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Scesi velocemente dalla barca, ma mi mossi troppo bruscamente finendo per perdere l'equilibrio.

Fortunatamente Minho mi prese in tempo avvolgendo le sue braccia ai miei fianchi.

"Stai attento ti potresti far male." mi rimproverò lasciando la presa.

"scusa" bisbigliai.

Mettemmo i piedi sulla terra ferma e ci dirigemmo verso la scogliera dove avevo visto quel qualcosa.

"Minho forse dovr-"

"Ciao fiorellino ti sono mancato?" la sua voce mi stoppó a metà frase.

"P-papà?"

Con lui erano presenti anche Ji-han e Hyungsik che sorridevano tranquillamente.

"Fiorellino ti sei spaventato? Tranquillo sono venuto a prenderti" mi rassicuró avanzando verso di me.

Diventai sempre più pallido e spaventato e il castano, per istinto, si paró davanti a me come per farmi da scudo.

"Chi sei tu?" Chiese mio padre confuso.

Perché è qui? Come ha fatto a trovarmi? E poi che ci fanno quei due con lui? Mi porterà via adesso...? Io non voglio tornare a casa.

"Non è nel suo interesse saperlo" rispose a tono Minho.

"Come sei rigido Lee dai rilassati" lo infastidì Hyungsik.

"Taci tu" gli ringhió contro.

Rimasi immobile, non riuscivo più a sentire nessun muscolo e se non fosse per la presa di Minho sulla mia vita sarei sicuramente caduto a terra.

"Ji!" sentii gridare poco distante da me.

Mi girai vedendo Felix e Changbin che venivano nella nostra direzione, il primo con uno sguardo più che preoccupato.

"Oh andiamo non ho voglia di perdere tempo, vieni fiorellino su~" udii la voce di mio padre in un primo momento irritata per poi ritornare dolce rivolgendosi a me.

Non risposi, mi limitai a stringermi ancora di più vicino a Minho.

"Hai paura? Andiamo non voglio farti male voglio portarti al sicuro" disse ancora.

"M-ma io no-n voglio" balbettai spaventato.

"Non mi obbligare a usare le maniere forti Jisung, ti dó 10 secondi per venire qui altrimenti..."

Capì subito cosa volesse dire, per anni mi aveva detto che avrebbe usato ogni mezzo per tenermi al "sicuro".

"10...9...8..."iniziò la sua conta iniziando a estrarre un coltello dalla sua tasca.

Non me lo sarei mai perdonato se avesse fatto del male o peggio ucciso i miei amici.

" 7...6...5..."

Non mi importava della mia felicità ma della loro, volevo che continuassero la loro vita e io avrei vissuto come avevo sempre fatto.

"4...3...2" continuó ad avanzare sempre di più.

Dovevamo dividerci per permettere di essere felici o almeno lo sarebbero stati loro.

"un-"

Ancora prima che potesse finire di pronunciare il numero mi ero già staccato da Minho per iniziare a camminare verso di lui.

"Sapevo saresti venuto da me" mi parlo quando era quasi arrivato da lui.

Calde lacrime mi rigavano le guance, vari singhiozzi mi provocavano sobbalsi.

ℝ𝕒𝕡𝕦𝕟𝕫𝕖𝕝 -𝕄𝕚𝕟𝕤𝕦𝕟𝕘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora