"L'avvenire ci tormenta, il passato ci trattiene, il presente ci sfugge"
(G.Flaubet )Scioccata Hermione fissava il fagotto sotto il mantello.
Le sembrava di essere in una delle sue visioni, ed aveva timore che tutto si dissolvesse nel nulla.
L'aria era immota ed il tempo sembrava essersi fermato, il pulviscolo sembrava sospeso nell'aria, proprio come i respiri.
In quel momento tutto quello che la circondava era come svanito, solo loro.
Non riusciva ad emettere un suono se non singhiozzi strozzati, mentre Draco muto sentì il suo cuore perdere un battito.
Fu investito da un marasma emotivo, stupore, rabbia, sollievo.
Non ci poteva credere, Severus stava porgendo ad Hermione il suo prezioso fardello, che si mosse impercettibilmente miagolando infastidito.
Incredulo fissava la scena.
- Hyperion - sussurrò lei con voce rotta, poi scattò lanciandosi contro l'uomo battendo con il pugno contro il suo petto, erano colpi deboli, quasi isterici, mentre con l'altro braccio stringeva il suo piccolo che aveva strappato dalle mani del suo ex professore.
Rigido l'uomo incassò, lasciando che si sfogasse.
- Perchè, perchè mi ha fatto questo?! - Urlava tra le lacrime, tanto che il bambino si svegliò e cominciò a piagnucolare.
Non si stava né scusando, né dando giustificazioni, ma solo enunciando i fatti, infatti disse atono
- Dovevo proteggerlo, evitare che lui lo immolasse comunque, ed era l'unico modo. Non sai quante volte avrei voluto dirtelo, specie quando ti vedevo tornare distrutta e sopraffatta dal dolore dal tuo pellegrinaggio quotidiano. -
- Come ha potuto?!!! - Strillò come una furia.
Poi gli diede le spalle e strinse Hyperion che continuava a frignare spaventato, coprendolo di baci cercò di rassicurarlo.
Come una femmina di drago proteggeva la sua prole, ora non le interessavano le scuse.
L'unica cosa che vedeva era suo figlio, vivo, piangente tra le sue braccia. Per ora solo quello contava davvero per lei.
- Portami a casa Malfoy - disse imperiosa.
Draco sembrava in trance, si mosse come un automa, la bocca asciutta mista all'emozione non gli permetteva di mettere insieme parole coerenti.
Ma un pensiero lo attraversò: casa, che strana parola, dal suono dolce ma anche amaro, essa equivaleva a famiglia e si chiese se loro potevano mai diventarlo.
Senza dire nulla la prese per la vita, mentre lei stringeva il suo bambino spasmodica, quasi avesse paura che fosse un illusione e, come avesse allentato la presa, scomparisse.
Narcissa osservava silenziosa e capì il gesto, si ripromise di spiegarlo in seguito alla nuora, per ora non voleva rompere quella sorta di magia che si era creata.
Stretta al braccio di Lucius, era emozionata, mentre non riusciva a distaccare gli occhi dai suoi ragazzi, si perchè per lei lo erano.
Mentre Draco ed Hermione si smaterializzavano, Severus rimase cupo e silenzioso a fissare nel vuoto.
Aveva fatto quello che doveva fare.
Il suo premio era quel bimbo vivo e vitale, che aveva strappato alla morte.
Che gli altri pensassero quello che volevano, lo avrebbe rifatto altre mille volte se fosse stato necessario.
La voce di Narcissa lo riscosse dai suoi pensieri.
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Serva di un solo padrone || dramione
Fiksi PenggemarIn un mondo oscuro fatto di sangue, padroni e asserviti, dopo la morte di Harry Potter, Voldemort gioca a fare dio con il mondo. Ora una nuova contorta idea è balenata nel suo cervello corrotto. A farne le spese sette giovani rampolli di nobile sang...