Apro gli occhi di colpo, colpita da una dolorosa fitta di mal di testa. Infastidita, cerco di mettermi a sedere sul letto, e la testa mi gira talmente tanto che pare le pareti stiano ruotando vorticosamente intorno a me.
Massaggio le tempie con i polpastrelli, tentando di scacciare quella tremenda cefalea, e mi guardo intorno. Osservo la pila di vinili, i libri di Freud in disordine sulla mensola, i fogli scarabocchiati sulla scrivania, confusa. La camera di Dylan.
Mi alzo a fatica, barcollando un po', e passando davanti allo specchio noto la maglietta di Radiohead che sto indossando, anche questa di Dylan. Mi dirigo in bagno, per levarmi di dosso questa puzza di alcool tremenda, che ricorda uno squallido pub olandese.
Avvicinandomi allo specchio, vedo il mio viso arrossato e segnato da due borse gonfie, dovute alla sbronza. Noto la mia guancia rigata da un filo di mascara, quasi struccato con poca esperienza.Ed è qui che mi ricordo il grandissimo casino che ho fatto ieri sera. Cazzo.
Putain. Putain putain putain. Improvvisamente mi tornano alla mente frammenti di ciò che è successo ieri sera. Io ubriachissima che lo bacio, lo porto a letto e come una scema gli cado addosso. Lui che mi strucca e io che gli chiedo se gli piacciono le mie tette. Spiaccico una mano sulla fronte, imbarazzata come non mai. Mi appunto mentalmente di non bere mai più così tanto, perché potrei impazzire come ieri. Ma cosa mi era passato per la testa? Si dice "in vino veritas". Forse lo avrei baciato anche da sobria.
Scendo le scale con un po' di difficoltà per via dei giramenti di testa, diretta in cucina e guidata da un delizioso profumo di caffè. Trovo Dylan con la moka fra le mani, davanti a due tazze fumanti della bevanda scura. Alza lo sguardo verso di me, e sorride.
<<La nostra Charles Bukowski si è svegliata.>> scherza, allungandomi uno dei due caffè.
Ricambio il sorriso e mi siedo nello sgabello di fronte al suo, per poi massaggiarmi le tempie.
<<Stai meglio? Ieri sera eri andata.>> chiede.
<<Un po' stanca e un po' di mal di testa, ma va meglio, grazie.>> rispondo, per poi mandare giù un grande sorso di caffeina. Il sapore amaro del caffè scorre nella mia gola, e risveglia piano piano anche il mio cervello. Ne avrò bisogno. Devo prendere coraggio.
Passiamo qualche minuto in un silenzio imbarazzato, a fare finta di non guardarci di nascosto.<<Ascolta, Camille. Mi dispiace per ieri sera, non so che cosa mi stesse passando per la testa, ero un po' alticcio anche io. Non avrei mai fatto nulla con te approfittando del fatto che fossi ubriaca marcia, infatti ho smesso subito. Mi dispiace davvero, non è da me.>> spiega, passando nervosamente una mano tra i capelli scuri.
<<Non preoccuparti, è stata un po' colpa mia. Ti sono saltata addosso praticamente.>> sorrido, cercando di smorzare la tensione nell'aria.
<<Eri ubriachissima.>> ripete, come a sottolineare questa condizione.
Davvero crede che da sobria non sarebbe stato lo stesso?
Lo guardo fisso negli occhi, inarcando il sopracciglio con aria di disappunto. Lui non distoglie lo sguardo, ma al contrario si sporge verso la mia direzione, come per sfidarmi.Mi alzo per mettere la tazza nel lavandino, e decido di vuotare il sacco.
<<Io non credo che l'alcool abbia influenzato le mie scelte, ieri sera. Lo avrei fatto anche da lucida.>> confesso con un filo di voce, sentendo le mie guance avvampare all'istante. Maledetta pelle color cadavere e maledetta timidezza. Mi volto, appoggiandomi al lavello, e incontro il suo sguardo sorpreso.
Cerco di prendere coraggio e incrocio le braccia al petto, in attesa di una risposta.
Ma, Dylan si alza e si avvicina a me, e tutta la mia stabilità inizia a cedere. Più i centimetri fra di noi diminuiscono, più sento i battiti del mio cuore accelerare. Siamo ormai uno davanti all'altro, appoggia le mani sul mobile dietro di me, intrappolandomi. Percepisco il profumo della sua pelle, fatico a sostenere il suo sguardo in cerca di risposte.
Restiamo qualche secondo così, a fissarci in silenzio.Fanculo.
Lo bacio. Poggio dolcemente le mie labbra sulle sue, accarezzando il suo viso con la mano. Mi allontano appena per studiare la sua reazione.
<<E posso assicurarti che in questo momento non sono ubriaca.>> dico, facendolo ridere di gusto. La sua risata mi accende qualcosa dentro.
<<Aspettavo questo momento da una quarantena intera.>> sorride.
Ora è lui a baciarmi, ma questa volta con più malizia e passione. Circondo la sua vita con le mie gambe, mentre lui mi solleva con le sue braccia forti. Saliamo le scale così, verso la sua camera.
Mi adagia sul letto, e sfila con foga la mia maglietta.
<<Dejàvu.>> sentenzio ridacchiando, riferendomi alla scena che si era ripetuta la notte.
<<Dio, quando parli in francese mi fai impazzire.>> sorride, mentre a cavalcioni su di lui abbasso la zip della sua felpa, lasciandolo a petto nudo. Ci infiliamo sotto le lenzuola, continuando a sommergerci di baci.✨✨✨✨
Passiamo questa giornata piovosa così, facendo l'amore sotto le sue coperte, mangiando e fumando.
Accarezzo dolcemente il suo petto scolpito, mentre lui giocherella con una mano fra i miei capelli, scorrendo le notizie sul cellulare.
Sorrido, estasiata dalle sue coccole, che vengono interrotte bruscamente. Sollevo lo sguardo, contrariata, e incontro i suoi occhi scuri sgranati dallo stupore, fissi sullo schermo.
<<Che succede?>> chiedo , mettendomi a sedere coprendo il mio corpo nudo con il lenzuolo.
<<Porca puttana, leggi qua!>> enfatizza, passandomi il cellulare.
Lo afferro, confusa, e leggo velocemente il contenuto."Austria: Van der Bellen riapre i confini dal 15 giugno, addio alla quarantena." cita il titolo dell'articolo di Vienna Today, il quotidiano preferito di Dylan.
Mi lascio scappare un gridolino di gioia, appoggio il telefono e bacio Dylan, quasi come un segno di liberazione.
<<Mi sembra un sogno. Siamo liberi, o quasi.>> sussurro sulle sue labbra.
<<Tu sei un sogno.>> sottolinea, percorrendo la mia schiena con una mano, cospargendo il mio corpo di brividi.
Poi, si allontana da me, si alza per indossare un paio di boxer e mi guarda, in piedi davanti a me.<<Mi chiedevo se ti andasse di uscire a cena con me stasera, Camille. I ristoranti hanno riaperto da qualche giorno.>> dice, piegando lievemente il capo di lato senza spostare lo sguardo da me. Dio, cosa non gli farei.
<<Mi concede questo onore?>> scherzo, alzandomi e avvicinandomi a lui.
Posa le mani sui miei fianchi, ancora scoperto completamente, e sussurra al mio orecchio:
<<Vai a vestirti, se stai ancora così per molto potrei perdere la testa.>>✨✨✨✨
Il cameriere posa con delicatezza due piatti fumanti davanti ai nostri volti affamati, e si congeda con un sorriso. Un sorriso che in realtà posso solo percepire da dietro la sua mascherina, ma comunque un sorriso. È strano vedere il mondo così, foderato da mascherine e distanze di sicurezza. Sembra all'improvviso tutto così freddo e brutale, glaciale e distaccato.
Ma ci pensa subito Dylan a scaldare l'atmosfera, con quello sguardo malizioso che ormai conosco bene.<<Camille, ti ho portata qui anche per chiederti una cosa.>> esordisce, facendo ondeggiare il vino rosso all'interno del suo calice di cristallo.
Butto giù un sorso anche io, immagino mi servirà.
<<Io ho una barca, una barchetta. Mi chiedevo, visto che hanno riaperto quasi tutto, se ti andasse di venire in vacanza con me.>> dice, con un sorriso dipinto sul bellissimo viso.
<<Hai una barca?>> chiedo, sorpresa.
Mi allunga il suo iPhone, dove vedo l'immagine di un meraviglioso yacht.
<<Alla faccia della barchetta! Dylan, ma è uno yacht favoloso!>> esclamo, sempre più felice.<<Per una ragazza favolosa, ci vuole uno yacht favoloso, immagino.>> sorride, prendendomi la mano.
Arrossisco all'istante, costretta ad abbassare gli occhi. È pazzesco tutto questo, lui è pazzesco.
<<Allora, vieni con me nella mia barchetta in una vacanzina nel Mediterraneo?>> dice. La sua voce rauca e tremendamente sensuale mi fa andare fuori di me.
<<Sì, oh mio Dio. Sì!>> annuisco, con un sorriso da un orecchio all'altro.
Ecco, la sensazione che non provavo da forse mesi. La felicità, quella vera, che in questo momento porta il nome del ragazzo che mi trov0 davanti.Lasciate una stellina e un commento.
Ciao a tutte, scusate per la lunga attesa per questo capitolo ma sono stata davvero impegnata. Prometto che ora, dato che sono più libera, pubblicherò una volta alla settimana.
Fatemi sapere come sempre cosa ne pensate di questa vacanza in yacht e della nostra nuovissima coppia! ❤️
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𝐀𝐩𝗼𝐜𝐚𝐥𝐢𝐬𝐬𝐞.- Dylan O'Brien ff
FanficVienna, 2020. Il mondo sotto una pandemia. Scenario apocalittico. Amuchina a prezzo dell'oro, mascherine vendute con il contagocce. Tempi del "ti va di salire da me a lavarti le mani?". Due ragazzi costretti in quarantena insieme nello stesso studen...