26 novembre.

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«Now you were standing there right in front of me,
I hope on it’s getting harder to breathe,
All of us sudden these lights are blinding me,
I never notice how bright they would be.»
 
Harry Styles – Don’t Let Me Go.

 
 
26 novembre.
 
«Gemma? Non sei cambiata di una virgola.» rise Zayn.
«Zayn? Quanto tempo!.» lo salutò la ragazza.
 
 
Amber sapeva che Zayn avrebbe sicuramente incontrato una ragazza di sua conoscenza, che poi fosse una vecchia fiamma o un’amica di penna questo non ne aveva idea.
In effetti, quella Gemma sembrava una di quelle modelle delle riviste di moda, mora, magra e due occhi verdi che di certo non passavano inosservati.
 
Sicuramente una vecchia fiamma.
 
«Non credo di ricordare.» sorrise lui grattandosi la nuca.
«Forse due anni o di più, ma sta’ tranquillo, qui è sempre la stessa storia.» 
 
Amber continuava a giocare con la sua collana, un ciondolino argentato a forma di cuore.
Sperava di apparire innocente e ingenua agli occhi di entrambi, mentre nella sua mente domande su domande sbucavano come margherite.
 
«Amber, sei tra noi?»
Finalmente Zayn si accorse del suo bianco bagaglio umano che, nel frattempo, si sentiva abbastanza fuori luogo.
 
«Chi è questa bella rossa, Zayn? La tua nuova fiamma?» Gemma guardò Amber rivolgendole uno di quei sorrisi che mettono a disagio le persone.
In quel momento fu un’altra cosa ad andare in fiamme, il volto di Amber.
Quella Gemma parlava troppo per i gusti di Amber.
«No, è un’amica.» rispose lui facendo spallucce. «Amber, lei è Gemma Styles. La sorella maggiore di Harry.» 
 
Gemma Styles, la sorella di Harry Styles, il migliore amico di Zayn.
 
Amber allungò una mano per stringerla a quella della giovane mora. Si scambiarono un sorriso e, dopo aver accettato il passaggio in auto, Amber si sedette ad uno dei posti posteriori della Mercedes, mentre il moro si accomodò davanti.
«Allora, dove vi porto?» chiese Gemma mettendo in moto l’auto.
«Da Harry.» disse solo Zayn. «A proposito, come sta?» 
«Uhm, bene, credo. Sai, da quando vive da solo non ci vediamo molto, io lavoro e lui.. Beh, lui no.» rise la mora. «Sa del vostro arrivo?» 
«Non proprio. Ma le cose sono due: o ci ospita, oppure ci ospita.» disse Zayn ridendo.
Nel frattempo, Amber stava appoggiata con la testa sul finestrino destro e le sue cuffiette bianche nelle orecchie. Chi se non Bruno Mars avrebbe potuto tirarla su di morale? 
Di certo, lui e il suo iPhone sarebbero stati due dei suoi accompagnatori principali in quel viaggio.
Non stava seguendo il discorso dei due davanti, non le interessava a dir la verità.
Quello che voleva in quel momento era un letto su cui sdraiarsi e dormire. In pullman, nonostante non si faccia niente, la stanchezza arriva e si fa sentire, è sempre così.
 
«Amber, tutto okay?» domandò Zayn.
«Mh-hm.» mugugnò lei, non avendo capito la domanda a causa della musica.
«Non mi stai ascoltando, vero?» domandò ancora.
«Mh-hm.» 
«Lo sai che siamo in Galles?»
«Mh-hm.»
«Mi ami, vero?»
«Ti piacerebbe, Malik.» 
 
A quel punto, in quell’auto scoppiò una risata generale da parte di tutti, anche Amber non resistette.
Il resto del viaggio passò così, ridendo e scherzando.
Ad un tratto, una semplice domanda da parte di Gemma scosse entrambi i due giovani.
 
«Perché siete venuti?»
 
Improvvisamente, Zayn smise di ridere, tornò serio in un batter di ciglia, con la mascella contratta, la testa bassa e lo sguardo vuoto. Non sapeva cosa rispondere.
 
«Ehm, Zayn mi ha praticamente costretta, dato che la scuola ci ha dato un po’ di vacanze. Io e Zayn siamo coinquilini, lui mi ha parlato molto di Harry, così vuole farmelo conoscere a tutti i costi.» Amber non ci pensò due volte ad inventare quella storiella di punto in bianco. Lo aveva promesso.
Lei doveva aiutare Zayn.
 
«Tranquilla tesoro, non ti perdi proprio nulla. Harry è solo il solito fratello sfigato e scansafatiche che ogni ragazza non desidererebbe avere. Eppure, eccomi qua, viva ed integra dopo ben diciannove anni di convivenza con lui. E’ quasi un miracolo.» rise lei. 
 
Zayn continuava ad ignorare il discorso, quasi gli fosse presa una botta d’assenza. 
Forse era perso nei suoi pensieri.
Il moro pensava a tutta la situazione che si stava creando, a tutto ciò che avrebbe dovuto affrontare e rinunciare per sopravvivere a quella tortura. Ad Harry, che sarebbe stato costretto ad ospitarli e nasconderli per circa una settimana e, stranamente, pensava anche ad Amber, a come l’aveva trascinata in quello schifo di situazione e a come avrebbe pagato le conseguenze di averlo seguito fin lì.
 
«Zayn, tutto okay?» chiese Amber, imitando il tono di Zayn nella stessa circostanza di prima.
«Mh-hm.»
«Che fai, mi copi?» 
«Mh-hm.» 
«Mi farai i compiti di biologia?»
«Ti piacerebbe, Green.»
E di nuovo scoppiò una risata fragorosa, che aveva sicuramente cancellato i pensieri cupi e preoccupati di Zayn.
 
 
 
«Arrivati.» la macchina di Gemma si fermò.
13.46. 
Avevano sorpassato il cartellone “Holmes Chapel” circa una quindicina di minuti prima.
Sicuramente, Amber non immaginava che quel paesino sperduto fosse stato molto grande.
Pensava a un piccolo paese, allontanato dal mondo, pieno di vecchietti che si raccontavano qualsiasi cosa arrivava al loro orecchio seduti ad un bar e casette abbandonate.
Tutto il contrario.
C’era di tutto in quel paesino, da un supermercato a un centro estetico, le strade erano piene di ragazzini che mangiavano un gelato, patatine o porcherie varie e passeggiavano per le strade, ec c’erano distese di villette e prati verdi. 
Davanti a loro si innalzava una casetta di mattoni rossi, piena di finestrelle e balconcini, un giardino ben curato e una Jeep nera parcheggiata davanti al cancelletto d’entrata.
 
«Figo questo posto.» quel pensiero uscì dalle labbra di Amber come nulla.
«Già.» concordò Zayn, mentre insieme scendevano dall’auto di Gemma.
«Ragazzi, vi dispiace se vi lascio qui? Devo scappare, forse passerò in settimana.» 
«Oh non fa niente.» disse Zayn.
«Ringraziare non si usa più?» lo fulminò con gli occhi Amber «Grazie per il passaggio Gemma, mi ha fatto davvero piacere conoscerti. Spero di rivederti presto.» Amber le fece un cenno con la mano per salutarla.
«Grazie, Amber.» ammise Gemma «Beh, Zayn, se doveste fidanzarvi sarò la prima a doverlo sapere, okay?» salutò Gemma, facendo un occhiolino in direzione di Amber, che le sorrise.
 
«Beh, eccoci qui.» disse Zayn sospirando.
Erano davanti al portone di casa di Harry, con i borsoni in braccio e la stanchezza che li accompagnava sempre.
«Beh, che facciamo? Dobbiamo stare qui fuori ancora per molto? Ci saranno minimo tre gradi, Zayn. Suoni tu o devo farlo io?» domandò Amber spazientita, battendo il piede ritmicamente sulla terra battuta del giardinetto.
«Fallo tu.» la risposta di Zayn era del tutto inaspettata e priva di senso. La rossa prese un respiro prima di fulminare Zayn con lo sguardo e suonò il campanello.
 
Il rumore dei passi dall’altra parte della porta si avvicinava sempre di più.
«Che c’è Amber, agitata?» notò Zayn sorridendo appena.
«Sicuramente sarà un povero scemo con voti pessimi e tanto cibo nel frigo, quindi no.» scherzò lei.
 
«Arrivo.» una voce roca dall’altra parte del portone si fece sentire.
 
Intanto, Zayn e Amber si stavano spintonando a vicenda, come due bambini che litigano per il posto davanti nell’auto.
«Smettila, Zayn. Fallo ancora e giuro che-» Amber non fece in tempo a finire la frase, che la porta finalmente si aprì e si trovò faccia a faccia con un ragazzo a dir poco meraviglioso.
Ricci scuri, labbra carnose, altezza sovrastante e gli stessi occhi verdi e intensi di Gemma.
«Ciao Styles.» salutò Zayn.
«Zayn? Cazzo, sei proprio tu?» domandò il riccio incredulo.
«Sì amico, sono proprio io. In carne ed ossa.» scherzò il moro e insieme si scambiarono un forte abbraccio, di quelli che raramente si vedono dai ragazzi.
E proprio mentre si abbracciavano, Harry notò la figura minuta della ragazza bionda che era dietro al suo amico.
 
«Oh, amico, non c’era bisogno di farmi un regalo, e che bel regalo.» disse malizioso lui mordendosi il labbro inferiore e andando incontro alla ragazza, abbracciandola.
«Eh no Harry, non è per te, scusami.» disse Zayn, strattonando la povera Amber, che in quel momento era più che confusa.
«Harry, lei è Amber, Amber Green. Sono il suo coinquilino.» spiegò Zayn al riccio, che sembrava avesse già intenzione di fare stranezze con la rossa.
«Ehm, piacere.» disse Amber, allungando la mano per stringerla a quella enorme del ragazzo.
«Timida, eh? Sei comunque uno schianto.» ammise Harry.
«Timida lei?» Zayn iniziò a ridere «Dalle due giorni di tempo e vedrai che la timidezza sparirà via, molto lontano.»
«Sta’ zitto Zayn, o ti faccio diventare donna.» esclamò Amber «So presentarmi da sola, grazie.»
«Mm, vedo che sta iniziando a scaldarsi.» mugugnò Harry avanzando verso di lei «Scalderesti anche me?» 
«Hey, non fare un altro passo avanti oppure vi lascio qui e me ne vado, capito Zayn?» esclamò Amber, indietreggiando e guardando il moro.
«Sei così aggressiva.. Mi piacciono quelle come te.» Harry continuava ad avvicinarsi non badando a ciò che Amber diceva.
«Sparisci dalla mia vista, ora.» Amber lo spintonò, scandendo bene le parole.
Intanto Zayn se la sghignazzava sotto i baffi.
«Mi serve un favore, amico.» disse lui per cambiare argomento.
«Certo.» parlò Harry mentre continuava a fissare la rossa.
«Cinque giorni da te, ti prego. Solo cinque fottuti giorni. Mi hanno trovato, Harry. Ci hanno trovati.» 
A quella frase Harry guardò Zayn e camminò verso di lui.
«Zayn, lo sai che per me sei sempre il benvenuto, sta’ tranquillo, non ti troveranno qui. E poi, se r rimane anche la tua amichetta possiamo divertirci insieme, chi lo sa.» rispose il riccio, scherzando.
«Non ti fare tante illusioni, non te la darà mai.» concluse Zayn entrando in casa, seguito da Harry e Amber.
 
 
La casa era davvero molto accogliente. Un salotto ben curato, una cucina invitante e colorata e un piccolo bagno stavano al piano terra. Scendendo, invece, si poteva ammirare una bellissima taverna, con tanto di caminetto acceso, divano in pelle e televisore al plasma.
A salire, si trovavano la camera di Harry, che è come ogni solita camera di un giovane ragazzo di diciannove anni, due bagni molto grandi e, ovviamente, la camera degli ospiti.
«E voi state qui.» concluse Harry presentando loro l’ultima camera in fondo a destra.
«Zayn, amico mio, lo sai. Fai come fossi a casa tua. Fate quello che dovete fare, sistematevi, fatevi una doccia, quello che volete. Io devo fare una telefonata.» spiegò Harry «A dopo rossa.» fece l’occhiolino ad Amber.
 
Harry si chiuse la porta della camera dei due alle spalle. Ad un tratto, un lieve sorrisino malizioso scattò sul suo volto. Si diresse verso camera sua, chiuse la porta a chiave, sicuro di non essere visto o sentito da qualcuno, e afferrò il suo iPhone dalla tasca posteriore dei suoi jeans.
 
“Pronto, chi parla?” una voce roca e profonda rispose dall’altra parte.
“Sono Styles. Malik è nella rete, è qui e adesso è tutto nostro.”
  

MY SPACE

HEII.

SONO TORNATA, È INZIATA LA SCUOLA QUINDI AGGIORNERÒ UNA VOLTA ALLA SETTIMANA. 

Spero che questo capitolo vi siano piaciuto. 

Alla prossima. 

twentyfive ➳ z.m.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora