PARTE VENTIQUATTRO

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Elsa
Mi risveglio di scatto, colpita subito da un mal di testa lancinante, per la troppa velocità con cui mi sono alzata.
Stupida pressione bassa...
Sono coperta dalle coperte bianche del mio letto, con il mio pigiama nero addosso.
Aspetta un attimo...
Mi alzo, guardandomi intorno.
Che sia stato tutto un sogno?
Che mi sia immaginata tutto e che io ieri sia tornata dall'Accademia, per poi addormentarmi e sognare tutto questo?
Che io mi sia immaginata Theo? E anche Scott? E Derek?
N-Non può essere stato solo un sogno, no, non vogl-
I miei occhi cadono su una fotografia sul mio comodino.
Io e Theo, nove giorni fa, prima che lui partisse per tornare a Beacon Hills.
Non era solo un sogno.
Porca troia, che infarto.
Sono tornati tutti a Beacon, inclusi mio fratello ed Hayden.
Io avevo delle faccende importanti da sbrigare qui, a Los Ángeles, ma oggi raggiungo anche io gli altri.
Oggi raggiungo Theo.
Ricordo, che due settimane fa, ha iniziato a farsi paranoie su paranoie, dicendomi che l'avevo chiamato "amore mio".
Impossibile, sarà stata la sua immaginazione e, anche se l'avessi detto, sarebbe stato di sicuro un errore!
Sospiro, baciando la parte della foto in cui c'è lui.
La foto ritrae noi due, qui fuori, in giardino.
Lui mi porta sulle spalle, sorridendo alla fotocamera.
Sto sorridendo anche io...
Erano anni che non sorridevo per fare una foto.
Erano anni che non facevo una foto, a dire il vero.
Mi alzo dal letto, iniziando a vestirmi.
Metto una tuta grigia larga, con un top bianco e la mia giacca di pelle nera.
Da quando lo conosco, anche il mio modo di vestire è cambiato...
Divoro la brioche vuota che avevo preso il giorno prima per fare colazione ed esco, con la sacca militare in spalla che, ormai mi fa da valigia e lo zaino, anch'esso a modo militare.
Carico tutto in macchina, la Lamborghini nera, maledicendomi per amare così tanto le auto che hanno il baule più piccolo.
Appena mi metto al vilente, l'adrenalina sale.
Sfreccio fuori dal cancello d'acciaio, partendo ad una velocità elevata, forse troppo elevata per i poliziotti che mi hanno vista uscire.
Per fortuna mi riconoscono e non mi rincorrono con la volante.
Tempo fa ho fatto in modo di andare a genio ai poliziotti che esercitano qua in torno, essendo una maniaca della velocità.
Abbasso il finestrino, godendomi la brezza che mi arriva in faccia.
Quanto amo questa sensazione.
Arrivo in aeroporto, parcheggiando l'auto nel baule dell'aereo, che è davvero comodo.
Saluto in comandare che mi augura buon volo e partiamo, trovando un po' di turbolenza.

Ormai sono le 17:30, manca mezz'ora per arrivare a casa.
Ormai anche questa insulsa cittadina è tornata ad essere casa per me.
Ovunque si trovi Theo, per me è casa...
Butto le valige al di là della porta, appena arrivata, per poi rientrare in macchina e dirigermi verso casa di Derek.
Trovo tutti ad aspettarmi sotto casa.
Dio no, non ditemi che adesso c'è una di quelle scene in cui tutti si abbracciano, ridono e sorridono...
Appena scendo Noah mi prende in braccio, staccando i miei poveri piedi dal suolo e stritolandomi, bloccando il mio respiro.
«Mettimi giù!» grido, sferrandogli un calcio sugli stinchi.
«Mi sei mancata anche tu, sorellina.» mi sorride, con il viso contratto dal dolore.
Abbraccio Hayden.
Non ho problemi con lei, è come abbracciare di nuovo Evie.
Abbraccio anche Derek e poi sento del calore alle mie spalle, un calore che ormai, conosco fin troppo bene.
«Ciao, piccola.» circonda i miei fianchi da dietro.
«Ciao, idiota.» mi appoggio alla sua spalla, guardando i suoi occhi.
Questo ragazzo mi ha stregata, cazzo.
Mi giro, baciandolo, trattenendomi essendo di fronte agli altri.
«Ok, piccioncini, dobbiamo andare.» ci interrompe Stiles, affiancato da Lydia.
«Andare dove?» chiedo.
«C'è un gruppo di cacciatori nei boschi, dobbiamo allontanarli.» spiega Malia, che ha il braccio del padre sulle spalle, mentre Scott le tiene una mano.
Ci scambiamo una serie di sguardi di intesa.
Da quando abbiamo deciso di formare un branco intero, andiamo d'accordo per la maggior parte di cose.
«Cioè, sono appena arrivata e devo già lavorare?» chiedo, senza riuscire ad uscire dallo stretto abbraccio di Theo.
«Esatto.» mi sorride Liam, abbracciando Hayden, imitando la stessa posizione in cui siamo io e Theo.
Sospiro, guardando mio fratello.
Mi fa segno con la testa di andare.
Saliamo tutti in auto, il posto non deve essere vicino.
Theo al mio fianco, come al solito.
Ormai non faccio più caso a quando sale in auto come un bisonte, ci sono abituata.
«Mi sei mancata.» mi sorride, posando una mano sulla mia coscia.
«Anche tu, amore mio.» sussurro, guardandolo dolcemente.
Si... ho detto "amore mio", ma LOGICAMENTE, non era mia intenzione.
I suoi occhi non si staccano dai miei e prima che possiamo accorgercene, finiamo entrambi in un bacio passionale.
È così bello avere di nuovo le sue labbra incollate alle mie.
Appena ci stacchiamo mi blocca il mento, costringendomi a guardarlo.
«Appena finiamo questa cosa, aspettati il meglio. Sono nove giorni che sono costretto a fare da solo, immaginandoti, non ce la faccio più.» ghigna.
«Fidati, non sei l'unico.»
Ricambio la sua espressione perversa, per poi partire.
Il ragazzo che ho al mio fianco non fa altro che fissarmi, come se fossi un opera d'arte esposta in un museo d'epoca.
Grazie a lui mi sono salvata dall'oscurità.
Grazie a lui ora provo emozioni e riesco a percepire cose che prima, erano solo un ricordo.
Se penso che questa storia è iniziata solo perché l'ho visto appoggiato alla mia auto il primo giorno...
Ora che ci rifletto, quella volta era venuto per salvarmi, era venuto per proteggermi.
Non sarei la me di oggi se non fosse stato per lui.
Senza di lui, sarei persa.
Sarei ancora la stronza, impassibile, violenta e aggressiva che mi caratterizzava, ma ormai, quello è il passato...

FINE
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FINE??




Vi è piaciuta?
Io mi sono divertita un mondo a scriverla!!

QUELLO È IL PASSATO... -Theo Reaken-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora