Capitolo 10

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"Beati coloro che si baceranno sempre al di là delle labbra, varcando il confine del piacere, per cibarsi dei sogni." -Alda Merini

"A quali torture ti ha sottoposto la Wally?" Dice Claudio guardandomi con quel suo sorriso beffardo strappa baci, mentre si toglie il camice.

"Non te le puoi nemmeno immaginare!"
"Ah si?"
"Giá." Gli rispondo, alzandomi sulle punte dei piedi e mettendo le mie braccia intorno al suo collo.
Ci guardiamo negli occhi, i suoi sono profondi come l'oceano. Mi ci perdo ogni volta.
Rimango così.
Imbambolata.
Incantata.
Mi guarda le labbra e subito dopo mi bacia. Nel suo studio cala il silenzio, siamo rimasti noi due.
Ogni volta che le nostre labbra si toccano mi sembra che i piedi si stacchino da terra e inizino a volare. Delle fiamme si propagano dentro di me, una miriade di scosse percorrono la mia schiena.
I suoi baci sono la mia droga preferita. Lui è la mia droga.

Passo le dita tra i suoi capelli marroni, sono morbidi e profumati. Inspiro il suo profumo, disinfettante e Roma, una delle mie fragranze preferite. Appoggia la sua fronte alla mia e sorride.

Improvvisamente entra nella stanza Azzurra, ci stacchiamo velocemente. Sgrano gli occhi, in preda al panico. Claudio è rimasto composto, come fa ad essere così impassibile. Non perde un colpo.

"Azzurra, buongiorno."

"Buongiorno caro."

"Professoressa." la saluto, ma non mi degna di uno sguardo. Potrei ucciderla da un momento all'altro. Se potessi lo farei volentieri e poi dirigerei io stessa l'autopsia. Quanto ne sarei onorata.

"Allevi, cosa ti è successo? E' caduta in uno stato di shock?" Torno nella realtà e vedo Grimilde ridere di me. Claudio accenna ad un sorriso, ma lo fulmino con lo sguardo.

"Mica ti sarai offesa?"

"No, non mi offendo per così poco. Si figuri." Le rispondo a denti stretti, lanciando spesso occhiatine furtive a Conforti.

"Ci potresti lasciare da soli?

"Certo."

Esco, sbattendo la porta. Quanto non la sopporto, quanto vorrei metterle le mani addosso, quanto...ARGHH!! CHE RABBIA!

"E' proprio una stronza!" Penso, ma appena vedo la Wally venire verso di me con gli occhi sgranati, capisco di averlo detto ad alta voce.

"Si riferiva a me, dottoressa Allevi?"

"Nono, assolutamente professoressa. Non mi permetterei mai. Era solo un pensiero che è uscito dalla bocca involontariamente."

"Uscito dalla bocca involontariamente. Credo che allora per evitare altre situazioni inconvenienti serva usare una museruola." Mi metto a ridere, ma la Boschi rimane impassibile. Torno seria, mi schiarisco la voce, conscia della epocale figura di merda che ho appena fatto.

"Rida di meno e faccia meglio il suo lavoro. Bah! Sempre con la testa fra le nuvole. A proposito..." Ti prego, fai che non mi chieda del compito che mi ha dato da svolgere. "Ha iniziato la mansione che lo ho affidato?" Ecco, appunto.

"Ehm...s-si! Certo! Anzi stavo andando proprio a continuare. Non vorrei mai consegnarle il lavoro in ritardo!" Sgrana gli occhi, squadrandomi dalla testa ai piedi e poi se ne va, silenziosa, con il suo passo felpato. Inquietante.

Mi dirigo in biblioteca, per iniziare il lavoro che mi ha assegnato la Wally. Dovrò scrivere delle riflessioni sulla difficoltà cronometrica del danno tanatologico. Voglio morire. La scadenza è per dopodomani. Non riuscirò mai a consegnarlo in tempo, a meno che non resti sveglia tutta la notte.
Entro nella stanza enorme e accendo il mio computer portatile. Nel frattempo prendo dei libri, sempre se si possono definire tali. Sembrano dei mattoni.
Inizio a lavorare, sottolineo, bevo il caffè della macchinetta, mangio qualche cracker e scrivo alcune considerazioni.
Il tempo passa velocemente e sono già quasi le nove di sera.
Claudio entra nella biblioteca e mi viene a dare un bacio sulla guancia, che dolce.
"Per quanto ne hai ancora?" Dice guardando l'orologio.
"Sono ad un buon punto. Credo di poter staccare e continuare un po' a casa."
"Perfetto."
"Perchè sorridi?"
"Niente." Mi risponde mettendo in mostra il suo ghignetto malefico. Mi abbraccia da dietro e intanto ci avviamo verso l'aula specializzandi dove raccatto le mie cose.
Claudio non è un uomo sentimentale, che mostra facilmente affetto, ma le rare volte che lo fa, è magnifico. Purtroppo manifesta la sua tenerezza quando siamo soli, mai alla luce del sole, davanti a tutti.

Entriamo nella sua macchina immacolata e ci dirigiamo verso casa sua, anzi nostra. Ogni volta che varco la porta dell'appartamento, dentro me si genera un vortice di emozioni, non so spiegare quali siano, ma di una ne sono sicura. Gioia.

"Eccoci a casa, mia dolce Sacrofano."

"Già, eccoci arrivati."

"Sei stanca?"

"Moltissimo, ma devo continuare a scrivere l'articolo." CC sbuffa e poi torna a guardarmi.

"Potrei...magari...ecco...Potrei aiutarti."

"Veramente lo faresti?"
"Certo!"

"Mi faresti un favore enorme."

"Cosa ottengo in cambio?" Mi chiede con il suo sorriso beffardo.

"Uhm...Vedremo."

"Ma come vedremo...Vabbè."Ci cambiamo e poi ci sediamo intorno al tavolo della cucina, prendo alcuni libri dalla sua libreria e accendo il pc. Lavoriamo per ore, le lancette dell'orologio scorrono velocemente. Dovremmo passare più momenti così, mi manca stare con lui.

E' bello cooperare, insieme formiamo una bella squadra, siamo molto produttivi, come ci disse il professor Malcomess.

Dopo alcune ore, digito le ultime parole dell'articolo. Sono le 4:00 della mattina, sono sfinita. Claudio è crollato su un libro. Mi incanto a guardarlo, dorme come un angelo. Ogni volta mi rendo sempre più conto di quanto io lo ami, di quanto voglia invecchiare insieme a lui. Guardandolo negli occhi vedo il figlio che vorrei.

Gli sposto i capelli ribelli dalla fronte, si sveglia e mi sorride.

"Hai finito?"

"Si, in questo momento...Grazie."

"Niente, non so quanto ti sia stato di aiuto. Da quanto mi sono addormentato?"

"Mezz'ora."

"Scusa."

"Non ti devi scusare, hai fatto anche troppo." Mi fa segno di mettermi sulle sue gambe. Mi siedo su di lui e appoggio la testa sulla sua spalla. Inspiro il suo profumo. Non mi stancherò mai di farlo.

"Sai che ti amo?"

"Lo so. Ti amo anche io."Ci perdiamo guardandoci negli occhi, le farfalle nello stomaco aumentano sempre di più. Lo abbraccio e poi ci baciamo. Ogniqualvolta sembra la prima. Le emozioni sono le stesse. Il bacio si intensifica sempre di più, la passione dilaga. Diceva Antonio Aschiarolo:

"Il bacio cuce due labbra con fili di spietata passione" Questa frase l'avevo letta quando ero un'adolescente, al tempo non l'avevo capita bene, ma ora posso affermare le parole dello scrittore.

CC si alza, tenendomi in braccio come se fossi una principessa, e si dirige verso la nostra camera, verso una notte fantastica e colma di dolcezza.

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Ciao a tutti/e,

come state? Spero bene!

Vi invito come al solito a lasciare un voto e un commento in modo tale che possa capire il vostro gradimento :)

Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Fatemelo sapere!

Passate una buona giornata!

Ila :)
p.s ho pubblicato il primo capitolo della mia storia fantasy "Oblivio", spero passiate a leggerla e che vi piaccia. Ci ho messo tutta me stessa. 

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