Amare confidenze e profonde riflessioni

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Lucius, senza rendersene conto, prese la mano di Hermione che Voldemort gli tendeva.

Fece quello che lui solo pochi mesi prima non si sarebbe mai sognato di fare: toccare una sangue sporco.
Anche durante la breve danza, i contatti erano stati minimi.

Per la prima volta con quel gesto ebbe un contatto fisico con la nuora, e si rese conto che la mano era gelata.
Il suo sguardo perso nel vuoto. Perplesso si chiese cosa avesse, se si stesse sentendo male?

Ma Hermione era persa in un'altra dimensione, non vedeva più le persone intorno a lei, qualcosa sembrava proiettarla in un sogno ad occhi aperti.

Era spaesata, sembrava confusa, come preda di una strana sensazione

Lucius la fissava, mentre vedeva le lacrime che le correvano sul volto sconvolto, sentiva un leggero tremore venire dalla donna, che d'istinto si era aggrappata al suo braccio.

Che diavolo stava succedendo?


La battaglia era iniziata, Hermione, sconvolta, vide in diretta cosa significava un combattimento corpo a corpo.
Petti squarciati, sangue e viscere per terra, teste aperte come meloni da quelle lunghe spade e dalle mazze chiodate, cavalli feriti a morte rantolanti, con il corpo trafitto da lance, volti insanguinati, feriti piangenti e gli uomini che combattevano senza requie usando ogni mezzo. Sconvolta fu sul punto di scappare da quel orrore, i suoni, gli odori, le urla, tutto era amplificato e lei dovette trattenere conati di vomito.
E quella era la tanto magnificata cavalleria che era stata cantata dai poeti?
Ad un certo punto vide Arthur appiedato, che brandiva la spada con le spalle protette da due cavalieri, anche il vecchio che aveva già notato nei sogni precedenti gli stava al fianco, persino lui armato di spada duellava implacabile, ma nella mano sinistra una bacchetta magica attirò la sua attenzione.
Non seppe dire quanto tempo passò, a lei sembrarono ore, ed ogni dettaglio della battaglia le si stampò nella mente.
Ad un tratto vide il mago lanciare un potente protego, infrangendo un avada lanciato da un uomo dalla barba scura.
Un attimo dopo Merlino attaccò, la cosa curiosa era che gli uomini impegnati a combattere sembravano non notare quello sfoggio di magia, come fosse una cosa normale. Gli incantesimi si susseguivano, ma mentre i due maghi si confrontavano, Arhtur, protetto dai suoi cavalieri, impugnò un pugnale tenendolo per la lama, il suo sguardo era fisso sul mago nemico.

Silenzioso sollevò l'arma affilata che brillò al sole.
Affascinata, Hermione seguì le curve quasi voluttuose delle spire del serpente che avvolgeva il manico dell'arma.
Un brivido di anticipazione  le corse lungo la schiena.

Poi si sentì risucchiare via....


Hermione percepì improvvisamente la stretta di Lucius, che la richiamò alla realtà, se non fosse stato per lui sarebbe crollata a terra, sfinita, svuotata, priva di forze. Che diavolo le stava accadendo?

Perchè aveva quelle visioni?

Prima erano solo sogni, per quanto vividi, ora le sembrava di vivere due vite, una nel passato ed una lì in quel presente che era altrettanto orribile.

Se lei non sapeva dare un nome all'accaduto, l'algido suocero si muoveva a disagio, la pilotò lontano e con tono atono, ma che voleva una risposta, chiese

- Cosa succede? Perchè quelle lacrime?  Per un momento mi sei parsa sotto incantesimo. Per caso mentre ballavi è successo qualcosa che dovrei sapere? Parla per Merlino! -

Lei boccheggiava, non sapeva spiegare e nè voleva farlo.

Intromettersi nel tempo era pericoloso, non comprendeva lei ciò che le stava accadendo, come avrebbero potuto farlo gli altri?

Serva di un solo padrone || dramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora