Elsa
L'odore è sempre più forte, mi sto avvicinando alla fonte.
Passano ore e l'evento finisce.
L'odore sembra essere svanito.
«Io inizio ad uscire, tu va a cercare gli altri.» ordino ad Erik, senza neanche guardarlo in faccia.
Esegue la mia richiesta senza ribattere, questo ragazzo mi vuole troppo bene per i miei gusti.
Firmo gli ultimi documenti che mi servono per acquistare definitivamente l'auto e dò l'indirizzo, dove consegnarla.
Appena esco dalle grandi porte di legno scuro, noto subito qualcuno appoggiato alla mia auto.
Il culo... appoggiato... alla mia macchina.
Mi sale l'istinto omicida, lo stesso che mi appartiene ormai da tanto tempo.
Mi avvicino con calma, notando subito che mi segue con gli occhi, mi sta aspettando, quindi sa già che la macchina è la mia.
Appena metto a fuoco i suoi lineamenti mi fermo a dieci metri di distanza da lui.
Theo Reaken...
"Bella mossa Scott, Bella mossa" penso, tra me e me.
Mi avvicino ancora, lasciando abbastanza distanza tra di noi.
È diventato ancora più bello...
«Togli il culo dalla mia auto.» ordino, con tono velenoso.
Sfoggia uno dei suoi migliori sorrisi. «Incredibile, non ti ricordi di me.» ride, incrociando le braccia.
Mi metto nella sua stessa posizione, facendo un passo avanti.
«Reaken, togli il culo dalla mia auto.» ripeto.
«Ok.» si alza. «Ti ricordi di me...»
Mi gira intorno, appena mi appoggio alla macchina.
«Che ci fai qui?»
«Scott mi ha mandato qui a parlarti, sei in pericolo. Dei cacciatori ti stanno cercando.»
Non deve essere abituato ad essere perseguitato, lui.
«Come se fosse una novità.» alzo in sopracciglio, squadrandolo per la prima volta, dopo tanto tempo.
Quegli occhi azzurri, che non si posano da nessun'altra parte, se non si di me, non mi sembrano cambiati per niente, sono sempre luminosi.
Di fisico è cambiato, è molto più muscoloso e il suo ciuffo castano me lo ricordavo più scuro.
Se ne sta davanti a me, a guardarmi con fare arrogante e superiore.
Crede davvero di impaurirmi?
«Non sei venuto da solo, vero?» chiedo.
Non risponde, continuando a squadrarmi.
«Sento il tanfo di Peter fino a qui.» alzo la testa.
«Ci sono anche Derek e Liam.» dice, distogliendo i suoi occhi dai miei per la prima volta da quando mi ha vista.
Derek...
«Theo?!» chiede Hayden, seguita da Erik e mio fratello.
Non l'ho sentita arrivare, Noah l'ha addestrata bene.
«Hayden...»la saluta, con un gesto del capo.
«Vi conoscete?» chiede Theo ad Hayden, passando il suo sguardo tra di noi.
«Vivo con loro da un'anno e mezzo. Ma potrei farti la stessa domanda.» ribatte.
«Ci conosciamo da quando siamo nati.» rispondo, senza far trapelare alcuna emozione.
«Eravamo migliori amici.» aggiunge lui.
È davvero davanti a me.
Sento un fischio e poi succede tutto in un secondo.
Prendo tra l'indice e l'anulare il proiettile che stava per colpirmi alla tempia, bloccandolo del tutto.
Ormai mi viene naturale.
«Wow!» esclama Theo, allontanandosi per lo spavento di qualche passo.
Quell'odore di polvere da sparo si fa di nuovo strada nelle mie narici, fino a darmi fastidio.
Per quanto ami quest'odore, lo detesto quando le pallottole sono indirizzate verso di me.
Lascio cadere il proiettile sul mio palmo, guardandolo: una munizione 5,56 x 45 millimetri NATO, probabilmente sparato da un fucile, il che mi fa pensare al ARX 160: un fucile d'assalto.
Vogliono proprio uccidermi.
«Come diamine hai fatto?!» mi chiede sbalordito Theo, avvicinandosi a me.
«Allenamento.» rispondo semplicemente.
«Abbiamo sentito uno sparo!» dietro a delle macchine di lusso, escono Peter, Derek e quello che presumo sia Liam.
Aiden mi ha parlato molto di lui.
«Liam...» sussurra lei, a bassa voce.
Lui le sorride piano, raggiungendola.
«Per quanto io ami i film d'amore, in cui i due innamorati di ritrovano e si danno un bacio appassionante: ora non è il momento.» li interrompe Noah, riferendosi al proiettile che, grazie al cielo, ho fermato.
Secondo me è anche un po' geloso di Hayden; è sempre stato protettivo, sia nei miei che nei suoi confronti.
Anche se di me non dovrebbe preoccuparsi...
Gli occhi di Derek si spostano su di me.
Nessuno dei due è mai stato il tipo romantico e premuroso, che si lega molto spesso, ma entrambi siamo legati l'uno all'altra.
Odio anche solo pensarlo, ma mi è mancato quel 1 metro e 83 di muscoli e quel sorriso che pochi riescono a vedere.
Un altro sparo, che però, a parer mio, era indirizzato al cielo.
Del bosco escono tre uomini, tutti e tre hanno in mano un ARX 160.
«Elsa Mccall!» urla uno di loro, facendo qualche passo in avanti. «Su uno dei nostri proiettili c'è scritto il tuo nome.» ghigna, con occhi sbarrati.
Bella frase ad effetto, questa me la devo segnare assolutamente.
«Vediamo se i tuoi inutili proiettili sono più veloci di me.» rispondo, facendomi avanti.
Accanto a me si posiziona anche Erik, che, evidentemente, sa già cosa ho intenzione di fare.
«Siete impazziti? Quei proiettili viaggiano ad una velocità 920 metri al secondo, è impossibile bloccarli, anche per noi.» inizia Peter, con il suo monologo interiore.
«Io l'ho appena fatto, però.» lo zittisco.
«Oh, e come pensi di far-» non gli faccio finire la frase, sparandogli in meno di un secondo un proiettile in testa.
Anche delle semplici pistole Sig Sauser, a volte servono.
Erik si guarda in giro e, non vedendo nessuno, tira fuori gli artigli con un gesto di polso.
Gli occhi tramutano dal suo azzurro ghiaccio al blu brillante.
Mostra le zanne per intimidirli.
Ci riesce.
Mentre sono distratti sparo ad entrambi al cuore.
Idioti...
Erano così distratti da Erik e dalla sua trasformazione, che non si sono neanche accorti che gli stavo ancora puntando la pistola contro.
È facile così, in effetti, ma non bisogna mai sottovalutare le cose facili.
È anche divertente, ma quello è un mio parere personale.
«È sempre più facile.» mi sorride, ritornando umano.
«Già...»
Ci giriamo verso gli altri, che ci guardano con gli occhi spalancati, a parte Noah ed Hayden.
«Ora che c'è ne siamo occupati, spiegatemi perché siete qui.» ordino, con tono autoritario.
«Sei in pericolo.» ripete Theo, avvicinandosi a me.
«L'ho capito, ma come hai potuto vedere so cavarmela da sola.» ringhio, avvicinandosi alla sua faccia perfetta.
Si... perfetta, avete capito.
«E se non ci fosse stato il tuo amico?» chiede Derek.
«Fidatevi.» si intromette "il mio amico". «Se non ci fossi stato io, le avrebbe fatto di peggio.»
C'è un attimo di silenzio, quando viene interrotto da Noah.
«Ragazzi, qui non è sicuro continuare questa conversazione, prendete l'auto e seguiteci.» propone lui, sapendo che io disapprovo completamente la sua idea.
Non sono appena uscita da un'Accademia militare, (che si potrebbe chiamare anche "Accademia di tortura") per rigettarmi nel mezzo di armi, omicidi e combattimenti.
Anche se nessuna delle tre attività mi disturbano.
«Non se ne parla.» dico, con tono basso, guardandolo male.
«Elsa...» mi rimprovera con la voce.
Alzo gli occhi al cielo.
«Se è necessario.» mi arrendo.
Non c'è gusto a discutere con Noah, perché più inizia a comportarsi come un bambino di tre anni.Theo
Non credevo fosse così forte.
Ha bloccato a mani nude un proiettile che viaggiava ad una velocità superiore hai 900 metri al secondo, ed ha ucciso tre uomini con soltanto tre colpi precisi e perfetti.
«Sapevi che fosse cambiata così tanto?» chiede Peter a Derek, mentre seguiamo l'orribile auto azzurro fluorescente di Noah.
«No.» risponde lui. «Speravo almeno che non avesse smesso di sorridere.» abbassa la testa, guardandosi le mani, come per cercare una risposta, che non avrebbe trovato.
«Sapevo che era cambiata dopo la morte di sua sorella, ma non così tanto.»
Questa non è la Elsa che ricordo io.
Lei rideva, scherzava ed era socievole con tutti, mantenendo una grande forza e molto coraggio.
Non credevo mi mancasse una cosa simile, non credevo mi mancasse lei.Arrivati davanti al cancello di casa loro, mi viene un colpo; è enorme.
È circondata da un cancello d'acciaio, verniciato di nero, circondato da alte siepi, per la privacy, immagino.
La casa è alta 3 piani, è bianca con il terrazzo all'ultimo piano e i balconi fatti di vetro azzurro, preceduti da grandi finestre grigie.
Davanti all'entrata c'è una scalinata fatta di mattonelle, rigorosamente grigie ed al suo lato traspare una ampia porta, che presumo porta al garage sotto la casa.
«Ma quanti soldi c'hanno questi?» chiede Liam, a bocca aperta.
Parcheggio fuori da quella che chiamano casa, ma che io chiamerei Villa.
Vedo Elsa salutare il suo amico, che sta prendendo una moto per andarsene chissà dove, successivamente entrare dalla grande porta in legno di quercia.
Noah ci invita ad entrare, tenendo la porta per noi.
Dentro è ancora più grande di quanto avessi immaginato.
Pavimenti in parquet chiaro, con mobili neri e arredamento moderno, dappertutto.
«Accomodatevi.» Noah indica il divano, che sovrasta il salotto.
«Fate come se foste a casa mia.» dice con occhi socchiusi Elsa, che si appoggia al mobile vicino alla televisione, davanti al divano, con in mano una bottiglia di birra.
Mi siedo sul comodo divano e inizio a fissarla, anche accigliata rimane figa.
«Monroe ti cerca.» inizia Derek, rimandando in piedi come Elsa, a differenza di tutti gli altri.
Con un occhiata Noah ed Elsa si capiscono al volo.
«Anche noi la cerchiamo, ma fa fare tutto il lavoro ai suoi uomini, prima o poi dovrà pur uscire.» risponde lei.
«Perché la cercate?» chiede Liam, tenendo la mano ad Aiden.
«È l'erede di Gerard.» inizia Noah. «È stato lui ad uccidere Evie e, sappiamo che ha insegnato tutto ciò che sapeva a Monroe, ha già fatto fuori persone che conoscevamo da anni, deve essere eliminata.»
«Scott non sarà d'accordo...» sentenzia Liam.
Scott non sarà mai d'accordo allo spargimento di sangue, lo trovo ridicolo sinceramente.
«Per quale motivo?» chiede lui.
«Perché, non lo sai?» Elsa si fa avanti. «Il piccolo Scott è contrario allo spargimento di sangue.» ghigna con fare arrogante. «Non si è mai visto un alfa che non abbia mai ucciso qualcuno per il suo branco.»
Qualcuno che la pensa come me...
«Semplicemente, non gli piace uccidere le persone.» sibila Liam, alzandosi in piedi.
«Oppure, è un codardo e fa fare il lavoro sporco ai membri del suo branco.» ribatte Elsa, cono tono di sfida, avvicinandosi a lui.
«Elsa...» Derek si posiziona davanti a lei, prendendola per una spalla, fermandola.
«Non ti conviene provocarmi.» gli occhi da lupo di Liam si rivelano. «Non sono molto bravo a controllare la rabbia.» fa un passo verso di lei e Derek.
«Liam...» lo blocco, mettendomi davanti a lui.
«Ma guarda, siamo in due...» digrigna i denti, senza trasformarsi.
Lo prego con lo sguardo di fermarsi, sa che se la toccasse dovrebbe poi fare i conti con me e con suo fratello... e in aggiunta anche con Derek.
I suoi occhi tornano azzurri e si calma, sorprendentemente.
Anche Elsa indietreggia, con l'insistenza di Derek.
«Torneremo con voi a Beacon Hills.» sospira Elsa, lasciando tutti a bocca aperta.
«Ne sei sicura?» le chiede Noah, andandole in contro.
«Verremo solo se ci aiuterete ad ucciderla.»
Guardo Derek, che sembra titubante sul da farsi.
«Iniziamo a tornare a Beacon Hills.»
«No.» scuote la testa.
«Se Scott non ha abbastanza palle da farla fuori non c'è problema, lo farò io, o Noah, ma devo sapere se non ci ostacolerà.»
Derek si rivolge a noi.
Io annuisco, Peter probabilmente era già d'accordo prima e anche Liam dopo poco accetta.
Deve essere fatta fuori.
Sono due anni che cerca di ucciderci.Torneremo a Beacon tra due giorni, fino ad allora, rimarremo qui... non che mi dispiaccia.
Andremo con il jet della loro famiglia.
Mi chiedo fino a quanto si estenda il loro patrimonio...
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QUELLO È IL PASSATO... -Theo Reaken-
FanficSe avessi saputo subito cosa si provava a baciarlo, la prima volta che l'ho visto gli avrei chiesto di scendere dalla mia auto e salire su di me... Prima storia (e fanfiction) che scrivo✌🏻 Scene 🔥