Conclusioni e ringraziamenti

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Voglio iniziare questo ultimo effettivo capitolo che, spesso, viene ignorato poiché sconnesso dalla storia, premettendovi una cosa: all'interno del prodotto originale, l'autrice non faceva riferimento alla depressione, mentre io l'ho fatto.

È difficile per me parlare a cuor leggero della depressione, è difficile perché rispetto ad altri "avvenimenti negativi" (chiamiamoli così) che ho trattato nelle mie storie, la depressione l'ho vissuta, non in prima persona, ma su una figura molto vicino a me e so di cosa sto parlando.

La depressione viene spesso sminuita a causa di molte fanfiction che la considerano come una cosa quasi divertente o da prendere alla leggera, una semplice tristezza che passa trovando l'amore giusto.

Ebbene: no. La depressione è una patologia con la quale c'è poco da scherzare, c'è poco da ridere, come tutte le altre malattie. La depressione mi ha spezzato l'anima per tanti mesi e ora, a distanza di anni, ancora mi fa male pensarci.

Ho la fortuna che la persona a me vicina che ha vissuto il periodo di depressione, si sia ripresa, si sia curata e ora stia bene, in pace con se stessa e con gli altri, ma è stato un trattamento lungo e difficile che non sapevamo dove l'avrebbe realmente portata e per molto tempo questa patologia ha continuato a complicarci la vita.

La depressione è difficile da spiegare a parole, difficile da spiegarla quando la si vede su altri, difficile da spiegare quando la si prova.

Io ho preferito non approfondirla in questa storia, ho preferito non farlo perché non sono pronta a farlo, ma ho comunque voluto provarci, almeno a parlarne, perché penso che parlare dei mali del mondo, serva a far sentire le persone un po' meno sole, un po' più capite, un po' meno "uniche" nei loro dolori, perché se qualcuno ne parla in un modo comprensivo e intelligente, allora non si è da soli nelle proprie battaglie.

Qualora voleste pulirvi gli occhi da ciò leggete in alcune fanfiction che ridicolizzano la depressione, io vi consiglio, con il cuore, la visione dell'anime nella gif. Si chiama "Death Parade" e ne esiste anche la versione doppiata in italiano. Se non avete il tempo di vederlo, guardatevi su Youtube la scena del pattinaggio sul ghiaccio che dura meno di cinque minuti, ma trasmette perfettamente il sentimento di cui ho parlato.


Ma ora veniamo alla storia vera e propria, anche se non ho molto da dire in merito.

Ho deciso di lasciare il finale aperto per diversi motivi, primo su tutti perché amo sinceramente le menti incasinate dei miei personaggi e amo lasciarli con il dolore mentale. Qualunque cosa Mario avesse deciso, avrebbe perso, questa è la verità.
Se non si fosse sparato, si sarebbe costretto ad una vita dolorosa, priva di emozioni, ormai abbandonato a se stesso, forse con la speranza di riprovarci o forse no.
Se si fosse sparato avrebbe perso i suoi gusti, le sue passioni, si sarebbero annullati tutti i suoi piaceri terreni.

L'uomo è costretto all'infelicità qualunque cosa decida e la felicità è formata da piccoli attimi che spesso neanche percepiamo, se non quando sono passati.

Ho amato sinceramente Amelia. Ho amato descriverla quel poco e ho amato la sua forza d'animo. Non nego che probabilmente tale amore deriva anche dal personaggio originale di questa storia, che è il mio preferito, del quale amo la psicologia complessa e la forza d'animo.
Amelia ha paura ed è innamorata, ma certi sentimenti non li sa mostrare, perché non si rende conto di provarli e vive, per così dire, nella neutralità e nell'incapacità di capire cosa sia buono e cosa non lo sia.

Non ho inserito personaggi esterni, non solo perché la storia originale non ne possedeva, ma anche perché non trovavo la necessità di farlo, Mario è un ragazzo solo ed è stato così per tutta la durata. Non era un "essere solo" eccessivo, come quando qualche amico lo hai, ma ti piace ugualmente la solitudine. Era proprio un essere solo al mondo, senza genitori che lo amassero, né amici che lo necessitassero.
Era la solitudine più totale che nessuno dovrebbe mai vivere.

La presenza di altri avrebbe rovinato questa realtà, facendo comprendere come il dolore provato da Mario potesse essere alleviato semplicemente con un po' di un amore.

Nella storia di amore non ne esiste, nonostante entrambi i protagonisti ne provino l'uno per l'altra, ma Mario non vuole realizzarlo e Amelia non ne è in grado perché, di emozioni, non ne prova più da molto tempo.


Come ho già detto non ho molto da aggiungere, spero solo di non aver ridicolizzato o sminuito il suicidio e la depressione, confidando nel non aver offeso nessuno che abbia vissuto in seconda persona il primo e in prima o seconda persona - come nel mio caso - la depressione.

Qualora fosse accaduto, vi chiedo scusa, non era mia intenzione e vi chiedo di segnalarmi dove questo sia avvenuto per evitare che si ripeta.


Ora come ora penso che questa storia (e un'altra, se la scriverò) chiuderanno questo mio ciclo di due anni su Wattpad, visto che mi sto concentrando in una storia su un altro fandom, che verrà pubblicata sul mio secondo profilo (@staroftheeast) e non è pubblicità, ma solo un avviso.

Quindi questo non è in alcun modo un addio, ma vi chiedo di continuarmi a seguire (sempre che vogliate) perché presto ricomincerò a scrivere ancora meglio di prima, con più attenzione e più qualità.

Grazie per chiunque abbia seguito questa storia, abbia letto, votato o commentato.

Spero vi sia piaciuta e non vi abbia annoiato.

Buona serata e alla prossima.

Vi voglio bene.




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