<<Queste ostriche sono la fine del mondo!>> esclama Robert, roteando gli occhi in segno di piacere.
Osservo Dylan accanto a me, che sembra avere i nervi tesi come una corda di violino. Il mare calmo e scuro sotto il cielo stellato notturno stona con la tensione in questo tavolo.
<<Robert, ora basta con le stronzate.>> sbotta tutto ad un tratto.
<<Vuoi dirci che cazzo ci fai qui?>><<Ehi ehi ehi Dyl, calmati. Piccolo Dyl, non ti agitare.>> dice Rob, mettendo le mani avanti, grandi come quelle del fratello. Sono proprio due fotocopie, ma in questo momento mi sembrano il bianco e il nero, lo ying e lo yang.
<<Non sono sicuro che tu voglia che lo dica ora, il perché della mia presenza qui.>> sentenzia, indicandomi con un cenno della testa. Sta nascondendo qualcosa? Qualcosa che non vogliono farmi sapere, dato che Dylan sembra cogliere al volo.<<Devi andartene, cazzo.>> impreca, battendo un pugno sul tavolo di vetro, facendolo tremare. Gli direi di smetterla perché potrebbe rompere quello che sembra un costosissimo pezzo d'arredamento dello yacht, ma non penso sia il momento adatto.
Appoggio una mano sul suo ginocchio, accarezzandolo per tranquillizzarlo, per fargli sapere che io sono qui.
Lui si volta verso di me e mi guarda negli occhi, implorandomi con lo sguardo. Ho imparato a leggerlo, ora vedo preoccupazione, paura, angoscia di perdermi. Torna a fissare con rabbia il fratello.<<Sai, ti direi che sei proprio un figlio di puttana se solo non avessimo la stessa madre.>> dice Robert, alzandosi e facendo stridere la sedia sul parquet bianco tirato a lucido.
Odio essere in queste situazioni, quando ti trovi nel bel mezzo di liti in cui non centri nulla ma che sei costretta a subire. Vorrei scomparire come quando da piccola i genitori delle mie amiche litigavano mentre ero a casa loro.<<Tu non devi permetterti di dire un cazzo.>> lo minaccia Dylan, alzandosi a sua volta e avvicinandosi a lui.
<<Ti ricordo che tu c'eri dentro fino al collo.>> dice Robert stringendo i denti.
<<Ne sono uscito perché sono abbastanza forte. Tu saresti forte ma sei solo un coglione.>> replica Dylan, senza azzardarsi a toccare il fratello. So che non farebbe male nemmeno ad una formica.<<Io vado in camera...>> li informo, quasi sottovoce, abbassando lo sguardo.
Entrambi si voltano verso di me, sembravano quasi essersi dimenticati della mia presenza tanto erano presi dal litigio.
Cose tra fratelli, penso.Dylan, si avvicina a me e porta due dita sotto al mio mento, costringendomi a guardarlo. Mi stampa un bacio sulle labbra, per poi dire <<Vai a metterti il costume, non finiremo la serata così.>>
Accenno un sorriso e vado in camera, sentendo i loro sguardi ancora bruciare su di me.Infilo il primo bikini che trovo nella valigia, uno delizioso rosso con brasiliana, e esco nella veranda a picco sul mare.
Non ho intenzione di farmi rovinare la vacanza da quel Robert, quando Dylan sarà qui farò finta che non sia successo nulla. Basta, solo io e lui ora.
Faccio un respiro profondo, osservando l'orizzonte blu. Chiudo gli occhi, inspiro l'aria che sa di salsedine e scaccio tutti i pensieri negativi. Tutto si risolverà alla perfezione.Sento delle mani calde che conosco molto bene posarsi sui miei fianchi scoperti. Tutto si sta già risolvendo, visto?
Sorrido istantaneamente, sentendo le sue labbra vicine al mio orecchio.
<<Sei più bella di questo mare.>> sussurra, facendomi voltare piano verso di lui, per poi baciarmi.
Sfilo la sua maglietta velocemente, mentre lui giocherella con le dita con i laccetti del mio costume.<<Non hai messo il costume?>> domando confusa, notando che non ha il costume ma dei semplici boxer.
Mi squadra ridacchiando, per poi slacciare il nodo del mio reggiseno.
<<Credi ce ne sia bisogno, Camille?>> replica, inclinando la testa di lato.
Dio, quanto mi fa impazzire.
Fa cadere il mio bikini sul parquet della veranda, lasciandomi completamente nuda nella penombra della sera sullo yacht.
Istintivamente, gli tolgo i suoi boxer, per poi tornare a baciare le sue labbra morbide.Mi spinge sempre più dietro di me, fino a quando i miei piedi non sentono più nulla sotto di loro, ma solo il vuoto. Cadiamo in acqua, annaspando per raggiungerci, e ridendo come due bambini.
<<Sei uno stronzo.>> esclamo, allacciando le braccia dietro al suo collo.
Ride, sfiorando il mio naso con il suo, e portando le mani sui miei glutei, avvicinandomi al suo bacino.
E tutto si ferma, i suoi occhi scuri nei miei, il totale silenzio rotto solo dall'armonioso sciabordio delle onde, il mare che ci culla, il nostro tocco rovente sulla pelle, la voglia l'uno dell'altro.<<Dio, Camille, ma che cosa sei. Sei la cosa più bella che tu mi sia mai capitata.>> sussurra, mentre entra in me piano piano.
Sono felice come non lo sono mai stata negli ultimi mesi.
<<Dylan, ma che cosa mi fai.>>🌊🌊🌊🌊🌊🌊🌊🌊
Dylan's Pov
L'orologio d'argento al muro segna le due del mattino. Camille dorme accanto a me, nuda sotto le lenzuola della nostra stanza, io invece sono sveglio. A volte i pensieri non mi lasciano prendere sonno, e ora che ho rivisto Robert non credo che dormirò più per molto tempo. Prendo una sigaretta dal pacchetto sul comodino, scendo dal letto cercando di non fare rumore per non svegliare l'angelo di ragazza vicino a me, ed esco sul terrazzo.
Accendo la Marlboro, prendo un tiro e mi appoggio al parapetto trasparente sul mare. L'aria fresca marina accarezza il mio viso, e un po' mi rincuora.
<<Il vizio del fumo non te lo sei tolto però.>> osserva una voce fin troppo familiare dietro di me.
Decido di ignorare Robert, restando in silenzio e impassibile.
Lui si mette di fianco a me, a guardare l'abuso davanti a noi.
Decido di rompere il silenzio.<<Lei non deve sapere nulla. Lei non deve entrare in quella merda.>> dico, freddo.
Robert sorride con un ghigno sarcastico.
<<E se le succedesse qualcosa? Lei ci è già dentro, e ancora non lo sa.>> risponde.
<<Se le succede qualcosa, qualsiasi cosa, tu sei un uomo morto. Lei non dovete toccarla nemmeno con un dito. Non è come le altre che ci sono state.>> spiego.Lui scuote la testa, sempre con quella smorfia da arrogante.
<<Hai fatto le valigie? Tu devi scomparire domani mattina, capito?>> lo incalzo.
<<Sì, non vuoi casini, lo ho capito. Me ne andrò, ma sappi che è inevitabile.>> si allontana, facendo per rientrare.<<Ah, Dylan?>>
<<Dimmi, Rob.>>
<<Quella francese, Camille... è veramente bella. Carina carina... sarebbe davvero un peccato se la prendessero...>>
<<Sei un uomo morto. Vattene.>>Torno in camera più rilassato, dopo essermi assicurato la partenza domani di mio fratello.
Un raggio di luce lunare illumina dolcemente il viso di Camille.
Mi fermo ad osservarla, è così bella e indifesa, addormentata con i capelli biondi sparsi sul cuscino. Accarezzo appena la sua guancia, notando i suoi lineamenti europei che tanto mi piacciono.<<Non permetterò che ti accada nulla. Ma tu non lasciarmi mai solo. Mai, Camille. Ti amo.>> sussurro, dandole un bacio sulla fronte.
Lasciate una stellina e un commento.
Allora, cosa pensate che stiano nascondendo? Perché Dylan è così preoccupato? Cosa pensate di Robert? Fatemi sapere! 🤍
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𝐀𝐩𝗼𝐜𝐚𝐥𝐢𝐬𝐬𝐞.- Dylan O'Brien ff
FanfictionVienna, 2020. Il mondo sotto una pandemia. Scenario apocalittico. Amuchina a prezzo dell'oro, mascherine vendute con il contagocce. Tempi del "ti va di salire da me a lavarti le mani?". Due ragazzi costretti in quarantena insieme nello stesso studen...