《4》

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Probabilmente l'alcool oltre a darmi subito alla testa mi da anche coraggio, altrimenti non mi spiego come sia possibile che io, proprio io, abbia fatto una richiesta del genere.

Come mi é saltato in mente di chiedergli di ballare? Ora penserà che sono una ragazza facile, dannazione!

Non potendomi tirare indietro dato che il danno era fatto, raggiungiamo  la pista, io davanti a lui.

Posa le sue mani sui miei fianchi andando a posizionarsi dietro di me.

L'alcool circola ancora nel mio corpo, la musica altissima mi perfora le orecchie e un senso di leggerezza si instaura in me.

Balliamo al ritmo delle canzoni che ci accompagneranno per tutta l'estate. I classici tormentoni estivi.

Non sono mai stata una ragazza che si fa abbindolare da un bel sorriso o da due muscoli, ma questo ragazzo é chiaramente l'eccezione alla regola.

É veramente bello: jeans chiari aderenti che segnano perfettamente le sue gambe disegnate da ore di palestra e camicia bianca arrotolata fino ai gomiti.
Presumo per il caldo di quel posto si era anche sbottonato i primi due bottoni della camicia.

Preciso, mica mi stavo lamentando, anzi erano un toccasana per i miei occhi.

Nonostante Jacopo fosse un bel ragazzo, non era possibile paragonarlo alla bellezza di Lorenzo.

Ad un certo punto mi gira e punta i suoi occhi azzurri nei miei.
-Che mi racconti di te? A malapena sappiamo i nostri nomi.- ammicca.
-Beh dipende cosa tu vuoi sapere. Ho quasi 19 anni, ho un fratello più grande di me di 3 anni, abito a Torino, come penso che tu abbia già immaginato e nulla..-
-Sei fidanzata?- ecco lo sapevo.
-Emh, no..-
-Perché quell'espressione? Guai in paradiso?- sorrido senza dargli una risposta.
-E tu, sei fidanzato?-
-Mh no, é una situazione complessa ma no, non sono fidanzato.-

Torniamo al bancone degli alcolici, lui sempre con una mano sul fianco a seguirmi.
Stranamente non mi da fastidio e non ne capisco il motivo.
Non ho mai lasciato che un ragazzo, inoltre appena conosciuto, si prendesse tutte queste libertà, eppure ora mi va bene che Lorenzo tenga poggiata la sua mano su di me.

Beviamo uno shot a testa e poi decidiamo di uscire da lì.
Oltre a far un gran caldo, sono le quattro di mattina e io sono sveglia da 24 ore, la stanchezza inizia a farsi sentire.

Appena fuori dalla discoteca si accende una sigaretta, ispira e restiamo in silenzio mentre lui fissa il cielo.

Sbadiglio quasi senza rendermene conto.
-Sei stanca?-
-Beh un po', alle 7 stamattina eravamo già sul treno.-
-Immagino, fino a quando vi fermate?-
-Vuoi già cacciarci?-
-Assolutamente no principessa, stai tranquilla.- ride.

Principessa.

-Stiamo qui due mesi, il quattro settembre abbiamo il treno per tornare a casa, anche perché poi dovrò iniziare a studiare per l'università.-
-Che indirizzo hai scelto?-
-Economia. Tu studi?-
-Non mi é mai piaciuto studiare, lavoro con mio padre a volte, quando lui non deve recarsi all'estero.-

Il silenzio torna fra noi, ma questa volta é diverso: mi fissa dritto negli occhi, mettendomi quasi in soggezione. Non capisco perché si comporta così.
Fa un passo verso di me e io in automatico indietreggio.

-Sai Beatrice, sei bella.-
Spiazzata, ecco così mi sento. Non me lo aspettavo assolutamente o almeno, non dopo che ci conosciamo da poche ore.
-G..grazie- balbetto. Perfetto ora faccio anche la figura dell'imbecille.

Sorride. E che sorriso.

-Se vuoi ti accompagno a casa.-
-Non ho le chiavi, le ha Martina.-
-Se non fosse che ci conosciamo appena e potrei farti un'impressione sbagliata ti direi di venire da me.-
-Ovviamente solo perchè stai morendo di sonno.- precisa.

Faccio una leggera risata, in fondo é anche simpatico.
-Sarà per un'altra volta.-
-Lo hai detto eh, ora ci conto che tu venga a dormire da me.-
-Promesso.- concludo.

Dalla discoteca escono anche i nostri amici.
-Bea, ti abbiamo cercato ovunque. Che ci fai qui?- mi dice Cecilia spaventata.
-Nulla, dentro faceva caldo così siamo usciti.- indico con la testa Lorenzo.

Ci incamminiamo verso casa, che mi sembra incredibilmente lontana eppure la distanza é quella del viaggio di andata.

Ah, maledette dieci ore di treno quanto mi avete stancato.

Arrivate a casa salutiamo i ragazzi ed andiamo a dormire.

La mia estateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora