Frank si è chiuso in bagno, e ora è disteso sul pavimento, aspettando che arrivasse la fine. Sua madre aveva sempre detto che se volevi qualcosa, dovresti toglierti il culo e fare qualcosa per farlo accadere, invece di desiderarlo, giusto?
E quello che voleva, era morire.
Accanto a lui, sul pavimento c'era una bottiglia vuota di vodka e un barattolo vuota di sonniferi che il suo strizzacervelli gli aveva prescritto in fruttuosi tentativi di calmare i pensieri ansiosi nella sua testa che lo hanno tenuto sveglio tutta la notte. La sua ansia lo ha fatto sempre spaventare, sempre preoccupandosi di qualcosa, anche quando sapeva che era irrazionale. E anche il suo ragazzo Gerard, lo tiene per tutta la notte, e sussurrandogli più e più volte, che tutto sarebbe andato bene, non era abbastanza per calmare le voci che urlavano nella sua testa.
Non ce la faceva più. Cercando di andare a scuola, o di lavorare, quando si sentiva così, il suo cuore che martellava sempre sul bordo di un attacco di panico, era troppo. Cercare di sostenere un'altra persona, come Gerard, che meritava un ragazzo perfetto, non un relitto come lui, era troppo. Cercare di sopravvivere era troppo. E così non vorrebbe più vivere.
Aveva lasciato un biglietto in camera da letto per Gerard da trovare, dicendogli che gli dispiaceva. Voleva che ci fosse un altro modo, ma non riusciva a trovarne uno.
Quanto ci sarebbe voluto perché le pillole lo uccidessero? Doveva bastare un'intera bottiglia, giusto? Non c'era modo che non funzionassero. Doveva solo aspettare che entrasse in gioco l'overdose.
Forse doveva tagliarsi i polsi. Non lo ha mai fatto prima. Sarebbe stato più veloce.
Ma, questo avrebbe lasciato una scena così sanguinosa alle spalle per chiunque abbia trovato il suo corpo. Il suo sangue non sarebbe mai completamente pulito dalle piastrelle bianche su cui ora giaceva. Non sarebbe giusto lasciarsi tutto alle spalle.
"Per favore, sbrigati, Morte" ha pensato. "Prendimi e basta. Lasciami stare in pace."
Attraverso la foschia della sua coscienza sbiadita, aveva sentito dei passi. All'inizio pensava che fosse il Tristo Mietitore, avvicinandosi per reclamarlo. Ma poi ha sentito bussare, e una voce.
"Frank, sei lì dentro?!" Capì che era Gerard. Deve essere tornato a casa presto. Non se lo aspettava. Aveva pianificato di essere morto quando è arrivato.
"Frank, per favore, apri questa porta!" Gerard pregò. Anche se volesse, era troppo debole per alzarsi. Non riusciva nemmeno a trovare la forza di parlare, di dirgli addio. Era troppo tardi ora...... non è vero?
"Ho trovato il tuo biglietto," disse Gerard, e si è reso conto che stava singhiozzando. "Oh mio Dio, per favore, Frank, non osare essere morto lì dentro. Ti prego, di' che sei ancora vivo. Piccolo, per favore..."
Era ancora vivo, ma sapeva che stava svanendo in fretta. Stava morendo, proprio come aveva voluto per mesi. Quindi..... perché lo ha reso così triste?
"Frank, se non riesci ad aprire questa porta, dovro' abbatterla, okay?" Ha urlato Gerard. Gli ha dato un momento e quando ancora non ha risposto, sentì la porta sbattere.
Ha preso a calci la porta, l'ha aperta con il tacco dello stivale.
I suoi occhi macchiati di lacrime caddero su di lui, sulle bottiglie vuote, e gridò."No!" "Oh mio Dio, Frank, no!"
Si è inginocchiato e lo ha tirato tra le sue braccia, sentendo il suo viso, che stava diventando più freddo al secondo.
"Frank guardami," lo supplicò, prendendo la sua faccia tra le mani e facendolo guardare. "Frank, stai sveglio, per favore. Ti daro' un po' d'aiuto, okay?"
STAI LEGGENDO
Frerard One Shots [SELF-HARM EDITION]
Fanfiction[ITALIAN VERSION] Queste one shots, le ho trovate in alcuni siti in cui non mi ricordo il nome ma volevo farle versione Frerard. Spero vi piacciano e do i crediti ai/alle ragazz* che hanno scritto queste bellissime one shots che dovevano parlare de...