Capitolo 14

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"Non si sceglie di innamorarsi, accade. A noi è dovuto solo il compito di saper tenere un amore."

-Antonio Cuomo
I raggi del sole pian piano iniziano a far capolino nella nostra stanza. Dire "nostra" mi fa ancora uno strano effetto, sembra ieri quando io e Claudio litigavamo continuamente perchè lui non voleva assolutamente uscire allo scoperto. Non dimenticherò mai ciò che mi disse un giorno dentro il suo studio: "ll lavoro è lavoro, il resto è il resto". Solo a ripensarci mi viene la pelle d'oca, le sue parole hanno avuto lo stesso effetto di una coltellata nel cuore.
Fortunatamente ora è cambiato, tanto che ci stiamo anche per sposare. Chi lo avrebbe mai detto che  colui considerato da tutti, il donnaiolo dal cuore di ghiaccio, sarebbe riuscito a fare un grande passo come questo.
Lo osservo mentre dorme, credo che non ci sia nulla di più bello dello svegliarsi con accanto la propria anima gemella e del vedere il suo lato vulnerabile.
Gli scosto una ciocca che gli ricade lungo la fronte, è bello come una divinità quando hai i capelli disordinati.
Siamo rimasti abbracciati tutta la notte, le sue braccia possenti mi circondano. Mi tiene stretta come se avesse paura, il terrore che io possa andarmene da un momento all'altro. Vorrei rimanere in questa posizione per sempre. Sorrido e strofino dolcemente il mio naso contro il suo.
Lentamente apre le palpebre, si stiracchia e poi mi guarda.
"Buongiorno."
"Buongiorno." mi risponde con una voce un po' rauca.
"Hai dormito bene?"
"Come un principe, non dormivo così bene da tempo." Allunga il braccio verso il comodino e prende il suo orologio. Improvvisamente si alza di scatto dal letto.
"Che succede?"
"Sacrofano, è tardissimo! Non possiamo tardare all'appuntamento con il cadavere."
"Siamo tornati a Sacrofano?"
"Amore mio..."
"Meglio."
"Vuoi farmi il piacere di alzare il tuo bel sederino dal letto e iniziare a prepararti per avviarci in Istituto per fare la nostra bellissima autopsia?"
"Certo."
"Allora alzati da questo letto e preparati alla velocità della luce perché saremmo dovuti essere in obitorio ben dieci minuti fa."
"Attento che dopo il cadavere fa un rapporto al Supremo."
"ALICE MUOVITI!"
"Agli ordini!"
Mi alzo e corro in bagno  a prepararmi. Miracolosamente  in soli dieci minuti sono pronta, ho indossato una camicia bianca con dei pantaloni a zampa di elefante neri e delle décolleté nere.
Quando torno in camera CC si sta ancora annodando la cravatta, non senza difficoltà.
"Aspetta ti aiuto io."
"Una moglie perfetta."
"Come avresti fatto senza di me?" Sorride e abbassa gli occhi.
"Ecco fatto."
"Grazie." 
Rimaniamo a fissarci per qualche secondo e poi CC poggia le sue labbra sulle mie. Ogni volta è come se fosse la prima. Farfalle nello stomaco, orecchie che rimbombano, un leggero stato febbrile.
Lui continua a baciarmi, vorrebbe andare oltre, ma lo fermo. Mi guarda con aria interrogativa, quasi triste,
"Non guardarmi così, hai detto tu che è tardi."
"Hai ragione. Non facciamo aspettare il morto."

Dopo aver fatto letteralmente una corsa contro il tempo a bordo della "Conforti mobile", arriviamo in istituto dove veniamo accolti da un dolcissimo rimprovero del Supremo.

"Dottor Conforti, sinceramente MAI me lo sarei aspettato da lei un simile ritardo."
"Chiedo scusa non accadrà più."
"Lo dico ad entrambi. Cercate di distinguere il lavoro dai sentimenti." Cerco di controbattere, ma Claudio mi ammutolisce, tappandomi la bocca con la mano.
"Non ti deluderemo più Azzurra, stanne certa." Claudio le rivolge un sorriso forzato e poi mi spinge verso il suo studio e chiude la porta.
"Ma come ti viene in viene in mente di rispondere al Supremo."
"Ma..."
"Tu devi pensare che il Supremo sia Dio, tu andresti mai contro l'Altissimo?"
"No."
"Ecco. Trattieni i tuoi bollenti spiriti."
"Simpatico."
Vado nell'aula specializzandi e indosso il camice, poi raggiungo CC davanti l'ascensore.
Entriamo e appena si chiudono le porte Claudio mi guarda ridendo.
"Non pensi che prima abbiamo lasciato qualcosa in sospeso?"
"Può darsi."
Si avvicina lentamente a me, mi prende il viso tra le mani e sta per baciarmi quando improvvisamente le porte si riaprono. Claudio veloce come il vento si scosta.
"Eheheheh." ridacchia Paolone mettendosi tra noi due. "Lo sentite anche voi?"
"Che?" chiediamo all'unisono.
"L'amore è nell'aria." dice con fare teatrale ed io gli do un buffetto sul braccio.
"Macrì." Claudio lo fulmina con lo sguardo ed il povero Paolone si rinchiude in se stesso, assumendo un'espressione preoccupata.

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