La resa dei conti

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L'alba colorò il cielo del mattino sul parco del manor, la bruma mattutina " mistica" si dissolveva e l'antica residenza stava risvegliandosi da un torpore millenario.

Quel giorno avrebbe visto sorgere una nuova era.

La tensione scorreva a fiume tra gli occupanti del palazzo, era qualcosa di palpabile.

Per un nonnulla gli animi si infiammavano, tanto che Narcissa più di una volta si ritrovò ad arginare la situazione.

Finchè stanca, minacciò pericolosa gli uomini

- Smettetela di azzuffarvi tra voi, o mi vedrò costretta a schiantarvi, per mettere un po' di sale in quelle teste vuote. -

I due annuirono borbottando, per quanto comprendesse la loro apprensione, non tollerava in casa sua un comportamento e soprattutto quel linguaggio da "caserma". Anche lei condivideva le loro paure, avrebbero potuto morire tutti, ma Voldemort poteva loro strappare la vita, non certo la dignità.
Fino alla fine sarebbero rimasti presenti a se stessi.

Lucius aveva fatto colazione presto ed era uscito per una passeggiata. Avvertiva la necessità di un momento di solitudine.

Doveva mettere a fuoco quello che di lì a poche ore sarebbe accaduto.

Il suo mondo, costruito su antichi dogmi, stava per venire annientato e si chiedeva se era in grado di affrontare il futuro.

Gli tornarono alla mente le parole sussurrate da sua moglie prima che si addormentasse.

"Tu sei un uomo camaleontico, vedrai, in poco tempo ti adatterai anche a questo. Insieme butteremo nuova fondamenta. I giorni che verranno saranno di certo migliori di quello che ci lasciamo alle spalle."

Lui non aveva risposto, ma pregava che fosse così, che lei avesse ragione. Come suo figlio, anche lui era cresciuto e vissuto infarcito degli ideali del sangue puro, ma ora la vita gli aveva posto innanzi una realtà diversa.
Ora era tempo di cambiare... Di gettarsi tutto alle spalle e di affrontare il domani con occhi nuovi. I giovani temevano la morte per mano di Voldemort, lui temeva di più il futuro che appariva nebuloso e alieno, ma Narcissa gli si stringeva addosso morbida e calda, fiduciosa, come lui non riusciva ad essere.

Tra le sue braccia obliò le sue paure e prima di addormentarsi le disse in un sussurro

– Qualunque cosa accada, ricordati, che ti amo...-

Lei sorrise – io di più. –

- Anche dopo tanti anni?-

- Sempre...-



Quella notte Hermione aveva sognato Merlino, poche parole che però la rinfrancarono.

- Sei pronta! Non preoccuparti piccolo fiore, sarò sempre accanto a te. -

Ed infine al risveglio si scontrò con suo marito. Quella mattina si sentiva pervasa di una strana energia, aveva aperto l'armadio per prendere un vestito, quando l'occhio le era caduto su alcuni capi in particolare.
Aveva esitato un attimo, poi con un sorriso soddisfatto li aveva indossati.

Si era appena finita di vestire, quando la voce di Draco alle sue spalle l'aveva fatta sobbalzare.

- Cosa credi di fare?!- Il suo tono indignato le aveva strappato una risatina divertita.

- Non c'è nulla da ridere! Spogliati immediatamente!! Sei indecente!-

Se all'inizio la sua aria scandalizzata l'aveva divertita, il successivo tono di comando le tolse tutta la voglia di ridere.
Aveva drizzato le spalle e per la prima volta non aveva chinato il capo ed incassato, ma si era erta fiera mentre teneva testa al despota.

Serva di un solo padrone || dramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora