Without You

395 32 1
                                    


«
I can’t win, I can’t reign,
I will never win this game without you.
I am lost, I am vain,
I will never be the same without you.»
Without You – David Guetta ft. Usher.

 
 
 
Paura.
Ecco cosa si percepiva in quell’auto.
Solamente tanta paura.
Per Zayn, che aveva appena sparato un colpo dopo tre anni e specialmente davanti ad Amber, facendole capire ormai la sua vera natura.
Per Amber, che finalmente si era resa conto di che situazione ormai facesse parte e di quanto fosse stato in pericolo Zayn.
Nessuno osava parlare, erano in quella Mercedes da più di venti minuti senza fiatare, senza guardarsi. Miravano dritto, lungo la strada, chissà quanta ne avrebbero dovuta fare ancora per trovare la salvezza, la loro vita normale.
Uno spiraglio di luce notturna illuminava gli occhi del moro, che ormai aveva perso la cognizione di tutto, del tempo, del fatto che Amber fosse in macchina con lui, di dove sarebbero andati da lì a poco tempo, di cosa avrebbero fatto, di dove sarebbero andati a dormire. Pensava solo ed esclusivamente ad Harry e a cosa aveva fatto per meritarsi tutto questo da lui.
Ormai stava per scoppiare, perché, perché, perché? Era l’unica domanda che riusciva a porsi.
In quel momento aveva soltanto bisogno di un minuto per assimilare tutto ciò che era accaduto in quelle due ore.
Si accorse di un bivio in strada che portava ad una stazione di servizio, senza adocchiare nulla girò in quella direzione, facendo sobbalzare Amber che si era imbambolata da una dozzina di minuti. Il ragazzo alla guida si fermò sotto il capannone di un parcheggio, spense il motore e solo a quel punto una parola svolazzò dalle sue labbra.
«Dormi.» e si girò di lato, rannicchiato, guardando fuori dal finestrino. Chiuse gli occhi.
 
 
 
 
 
«Zayn!» esclamò Harry vedendo il suo amico seduto sulla panchina del loro parco preferito in tutta Bradford.
«Harry, ciao!» rispose lui, altrettanto sorridente. «Che ti succede? Non ti ho mai visto così in forma!»
«Ti ricordi la ragazza di cui ti ho parlato?»
«La misteriosa ragazza che ti sta facendo diventare un molliccio?» rise il moro.
«Già, proprio lei. Ecco, abbiamo… una specie di storia ora.» sorrise il riccio.
Il moro sorrise e batté subito un cinque all’amico.
«Harry, sono davvero felice per te, dico sul serio. Spero non la faccia soffrire, eh.» i due continuavano a scherzare come fossero fratelli da una vita.
«Fratello, devo dirti una cosa.» disse ad un tratto lui, facendo subito preoccupare il riccio.
«Anche io, ehm, mi sto frequentando con una ragazza.» lo disse come fosse una maledizione.
«Zayn, amico, non c’è proprio nulla di male, anzi, credo non ci sia di meglio.» esclamò Harry abbracciando il suo amico.
«Ti voglio bene.» si dissero insieme.
 
 
 
 
«Claire, sei perfetta.» disse Zayn alla sua ragazza.
«Quanto sei dolce Zayn, tu lo sei.» rispose lei arrossendo.
Quei capelli rossi in tinta con gli occhi verdi smeraldo le stavano da dio, e Zayn si considerava il ragazzo più fortunato del mondo. Credeva proprio di amarla, ne era convinto ormai. In quelle tre settimane ne avevano combinate insieme, era nato qualcosa tra di loro, la famosa scintilla, come si dice nei romanzi rosa, e chissà se anche loro avrebbero iniziato a viverne uno.
«Credo di essermi innamorato di te.» ammise davanti alla ragazza il moro, certo, quel bar in centro non era il posto perfetto per farle una dichiarazione, ma davanti a lei tutto era perfetto. Il fumo della cioccolata calda riscaldava ancora di più quell’atmosfera dolce che si era creata e nascondeva il viso di Claire, che era diventata rossa proprio come i suoi capelli. Gli occhi le luccicavano, avrebbe pianto a momenti.
«Anche io ti amo, Zayn.» e si avvicinò, ancora di più, pochi centimetri separavano il suo volto pallido da quello bellissimo di Zayn. E fu proprio lui ad interrompere le distanze, non aspettava altro.
Ma in quel momento qualcuno che non doveva assistere a quella scena romantica passò davanti a quel bar. Gli occhi gli pizzicavano, si sentiva tradito. Decise di entrare e chiedere spiegazioni alla sua ragazza, ormai ex-ragazza.
«Claire? Che cazzo stai facendo?» chiese Harry ormai al culmine della sopportazione.
«Harry? Che ci fai qui?» chiese Claire in imbarazzo.
«Harry, amico mio. Lei è Claire, la mia ra…» incominciò Zayn sentendosi il più felice della Terra, ma subito il riccio lo interruppe.
«Claire Montgomery, 18 anni, origini francesi, capelli color fragola e occhi verdi come smeraldi, la ragazza di cui ti ho parlato, con cui mi stavo frequentando io? Sì, la conosco, ma a questo punto mi sa che qui mi dovete delle spiegazioni, dico bene?» chiese infuriato.
Zayn guardò prima Harry, che stava lacrimando, non l’aveva mai visto in questo stato, e poi Claire, che cercava di non guardare nessuno dei due.
«Claire, puoi spiegarci? Cos’è questa storia?» chiese Zayn, ormai anche lui arrabbiato.
«Io… Io non… Mi dispiace.» ammise lei.
 
 
 
 
 
«Hey Zayn.» lo vide Harry.
«Harry, non sei arrabbiato con me?»
«No, per niente. Amici come prima, fratello?» disse Harry aprendo le braccia.
«Amici come prima.» disse Zayn buttandosici dentro.
 
 
 
 
 
 
 
Zayn si svegliò di colpo. Era tutto sudato, sudava freddo. Pallido in viso, occhi rossi e mani tremanti. Sembrava avesse appena fatto il suo peggior incubo. Invece aveva appena ricevuto una spiegazione, finalmente tutto era chiaro. I pezzi di quel puzzle che era la sua vita erano tornati al loro posto, o quasi.
«Zayn, Zayn, va tutto bene, tutto bene.» disse Amber spaventata vedendolo in quello stato, cercando di tranquillizzarlo con delle morbide carezze dietro la schiena. Prese un fazzoletto dalla sua borsa e lo usò per asciugare il viso del moro, che non aveva smesso di fissare il nulla da quando aveva aperto gli occhi. La ragazza gli diede una piccola spinta sul petto, cercando di accompagnarlo fino allo schienale del sedile, per farci poggiare la sua schiena.
Sembrava senza vita.
A quella visione, gli occhi di Amber iniziarono a lacrimare, vederlo così la stava distruggendo. Prese ad accarezzargli il volto, come una mamma fa con il suo bambino, rincuorandolo e facendogli capire di non essere solo.
In quel momento i ruoli si invertirono. Non era più come prima, quando Amber faceva la capricciosa di fronte al cartello di Holmes Chapel e Zayn le diceva di non fare l’immatura, stavolta era il contrario. Era lei che si stava prendendo cura di lui.
 
«Zayn, ti prego parlami. Che ti è successo?» chiese Amber tenendo la voce bassa.
Nessuna risposta.
«Zayn, ti prego.»
Ancora nessuna risposta.
«Zayn, così mi stai facendo del male. Io non so più cosa mi stia succedendo, non sono mai stata così fragile, invece ora potrei piangere e riempire il cratere di un vulcano. Dimmi qualcosa, parlami, anche io ora sto parlando senza un senso preciso, infatti potrei anche smetterla, però questo silenzio mi sta uccidendo e...» Amber non resse più tutto quello e iniziò a piangere, piangere a dirotto, sfregandosi le mani sui suoi cristallini occhi celesti e piegando il capo sulle ginocchia.
«Amber, no, ti prego.» finalmente Zayn parlò. Ma non solo, si fece coraggio ed ebbe subito l’istinto di abbracciarla, e così fece.
Lei si strinse addosso a lui, e insieme si consolarono, in quel momento tutto ciò che serviva era un po’ di speranza, perché la loro l’avevano ormai esaurita.
«Perché ci sta succedendo tutto questo?» chiese Amber.
«Perché la vita fa brutti scherzi.» rispose lui.
Ormai in due si erano calmati. Presero fiato e si guardarono negli occhi.
«Cosa hai sognato, Zayn?» chiese la ragazza curiosa di sapere il perchè di quella reazione.
«Claire, è lei la causa di tutto questo.» disse Zayn.
«Claire?»
«Per fartela breve, io ed Harry siamo stati ingannati da questa ragazza, era la mia ragazza e quella di Harry contemporaneamente. Ero davvero innamorato di lei e quando decisi di dichiararmi, Harry spuntò dal nulla e la verità saltò fuori. Abbiamo fatto pace, ma sapevo che non me l’avrebbe mai perdonata, perché Claire alla fine scelse me, ma io decisi di non frequentarla per Harry. Ma a quanto pare non mi ha ancora perdonato.» sospirò Zayn.
Amber accarezzò il viso di Zayn con fare confortevole.
«Sta’ tranquillo, sai quante Claire potrai trovarti una volta finite questa storia?» sorrise Amber, e anche Zayn dopo.
«Che ore sono?» chiese il moro.
«Sono le tre e mezza di mattina.» disse la ragazza guardando verso il suo cellulare.
«Questo vuol dire che…»
«E’ iniziato dicembre, sì.» lo interruppe la rossa.
Risero tutti e due, finalmente.
«E ora? Dove andiamo?» domandò Amber vedendo Zayn accendere il motore.
«Non lo so, fermiamoci al primo paesino che ci troviamo davanti. Vedrai che ce la caveremo, come sempre, no?» disse Zayn facendole l’occhiolino e appoggiando la mano sul poggiatesta di Amber per fare la retromarcia.
«Dovremmo trovarci un nome, I grandissimi sfigati culatoni del momento. Ti piace?»
Era tornata l’armonia, la paura era scomparsa, in qualche modo.
 
 
 
‘WIDNES’.
 
«Dove siamo, Zayn?» chiese Amber confusa.
«Non ho mai sentito nominare questo paese in vita mia.» confessò lui.
«Beh, andiamo.» disse la bionda sorridendo.
Ad un tratto il suo cellulare vibrò.
 
Ciao amore mio, come stanno andando le tue vacanze?
E’ da parecchio che non ci sentiamo, però non mi va di disturbarti, d’altronde devi divertirti.
Qui ti salutano tutti, papà, nonna Lauren, nonno Jo e la zia Johannah.
Ti vogliamo bene, baci
-mamma.’
 
Amber sorrise leggendo quel messaggio, era contenta che la sua famiglia stesse bene ad Edimburgo. Volle subito inviarle una risposta.
 
‘Hey mamma, io sto bene e sono felice che state bene anche voi.
Qui mi sto divertendo insieme a Beth e alla sua famiglia, la Francia è spettacolare!
Mi mancate tanto, vi voglio un mondo di bene.
A presto, biseaux.
-Amber.’
 
E’ brutto mentire alle persone che ti stanno più a cuore, ma in quel caso Amber era costretta a farlo, per il bene di tutti.
«Sono le sette, che facciamo qui? Dormiranno tutti.» disse la rossa vedendo che Zayn si era fermato davanti ad un bar.
«Ovvio, aspettiamo che apra.» disse Zayn, sottolineando quell’ovvio che aveva usato. Accese la radio e partì subito il cd dei Queen ad alto volume.
«I want it all, I want it all!» cantavano tutti e due insieme a ritmo delle parole di Freddie Mercury, come due bambini, bambini felici, quando in realtà potevano essere tutto, tranne che felici. Di sicuro erano forti, chiunque li conosceva avrebbe messo due mani sul fuoco, non una.
Passarono un’ora e mezza a cantare, tra Queen, Beatles e Rolling Stones, i loro gruppi preferiti. Forse era l’unica cosa che avevano in comune i due. Erano come il bianco e il nero, il dolce e il salato, il sole e la luna.
 
«Ecco, sta aprendo! Ho una fame, Zayn.» esclamò la bionda.
«Prendi i soldi piccola, si mangia.» disse Zayn.
 
 
 
 
«Dio, quant’è buona questa, ne vuoi un pezzo Malik?» disse Amber mettendogli la sua brioche che colava di marmellata da ogni strato davanti al naso.
E Zayn non se lo fece ripetere due volte, addentò la sfoglia velocemente, rimanendo con un po’ di marmellata di albicocche sul naso, che fece scoppiare a ridere Amber.
«Vieni qua.» disse la ragazza ridendo ancora.
«Che vorresti fare? Leccarmi il naso?» chiese malizioso il moro.
«Non ci penso nemmeno, idiota.» rispose lei strofinando il tovagliolo sulla punta del naso del ragazzo.
Si abbuffarono di tutto e di più, spesero all’incirca trenta sterline, ma erano affamati.
 
Uscirono dal locale e si guardarono negli occhi.
«Ora che si fa?» si domandarono in contemporanea.
«Io direi di cercare un albergo, no?» domandò Zayn.
«Wow, Malik, la tua perspicacia non ha limiti.» rispose Amber con fare stupido.
Fermarono un signore che camminava per strada e chiesero informazioni riguardo un ipotetico albergo, il signore spiegò loro dove andare, più o meno tre isolati da lì.
«Grazie ancora!» salutò il signore la bionda.
Insieme salirono in macchina e partirono verso l’albergo indicato dall’uomo brizzolato.
 
 
 
 
‘CHIUSO PER FERIE’.
 
«Oh andiamo, lo trovate divertente?» esclamò Amber gesticolando con le mani.
Subito di risposta ricevette un tuono, poi un lampo e infine un bell’acquazzone delle due del pomeriggio.
«Certo che porti proprio sfiga, Green.» rise Zayn.
Amber gli fece una smorfia e si infilò il cappuccio della sua felpa. Ormai stava dimenando e il moro di tutta risposta se la rideva a crepapelle.
D’un tratto passò una ragazza che, assistendo alla scena, decise di rendersi disponibile. Si avvicinò ancora di più e riconobbe la figura femminile che strillava.
«Amber Green?» chiese lei.
Amber si girò di scatto e guardò la ragazza spaventata, stessa cosa Zayn.
«Annie, Annie Everline.» si fece riconoscere lei.
Amber guardò quei capelli color miele e quel viso così squadrato e finalmente si ricordò.
«Campeggio di Manchester, 2002?» e la ragazza annuì.
«Oh mio dio, Annie, da quanto tempo!» corse subito ad abbracciarla la bionda.
«Da un sacco di tempo, credo.» disse lei ridendo.
«Ma che ci fai tu qui?» le chiese Amber.
«Ci abito, con il mio ragazzo.» sorrise lei «Tu piuttosto, che ci fai qui?» domandò Annie.
«Io, cioè, noi ci siamo un po’ persi.» si grattò la testa lei «Lui è Zayn, un mio amico. Stiamo cercando un albergo aperto, sai se ne trovi uno?» chiese Amber disperata.
«Albergo? Ma vuoi scherzare? Siete ospiti da me! Dopo tutto questo tempo dobbiamo stare un po’ insieme, no?» esclamò entusiasta lei.
Zayn annuì, anche se in quel momento era più confuso di prima.
Salirono nella macchina dei due e la ragazza cominciò a dire al moro dove doveva dirigersi.
Annie ed Amber si conobbero all’età di sette anni, al campeggio estivo nella città di Manchester, passarono due mesi e mezzo bellissimi insieme, appena finito il campeggio le due tornarono a casa e non si videro più.
Nel frattempo che Amber raccontava queste cose a Zayn, Annie avvisò che erano arrivati. Una bella casetta si innalzava davanti a loro. Le luci erano accese, in casa doveva esserci il ragazzo di Annie.
Quest’ultima fece due giri di chiave dopo essere scesa dall’auto e aprì la porta d’ingresso, facendo entrare i due ragazzi, che si tolsero le scarpe ormai bagnate.
Subito Annie corse, raggiungendo un ragazzo biondo che stava seduto sul divano. Si abbracciarono come due orsetti e si scambiarono un bacio. Il ragazzo guardò i due estranei e rivolse loro un sorriso.
«Niall, amore, abbiamo ospiti.»

twentyfive ➳ z.m.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora