CAPITOLO 1
Calore.
Questo si prova quando giungi su questa terra, aprendo gli occhi sul mondo per la prima volta. Quando emetti il tuo primo vagito o quando incurvi le tue minute labbra nel tuo primo, vero sorriso alla vista dei volti di coloro che, sai bene, ti ameranno per sempre di un amore puro e disinteressato.
Ed è solo allora che il tuo cuore inizia a battere veramente. Forte e costante, pulsa nel tuo corpicino, colmo di gioia ed amore per quei volti briosi ed allegri che ti accolgono.Solo allora nasce realmente la vita.
Ma non era stato così per lei.
Riversa scompostamente su uno sporco pavimento ferreo - incapace di muoversi, incapace di morire -, un freddo disumano la lambiva da tutti i lati. Terribile ed agghiacciante, come l'anima della morte stessa, penetrava nelle sue soffici carni, trasformando il suo sangue in graffianti lamine di ghiaccio, che scorrevano nelle sue vene come una miriade di coltelli a doppia lama, tagliando e pungendo. I pochi indumenti che indossava non bastavano a proteggerla dal gelo.
Le lacrime versate, ormai totalmente asciutte, che le avevano inumidito il viso ed incollato le palpebre stanche, rendevano più facile al freddo pungente di colpire il suo delicato derma in corrispondenza degli occhi e delle guance, screpolando la sua pelle bianca ed aprendo piccoli, dolorosi tagli lungo le sue labbra.
Il sangue defluiva lungo tutti gli arti non riuscendo, però, a giungere alle estremità dove, mani e piedi saldamente legati, formicolavano fastidiosamente assumendo un colorito bianco-violetto. Difatti, in corrispondenza dei polsi e delle caviglie, le corde avevano scavato solchi sanguinolenti, i quali dolevano talmente forte che la bile acida, presente nel suo stomaco, minacciava di farla soffocare da un momento all'altro.
Boccheggiava in cerca di ossigeno, nonostante l'aria fosse pesante di polvere ed anidride carbonica.
Il suo piccolo cuore tamburellava di terrore e dolore, uniche sensazione che tempestavano il suo animo come una terribile pioggia acida senza fine.
Presto sarebbe morta.
Era in quelle condizioni da ore intere o forse solo da pochi minuti, non lo sapeva nemmeno lei, aveva perso la cognizione del tempo.
Un profondo scossone fece tremare le pareti fredde di quello che sembrava essere un grande ascensore in metallo, il quale procedeva nella sua lenta ascensione inesorabile, scuotendo anche le membra dolenti della povera fanciulla e producendo sonori gemiti metallici, raschianti e fastidiosi.
L'atroce attesa prima dell'arrivo alle braci infuocate dell'Inferno.
Un nuovo singhiozzo, che corrose le pareti asciutte della sua gola secca, proruppe fuori dalle sue labbra spaccate, risuonando sordo tra le pareti, mentre la sua manina sporca di sangue rappreso stringeva quel piccolo foglietto zuppo, quasi come fosse un tesoro inestimabile, un'ancora di salvezza per la sua mala sorte.
Meredith... Meredith... Meredith...
Questo era l'unico pensiero che frullava nella sua testa da quando si era svegliata, come se la ripetizione perpetua di quel nome, il suo nome, la rassicurasse dal freddo e dai dolori pungenti. Era la sola cosa che riusciva a rimembrare della sua vita passata. Non ricordava altro, né il suo aspetto fisico, né il suo cognome, né i volti dei suoi genitori. Nulla. Era come se qualcuno avesse risucchiato via tutte le sue preziose memorie dalla sua mente, per impedirle in eterno di godere della bellezza dei ricordi.
La ragazza represse un nuovo singhiozzo, provando nuovamente a sforzare la sua memoria nel tentativo di valicare quell'enorme barriera che celava i suoi ricordi, ma invano. Nonostante tutti i suoi immani sforzi, non riuscì ad aprire neppure la più piccola breccia per dare anche solo una sbirciata al suo passato.
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SACRIFICE ⇀ fanfiction tmr
Fanfictionstatus / IN PROGRESS INFO: ❝ se dovessi chiedervi: "cos'è un sacrificio", voi come rispondereste? Bè, ovviamente direste che un sacrificio è un atto estremo conseguito da qualcuno - o qualcosa - per un bene superiore. Semplice, oserete dire, quas...