† 𝐃𝐄𝐒𝐄𝐓 †
"E quanto è bella?"
"Noli, Màter Verbi, verba mea despícere;
sed áudi propìtia et exáudi."
La mattina inizia un po' silenziosa e avvolta nel buio eterno praghese. Adam è sveglio già da qualche ora, ma ha preferito stare nel letto, accoccolato vicino ad Eric: sente sulle membra il tremore di un timore angoscioso e freddo che gli impedisce di lasciare il piccolo a dormire solo su quel grande materasso: ha paura che, senza la protezione del suo corpo da adulto, gli incubi possano tornare a tormentare quel corpicino debole di bimbo. Si è dedicato quindi a continuare la lettura alla debole luce dell'abat-jour, Eric rannicchiato contro di lui e infagottato sotto le coperte, la boccuccia aperta, i capelli scombinati e le manine chiuse a pugno, piegato a feto, le ginocchia contro il piccolo addome, Adam con le occhiaie un po' più scure e uno sbadiglio sempre accennato nella bocca, mentre continua la lettura. La loro mattina inizia un po' tardi, con Eric che si sveglia lentamente, stropicciandosi gli occhietti e sbadigliando, per poi abbracciare Adam che gli carezza dolcemente il capo.
-Papà. - lo chiama dolcemente, e Adam si sente mancare il fiato: non capisce come possa meritare un nome simile, se si sente così nessuno e solo in quel mondo così folle e incomprensibile.
-Dimmi, piccoletto. - gira pagina, non riuscendo più a leggere: la sua attenzione vira tutta sul bambino raggomitolato contro di lui che lo chiama "papà", anche se non potrebbe mai essere degno di un nome simile.
-Stanotte ho sognato la mamma. - il giovane uomo spalanca gli occhi, sorpreso: possibile che Eric si ricordi di sua madre, se aveva solo un anno quando era stato abbandonato?
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𝐍𝐈𝐆𝐎𝐀𝐀
General Fiction«Non mi appartieni, Ma sei carne della mia carne.» Copyright © -TRVCHEITE, 2020, All Rights Reserved. |20/03/2020 - 02/04/2021|