insiste per farmi rimanere, ma credo che lei e Teo debbano parlare ancora un po', senza la mia presenza tra i piedi. E poi devo prepararmi psicologicamente per oggi pomeriggio: registreremo l'ultima scena che vedrà protagoniste Macarena e Zulema, sarà ambientata nel deserto, o almeno una specie.

Le ore senza lei passano veloci come il vento fortunatamente, non dico di essere ossessionata dalla sua presenza, penso solo che desidererei averla con me sempre, vivere con lei. Portare Teo dai suoi amici e seguire ogni sclero della rossa.

Arrivo sul luogo, ci sono già tante auto e roulotte, le luci sono pronte, ci sono produttori e fotografi. Il posto è abbastanza triste, intorno non c'è nulla e fa anche abbastanza caldo.

Ma i miei occhi cercano solo una persona in mezzo a tutto questo caos. Questa volta niente potrà andare storto, non succederà niente di sgradevole, nessun copione nuovo, nessuna persona tra noi due.

Non trovandola, decido di andare a farmi truccare, visto l'orario. Lei sarà sicuramente in ritardo come al solito.

Saluto le truccatrici calorosamente, felice come non mai. Ma subito noto i loro sguardi straniti e tutti i pennelli e vestiti che dovrebbero essere sul tavolino, sono ancora nei borsoni.

«Che succede?» chiedo poggiando la borsa sulla sedia, con ancora il sorriso sulle labbra.

«Ma non sai cosa è successo?» Improvvisamente la terra mi crolla sotto i piedi. Ogni volta che succede qualcosa in questo cast non è mai qualcosa di positivo.

«Najwa si è sentita male, l'hanno portata via, una mezz'oretta fa, con l'ambulanza» Parole così delicate vengono dette come se fossero niente, come se fosse uno scoop. Guardo la mia immagine riflessa nello specchio davanti a me e mi accorgo di essere bianca cadaverica, il cuore inizia ad accelerare e faccio per uscire dalla roulotte.

«Che cosa ha? Quale ospedale? È da sola?» Domando a raffica, lasciando le due donne perplesse.

«Forse un calo di pressione, anche se si contorceva dal dolore all'addome. Però sta bene ora, perché ha appena chiamato Ivan per avvisarlo che non sarebbe tornata per registrare oggi.
Con lei c'è Alba, è venuta stamattina per salutar-» La lascio parlare, andandomene via.

Non c'è amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora