Story Of My Life

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«Written on this walls are the stories that

I can’t explain,

I leave my heart open but it stays right here empty for days.»

Story Of My Life – One Direction.

 
 
L’espressione cupa e buia faceva ombra sul viso di Zayn.
Si notava subito la mascella estremamente contratta e lo sguardo scuro, scuro davvero.
Amber abbassò la testa, aveva appena confermato le sue teorie: questo Jack non era amico di Zayn.
 
«Bradford, 2010.» iniziò lui «oramai ne sai quasi più di me, è giusto che tu sappia tutto, fin dall’inizio.»
 
Amber incrociò le gambe davanti a sé e si concentrò su ciò che Zayn aveva da dirle.
 
«Era l’ultimo anno di liceo, per fortuna, non ne potevo più. Io e i miei amici eravamo considerati abbastanza importanti dagli studenti e dalle studentesse» disse ridendo «ma ci sentivamo impotenti, a diciott’anni di solito una persona fa ciò che si sente di fare, decide di vivere. Ed era esattamente ciò che volevamo fare io, Harry e gli altri. Un giorno, mentre camminavamo per strada, riconoscemmo un locale abbastanza popolare, ma non era adatto a vecchietti che giocano a carte o signorine di mezza età che parlano di quant’è bello Brad Pitt, o comunque roba del genere.» si fermò un attimo pensando alle cavolate che aveva appena detto «lì andavano solo tipi poco raccomandabili, con cui la gente non aveva a che fare. Io credevo di essere pronto per questo, così incoraggiai gli altri ad entrare... e li iniziò tutto. Rimanemmo attratti da tutto ciò che ci circondava, non so se in senso positivo o negativo, ma diciamo che era tutto abbastanza figo per noi. Subito un uomo sulla quarantina si avvicinò a noi e ci propose di entrare nella sua compagnia, disse che saremmo stati bene, saremmo diventati popolari e richiesti da tutti, disse che potevamo avere ciò che volevamo.» fece una pausa di nuovo, passandosi una mano tra i capelli neri.
 
«Jack.» sussurrò Amber.
 
Zayn annuì.
«Noi, ovviamente, accettammo. Così, di punto in bianco. Non sapevamo a cosa saremmo andati incontro, volevamo solo divertirci. Tutti i giorni li vedevamo, non eravamo gli unici più giovani, c’erano ragazzi di diciassette e diciotto anni, ma anche tizi sulla trentina. Tutti i giorni, o quasi, ci vedevamo con loro. Passati i mesi, ho iniziato a bere troppo, assumere droga seppur leggera e.. andare a puttane.»
 
La faccia di Amber passò da una troppa serietà allo schifo più totale.
 
«Zayn, per favore, un po’ di contegno.» pensò.
«Scusa Amber, hai ragione.» si accorse di ciò che aveva detto, il moro.
«Continuiamo. Sempre con il passare del tempo, a volte riflettevo sulla vita che facevo: una cosa era certa, non mi piaceva. Ma ero spinto da qualcosa, potevo rinunciare, ma non volevo. Poi, arrivò un giorno.» si portò le mani alle tempie, cercando di far di tutto pur di non ricordare cosa successe, non voleva.
 
«Zayn, se vuoi possiamo fermarci qui.» notò la rossa.
«Mi portarono ad una specie di raduno, c’era gente che veniva da quasi ogni zona dell’Inghilterra, alcuni persino dalla Scozia.» Zayn ripartì subito con il suo racconto «Tra me e i miei amici avevano scelto me da portare, mi sentivo lusingato. Mi consideravano una marcia in più. Entrammo in questo grande locale, pieno zeppo di gente, fumo, droga, alcol, ma per me non erano novità. Almeno, non tutte.»
 
«Zayn…» lo richiamò Amber.
 
«Feci per andare in bagno, quando ad un tratto sentii un urlo, un urlo di dolore. E poi un altro, e una altro ancora. Decisi di andare a vedere cosa stava succedendo. Le grida venivano dal bagno delle ragazze. Mi affacciai sulla porta, non avrei mai dovuto farlo, ma lo feci. C’era una ragazza a terra, piena di lividi e sangue, mezza spoglia e malridotta. E di fianco c’era lui, rideva.»
 
Flashback-Zayn.
 
«Ti sei divertita? Io molto.» disse Jack, continuando a ridere.
Bastò quel gesto per farmi scattare e andare ad aiutare quella povera ragazza.
Corsi da lei, ma Jack mi prese per il braccio e mi fermò.
«Hey Malik, che fai?» mi chiese.
«Che faccio io? Che hai fatto tu, piuttosto.»
«Io non ho fatto proprio niente, mi sono solo divertito. E’ a questo che servono le ragazze così. Non devi aiutarla, Malik. Lei è solo una puttana.»
Rimasi fermo a guardarla. Era bionda, gli occhi erano nascosti dall’ombretto nero ormai colato.
Aveva i vestiti strappati e sgualciti, segni e graffi sugli arti, lividi violacei anche in faccia.
«Non è così che ci si comporta con le donne, mio caro.» lo avvertii.
«Non è così, Zayn? Sei entrato tu in questo girone e hai deciso tu, questo tra qualche anno lo farai anche tu, se non prima. Ti va di finirla? Ti cedo volentieri il divertimento.»
Mi diede in mano degli anelli di metallo, sempre continuando a ridere.
«Avanti Zayn, guardala. Non ti fa pena?» continuò lui.
Misi gli anelli sulle dita della mano destra.
«No Jack, sei tu che mi fai pena.» dissi e sferrai un pugno con gli anelli, beccandolo in viso e facendolo cadere a terra pieno di sangue.
Presi in braccio la ragazza e mi diressi verso l’uscita posteriore.
«Brutto figlio di puttana, la pagherai per questo.» furono le ultime parole che riuscii a sentire.
Ormai avevo chiuso, chiuso con tutto quello.
 
Fine flashback.
 

 
 
«Portai la ragazza all’ospedale più vicino e la feci ricoverare. Pochi giorni dopo avvertii Harry e gli altri, che lasciarono la compagnia pagando caro, non come me. Per questo ora mi cercano, sono in debito con loro.» finì il moro.
 
Una lacrima rigò il viso di Amber.
 
«Zayn, tu sei una delle persone più forti che io abbia mai conosciuto. Devi continuare ad esserlo.» ammise la rossa.
«No, non lo sono. Mi è andata di fortuna, io non servo a nulla.»
«Tu hai salvato la vita ad una ragazza che a moment poteva morire tra le tue braccia, hai salvato la vita dei tuoi amici facendoli abbandonare la compagnia. Prova a salvare te stesso, ora.»
 
Zayn non rispose, ma sorrise. Sorrise in modo sincero.
«Grazie.» sussurrò.
 
Amber ricambiò il sorriso, facendo spallucce.
«E’ mezzanotte Zayn, andiamo a letto. Quel demente riccio sarà già sotto le coperte.» disse lei.
«Hai ragione, andiamo.» concordò lui.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
«Green, sveglia.» sussurrò Zayn all’orecchio della ragazza che dormiva beatamente.
Nessuna risposta.
«Green, sveglia, dai.» alzò un po’ il tono di voce.
Stavolta un mugolio, contrario ovviamente.
«Cazzo Green, svegliati.» urlò poco delicatamente il moro spazientito.
«Minchia Malik, sei impazzito per caso?» gridò Amber arrabbiata.
«Scusa, ma devo chiederti una cosa.» disse lui.
«Avanti, parla.» la rossa si sistemò sul letto a gambe incrociate, grattandosi la testa e sbadigliando.
«Devo comprare le carote?» chiese ingenuo.
«E’ uno scherzo, vero?» rise lei.
«No, perchè dovrebbe?» era confuso.
«Porca troia maledetta, tu mi hai svegliata alle nove di mattina per chiedermi se devi comprare delle fottute carote che non so nemmeno a cosa servono… Ma a che cazzo ci servono le carote?» sclerò Amber.
«Non lo so, dimmelo tu.» disse Zayn «Vado a far la spesa, Miss Gentilezza 2014, ci vediamo a pranzo, se ti svegli.» salutò il moro.
«Zayn? Vaffanculo.» sorrise la ragazza.
 
 
 
 
 
«Harry. Harry.» Amber continuava a vagare per la casa, gridando a sqaurciagola il nome del riccio, che non trovava da nessuna parte, di nuovo.
Così, di nuovo decise di controllare in camera sua.
La raggiunse velocemente e stavolta aprì di colpo la porta, ma Harry non c’era.
Notò però che la finestra era aperta ed, essendo novembre, la trovo strana come cosa. Andò lì vicino e decise di chiuderla. Si affacciò appena.
 
Non l’avesse mai fatto.
 
Vide Harry parlare con un tizio alquanto strano. Non sembrava affatto giovane, anzi sarà stato un uomo sulla quarantina, se non di più.
«Dov’è lui?» chiese il tizio.
«Non lo so, penso sia uscito.» rispose il ragazzo «Tranquillo Jack, non sa nulla.»
 
 
Subito un uomo sulla quarantina si avvicinò a noi e ci propose di entrare nella sua compagnia, disse che saremmo stati bene, saremmo diventati popolari e richiesti da tutti, disse che potevamo avere ciò che volevamo.
 
 
«Avanti Zayn, guardala. Non ti fa pena?» continuò lui.
Misi gli anelli sulle dita della mano destra.
«No Jack, sei tu che mi fai pena.» dissi e sferrai un pugno con gli anelli, beccandolo in viso e facendolo cadere a terra pieno di sangue.
Presi in braccio la ragazza e mi diressi verso l’uscita posteriore.
«Brutto figlio di puttana, la pagherai per questo.» furono le ultime parole che riuscii a sentire.
Ormai avevo chiuso, chiuso con tutto quello.
 
 
 
Jack.
La causa di tutto.
Era lì. Parlava con Harry.
Harry, il migliore amico di Zayn.
Cazzo.
 
«Sicuro Styles? Se stavolta non riusciamo a farlo fuori, finisci male anche tu.» eccolo.
«Sicuro. Zayn Malik ormai è un morto che cammina, parola mia.»
 
Amber spalancò la bocca e mise una mano su di essa.
Non poteva essere vero, no.
Ecco che cosa nascondeva Harry.
 
Lui non ha mai lasciato la compagnia.
Lui è rimasto dalla parte di Jack.
Lui ha tradito il suo migliore amico.
Lui voleva uccidere Zayn Malik.
 
«Zayn.» sospirò Amber «Devo chiamare Zayn.»

twentyfive ➳ z.m.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora