Un libro ed una rosa

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Orion, complice il buio delle viuzze, che si snodavano in Nocturne Alley si era dileguato.

Senza aggiungere parole superflue aveva lanciato al tipo losco una borsa tintinnante di galeoni, avvolto nel suo mantello, silenzioso come era arrivato per poi rientrare al manor.

Aveva progettato da tempo di colpire il "cugino", ed ora la possibilità gli era stata servita su di un piatto d'argento.

Unico imprevisto si era preso una cotta con la "C" maiuscola per quella streghetta, che l'aveva ammaliato con i suoi occhi color dell'ambra.

Fragile ed indifesa, ecco come la vedeva, succube di quel porco che la usava per il suo piacere come fosse una volgare prostituta.
Perché questo rappresentava per lui la mezzosangue, nulla di più, solo il mezzo per sollazzare il suo regale augello. Al di fuori del letto la trattava come un essere indegno di cui appena sopportava la presenza, se non per vessarla con richieste e ordini continui, che le logoravano lo spirito e la dignità.

Non la meritava.

Era sicuro che lei, pur di liberarsi dal gioco del marito, l'avrebbe seguito, e lui avrebbe preso due piccioni con una fava, avrebbe avuto l'amore e la gratitudine della donna bramata, ma colpito nello stesso tempo nell'orgoglio quello spocchioso biondo, togliendoselo forse per sempre dai piedi.

Di certo l'Oscuro non gliela avrebbe fatta passare liscia, non dopo aver messo in atto il suo piano. Un ghigno che ricordava tanto quello del cugino gli balenò sul viso.
Avrebbe finalmente saldato i conti del passato.
Il ricordo di un viso delicato gli sovvenne improvviso, cancellandogli il sorriso.

Il tempo non l'aveva che un po' sbiadito, solo appena affievolito. Esso lentamente lo colmò, dettagli e particolari che aveva cercato di tenere chiusi in un cassetto, perché ricordare faceva troppo male, esplosero improvvisi e adesso come allora dolore puro fece capolino straziandolo.

Qualcosa gli si contorse nello stomaco, il passato non lo lasciava, anche se ora non era più vivido come prima.
Questo sollievo lo doveva ad Hermione, ma sotto la superficie permaneva a tormentarlo subdolamente.

Era lì, sempre presente batteva all'unisono con il suo cuore, ed avrebbe trovato pace solo quando la sua vendetta si sarebbe compiuta.

Sì, avrebbe avuto la sua vendetta, restituendogli la pariglia, con l'unica differenza che ora quel dolore sordo, che l'aveva attanagliato per anni, si era attutito, non scomparso del tutto, ma era come se un velo pietoso l'avesse coperto.


Flashback

Perso sulla via dei ricordi, rammentò l'estate di qualche anno prima, suo cugino e la sua famiglia erano venuti in visita nella villa che lui ed i suoi genitori avevano sulla costa Azzurra.

La rivalità tra loro già allora era palese, non perdevano occasione di sfidarsi. Ogni scusa era buona per stupide scommesse, sono il più veloce, il più forte, il più bravo, il più "figo", il più furbo e via dicendo. Ragazzate che come tutti gli anni eccitavano gli animi e l'orgoglio di maschi, spingendoli ad osare sempre di più.

Poi successe l'irreparabile

- Allora mi devi cento galeoni - disse Draco ridendo a Zabini, che come lui era ospite non molto gradito della famiglia di Orion.

- Ed io come faccio a sapere che te la sei scopata? – Insinuò il moro sospettoso. – Dammi una prova o i galeoni te li puoi scordare!-

- Ho pensato anche questo, non voglio darti la scusa per non pagare il tuo debito. Ecco prendi – disse porgendogli una fialetta - qui ci sono i miei ricordi, e anche quelli di lei – sghignazzò. - Glieli ho strappati mentre dormiva, la colombella.-

Serva di un solo padrone || dramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora