26 novembre.

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«It’s a damn cold night,
tryin’ to figure out this life,
I want you take me by the hand, take me somewhere new,
I don’t know who you are but I, I’m with you.»

Avril Lavigne – I’m With You.

26 novembre.
 
Il sole albeggiava meravigliosamente quella mattina. Qualche nuvola passeggera contornava il maestoso azzurro del cielo, sfumato da diversi toni rosei che rendevano tutto una vera favola.
Nonostante ciò, il famigerato e ormai abituale freddo londinese non poteva mancare.
 
La chioma rossa di Amber era sparsa sul soffice cuscino color ciano, dove dormiva beatamente.
Due occhiaie violacee le contornavano gli occhi cristallini, il trucco le si era sciolto sotto la rima degli occhi e il rossetto sbavato fin sotto le labbra. I vestiti erano ormai sgualciti e le scarpe, beh quelle probabilmente le aveva lasciate a casa di Liam la sera precedente, troppo stanca per camminare su quei trampoli.
 
I ricordi della notte scorsa iniziavano pian piano a riaffiorare nella sua mente, vuota di ogni memoria riguardante la festa, forse la ragazza cominciava ad essere cosciente.
In sogno si vedeva con Bethany ubriaca fradicia che ballava, fumava e beveva. Anche lei stava pensando che forse era stata un tantino troppo provocante.
Poi basta, non le veniva più niente in mente. Cercò di sforzarsi, seppur senza risultato.
 
«Green, alzati.» il moro era apparso misteriosamente da una porta, con dei borsoni che sembravano pesanti.
Ma, un attimo...
Quella non era camera sua e nemmeno quella di Zayn.
Amber si guardò intorno e vide una stanza molto elegante, rispetto al disordine che si prestava in casa sua. Si accorse di un balconcino adornato di ogni tipo di tulipano, il letto su cui stava dormendo era comodo e morbido, coperto da un leggero lenzuolo azzurrino. I muri erano dipinti di un color del cielo e l’armadio che occupava gran parte della piccola camera era in legno tinto di bianco.
 
«Come stai?» le chiese Zayn, ricordando di avere visto la ragazza al peggio la sera prima.
«Dove siamo?» chiese confusa lei, mentre si stiracchiava per bene.
«Beh, diciamo che ieri sera sono successe un po’ di cose, e che ora dobbiamo andarcene.» disse vago Zayn.
«Che cosa è successo di tanto grave? Mah, non capis.. aspetta, che vuol dire che dobbiamo andarcene?!» esclamò la rossa sconvolta.
«Ehm, ecco diciamo che..»
«Zayn Malik, dimmi che sta succedendo, ora.» lo interruppe bruscamente lei.
«Okay.» prese un respiro profondo lui prima di cominciare, la prima parte del racconto era abbastanza divertente.«Allora, ieri quando ci siamo baciati, siamo andati via dalla festa.»
«Va’ Avanti. Aspetta, che cosa?! Cioè, io.. tu.. noi.. bacio.. Dov’è la telecamera nascosta? O è una presa in giro?» esclamò Amber con una faccia a dir poco disgustata.
 
No, dannazione. Non poteva essere successo davvero, forse la stava davvero prendendo in giro, o forse.. no.
 
«Oh si, sei tu che ti sei fiondata su di me, e devo dire che al sottoscritto sei piaciuta, molto.» disse malizioso.
La ragazza arricciò il naso e strizzò gli occhi,  «Bleah, Amber Green, questa non te la perdonerò mai» si disse.
Zayn sorrise appena, ma poi continuò.
«Beh, dove ero rimasto? Ah sì, al nostro bacio.» rise, dando tono alle due ultime parole.
La rossa ridusse gli occhi a due fessure.
«Prova a parlarne con qualcuno e ti taglio le palle.» lo minacciò.
Senza accorgersene, il moro portò le mani lì vicino, sentendo un piccolo dolore. Amber rise.
«Davvero simpatica, rossa. Ecco, noi siamo usciti da casa Payne, perchè tu avevi intenzione di approfondire la cosa nel nostro appartamento.»
Amber spalancò la bocca, formando una perfetta O.
«Mio Dio, quanto avevo bevuto?» disse scioccata, massaggiandosi le tempie.
Zayn, senza badare alle interrruzioni, continuò.
«Così, siamo rientrati a casa, e subito ci siamo impegnati molto, ma pochi minuti dopo ho ricevuto delle, ehm... visite.» il viso di Zayn si abbassò.
 
“E ora Zayn Jawaad Malik la pagherà cara.”
 
Ripensò a quelle parole e una stretta allo stomaco lo colse di sorpresa.
«Chiunque esso sia, sia ringraziato infinitamente.» disse sollevata Amber, pensando a cosa avrebbero potuto combinare quei due insieme.
«Hey Zayn, tutto bene?» chiese, guardando il moro, preoccupata.
Il ragazzo aveva assunto un’espressione cupa,  non riusciva ad alzare la testa, era... spaventato?
 
Improvvisamente Amber intuì la situazione, si ricordava perfettamente delle parole di quell’inquietante bidella, che le ricordava qualcuno come se non bastasse.
Ora era tutto chiaro, lo avevano trovato.
Ma la rossa non sapeva se era il caso di avvertire Zayn delle sue conoscenze.
E se poi lui le avrebbe fatto del male?
E se si sarebbe disperato di più?
E se sarebbe scoppiato in un pianto isterico?
E se fosse caduto in depressione a causa sua?
Okay, Amber era decisamente preoccupata per lui e non sapeva cosa fare.
 
«Oh, al diavolo tutto. Zayn, so tutto.
So della tua maledetta storia, so della tua maledetta compagnia, so della tua maledetta vita.» sputò quelle parole in fretta, non riusciva più a contenerle dentro di sé.
 
A quelle parole, il cuore di Zayn perse diversi battiti. Stringeva la mano sinistra in un pugno, la stringeva così fortemente che le nocche erano ormai biancastre. La sua mascella s’irrigidì d’improvviso.
«Chi te l’ha detto?» chiese soltanto.
«Jaqueline, la bidella della scuola.» rispose intimorita.
 
Lo sguardo di Zayn raggiunse il vuoto.
La ragazza aveva paura della reazione di Zayn, qualunque essa fosse stata. Ma questo era il prezzo da pagare per aver detto la verità.
Già, la verità fa male.
Allora, decise di chiudere gli occhi e di aspettare ciò che si sarebbe meritata.
Passarono alcuni secondi, ma niente. 
Altri secondi, e ancora niente. 
Decise di aprire gli occhi.
Ma quando lì aprì, vide due braccia che le circondavano il collo e una testa mora poggiata nell’incavo di esso, e a quel punto lei capì che Zayn non era pericoloso, Zayn Malik aveva paura, e stavolta davvero.
Lei, colta di sorpresa da quel gesto, cominciò piano ad accarezzargli la schiena, e iniziò a riflettere.
 
Quel ragazzo che stava stringendo non somigliava affatto al solito puttaniere da quattro soldi che le si presentava a scuola, davanti a lei, tutte le benedette ore di economia.
Non somigliava affatto a quel ragazzo che lei prendeva in giro ogni singolo giorno.
Al ragazzo che si era intrufolato bruscamente in casa sua.
Al ragazzo che a dir poco odiava.
Quando si sente nominare Zayn Malik, di solito, si pensa al ragazzo cattivo, approfittatore, menefreghista, donnaiolo, e di certo non pusillanime.
Ora invece, il vero Zayn stava abbracciando lei e poteva essere tutto, tranne che coraggioso, almeno non in quella situazione.
E lei non lo avrebbe abbandonato.
Amber poteva essere schietta e maleducata a volte, ma non era una ragazza senza cuore. 
No.
Aveva deciso di aiutarlo, anche se sapeva che tra loro due sarebbe potuta finire male, ma avrebbe retto lo stesso.
Non ci sarebbero state questioni d’amore, non era lì per quello, non per innamorarsi.
Sarebbe rimasta la solita Amber, solo un po’ più comprensiva. 
Non lo avrebbe lasciato vagare solo per l’Inghilterra con dei criminali alle calcagne, ecco, il ragazzo aveva bisogno di una “spalla”.
 
Amber aveva preso la sua decisione. E nel frattempo i due ragazzi erano ancora petto contro petto, da più di cinque minuti, in silenzio. Silenzio che nella mente di Amber non esisteva, dato che si era posta un sacco di problemi fino a quel momento.
Ma ad un tratto furono due parole ghiaccianti ad interrompere quella piccola quiete che si era formata.
 
«Mi dispiace.» rivelò Zayn. «E’ tutta colpa mia, tu non avresti dovuto finire in questa situazione.»
«Shh, non succederà nulla.» lo tranquillizzò la rossa.
«Ci uccideranno, Amber. Siamo in pericolo, ti ho cacciato in questa situazione e i-io non avrei dovuto, adesso come faremo, ci troveranno di sicu-» stava per continuare, ma Amber si staccò da quella presa, gli mise le mani su quel volto perfetto, per guardarlo negli occhi, quei pozzi di oro nero capaci di far impazzire qualsiasi ragazza si piazzi davanti a lui.
«Basta, Zayn. Guardami. Guardami, per l’amor del cielo.» gridò Amber «Nessuno verrà ucciso o sarà in pericolo finchè staremo l’uno di fianco all’altro. Non puoi mollare ora, cazzo, sei Zayn Malik, uno dei ragazzi più popolari della scuola, chi lo sa, magari anche di Londra intera, hai centinaia di ragazze che ti corrono dietro come gallinelle, proprio perché sei un tipo forte.» fece una smorfia nel frattempo «Ma non crollare ora, non puoi farlo.» finì la rossa.
 
Le labbra del moro si tirarono su per pochi secondi, in un lieve sorriso.
Incredibile, Amber Green gli aveva fatto dei complimenti.
 
«E se ad un tratto decidessi di crollare?» domandò lui.
«Non succederà, ma se proprio dovessi crollare, ti rialzerai, co-»
«Come un grattacielo.» dissero alla fine insieme. Risero.
A quel punto, Zayn sorrise e annuì con la testa, mentre la rossa ricambiò con un fedele occhiolino.
 
«Allora, prima di tutto, dove siamo? Cosa faremo ora? E.. che cosa c’è dentro quelle borse?» chiese curiosa Amber, alzandosi dal letto e tentando di cambiare discorso.
«Hey, hey, hey, vacci piano Green.» ecco, Zayn era tornato.
«Siamo in un Bed&Breakfast nella lontana periferia di Londra. Mentre dormivi beatamente e recuperavi metà della tua dignità, io sono tornato di nascosto all’appartamento e ho preso alcune cose che ci serviranno.» spiegò, prendendo e mostrandole i due borsoni scuri ed il loro contenuto.
Dentro il primo c’erano vestiti, intimo e altro appartenente a Zayn. Nel secondo, stessa roba, ma era tutto d’appartenenza alla rossa.
«Uh, grazie, un paio di converse, credo di aver lasciato i miei trampoli a casa di Liam. E questo?» disse afferrando un portafoglio marrone, sapendo che non era suo.
«Beh, lì dentro ci sono i nostri risparmi.» esclamò Zayn, facendo le virgolette con le dita alla parola “risparmi”.
In effetti, lì dentro c’era un bel gruzzoletto. Due carte platino, un bancomat e settecento sterline in banconote. In più Amber aveva in tasca centoquaranta sterline e qualche penny, se li portava sempre appresso.
«Hai svaligiato una banca, bel fanciullo? A che ci servono tutti questi soldi?» chiese lei.
«La mia famiglia mi ha lasciato un po’ di denaro per pagarti l’affitto, bella rossa. Ah, già, come ha intenzione di lasciare Londra, su un cavallo, principessa?» recitò il moro.
«Certo che no, principe dei miei stivali, pensavo di salire sopra le sue spalle robuste, mi sembra il minimo che lei possa fare per me.» scherzò Amber, facendogli il verso.
Subito Zayn la afferrò per le cosce e la mise sopra le sue spalle, come fosse a cavallo.
«Mettimi giù, Zayn.» urlava lei, mentre rideva insieme al ragazzo.
«Okay, ci riprovo. Mio principe, mi lascerebbe davanti al bagno? Faccio una doccia e poi partiamo.» rise lei.
«Subito, principessa.» disse Zayn «E’ sicura di voler fare una doccia da sola? Sa potrebbero esserci dei pericoli, come il mostro di Loch Ness che spunta dallo scarico del water. La accompagno io.» concluse.
«Non fare il cretino, vado e torno.» Amber stava  per chiudere la porta del bagno, quando un “aspetta” venne pronunciato da Zayn.
«E’ sicura di voler venire con me, principessa? E’ pronta?» chiese lui serio.
Amber abbassò la testa, ci pensò un po’ su e alla fine rispose.
«Io sono nata pronta, mio principe.»
  

MY SPACE

sono tronaaaaata. 

Spero che questo capitolo vi siamo piaciuto, commentate e mettete un bel mi piace. 

ALLA PROSSIMA E BUON ANNO. 

twentyfive ➳ z.m.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora