I Like It

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Courtney's pov
Salii le scale e andai in camera chiudendo la porta a chiave, per evitare che il maniaco entrasse. Non volevo farlo, non l'avrei fatto. Non sapevo ancora come, ma sarei riuscita a non accontentarlo. Mi serviva un piano.

Mi tolsi la maglia e andai in cerca di quella del pigiama.
<Cercavi questa?> chiese una voce dietro di me.
Mi girai e notai che aveva la mia maglia in mano e quello stupido sorriso sulla faccia. Mi coprii immediatamente e le mie gote si tinsero di rosso.
<Che ci fai qui?> domandai girandomi e indossando la maglia, senza aver ancora tolto il reggiseno.
<In realtà sono sempre stato qui, nell'armadio> puntualizzò facendomi girare per guardarlo in faccia.
<Che ci facevi lì?> domandai curiosa.
<Ero lì per prendere la valigia, dove avevo messo del tabacco di emergenza, poi sei entrata ed ho deciso di assistere alla scena gratuitamente, anche se tra poco mi divertirò di più> rispose accarezzandomi i capelli.

<Ragazzi!>
La voce di mia madre mi fece sobbalzare. Aprii velocemente la porta e andai a vedere cosa volesse.
<Noi andiamo> disse indossando il cappotto.
<Duncan, comportati bene!> urlò Wiliam aprendo la porta.
Li vidi uscire e quella porta che si chiudeva segnava la mia innocenza che sarebbe sparita in un secondo.

Scese subito e mi fermò mentre provavo a scappare. Mi prese in braccio mentre mi dimenavo e gli affibbiavo i nomi peggiori. Arrivammo in camera e mi mise sul letto.
<Io non voglio che mi tocchi con quelle mani sporche> dissi facendolo ridere.
<E non voglio che mi fissi> continuai.
<A questo c'è rimedio> disse spingendo l'interruttore della luce.
Era buio, così non mi avrebbe visto ma non era questo quello che volevo.
<Posso fare altro per te, principessa?> mi chiese baciandomi l'orecchio.
<Lasciami in pace> gli chiesi provando a non mostrare tramite la mia voce il fatto che mi piacesse ciò che stava facendo.
<Tu non lo vuoi. Hai solo paura> sussurrò mettendosi su di me.
<Ti odio, Nelson> sussurrai.
<Non devi amarmi per farmi felice> sussurrò levandomi la maglia.

Avevo paura, tanta paura. Paura che quel mostro mi potesse strappare l'innocenza.
<Tu mi strapperai quello che ho di più caro> dissi evitando di singhiozzare.
<Le mutande? Se vuoi te le ricompro> disse cominciando a scendere dal collo alla scollatura del mio reggiseno.
<Sai di cosa parlo> dissi con un filo di voce.
<E' davvero la tua prima volta?> chiese sorpreso fermandosi di colpo.
<Non siamo tutti Duncan Nelson> risposi allontanando la sua faccia dal mio corpo.

<Di solito non mi faccio chiunque passi, preferisco le vecchie ed esperte put*ane dei locali> rispose ridendo.
<Le paghi per divertirti, che schifo> dissi disgustata.
<Loro si fanno pagare. Poi non le pago sempre, a volte le ricatto> disse riferendosi a me.
<La mia amica Gwen dice che è un lavoro fantastico: ti pagano per fare ciò che ti piace> dissi per continuare il discorso e frenare ciò che stava per succedere.
<So cosa stai cercando di fare. Non guadagnare tempo. Una ancora vergine non me l'ero mai fatta> disse abbassandomi la spallina del reggiseno.

<Tu mi stai violentando> dissi provando a farlo sentire in colpa.
<Ti violenterei se mi abbassassi i pantaloni ed entrassi dentro di te con forza. Sto facendo in modo che anche tu provi piacere> rispose levandosi la maglia, almeno questo avevo visto nel buio.
<Io non proverò mai piacere con te> dissi disgustata.
<Te l'ho detto. Non serve amarmi per provare piacere> rispose levandosi velocemente i pantaloni.

<Capiterà spesso?> domandai preoccupata.
<Solo quando vorrò> disse sfilandomi i pantaloni.
<Farà male?> chiesi nuovamente.
<Shhh. Non pensarci. Stringi il cuscino e se ti farà troppo male dimmelo, proverò ad essere il più attento possibile> disse quasi rassicurandomi.

Arrivò poi al momento tanto atteso da lui. Mi slacciò il reggiseno e me lo lasciò scivolare lentamente via. Ricominciò con i suoi baci che toccavano lentamente la mia pelle. Decisi di stare zitta, di provare a godermi il momento. Arrivò quindi a togliermi le mutande e a fare quello per cui era lì.

Fece piano ma lo sentii, entrava dentro di me, sempre più in fondo. Faceva male, tanto male. Strinsi il cuscino e poi cominciai a gemere, cosa che lo faceva sentire potente. Il dolore cessò a poco a poco e cominciò a diventare una sensazione piacevole. Forse aveva ragione: il sesso e l'amore non avevano nulla a che fare tra loro. Era lì. Lui su di me, io sotto di lui. Entrambi stranamente soddisfatti però non del tutto. Mi sentivo così debole, nessuno mi aveva mai comandata, perché glielo lasciavo fare? La verità è che, anche se non l'avrei mai ammesso, mi stava piacendo tutto ciò.

angolo autrice
finalmente! hai capito quanto è bello

ahhh mi sono innamorata di un nuovo libro che sto scrivendo
e nulla sto iniziando a shippare court con un altro ma don't worry, no
tecnicamente sarebbe un duncney ma ha una storia più elaborata dietro
mi capisco io
questo è l'importante

bruno mars deve tornare a fare musica
soprattutto canzoni come quelle del 2010, il significato è stupendo
piango ogni volta che le ascolto
e nulla quel bitcho non si fa sentire dal 2019 e non posta da due mesi

miss mars vi saluta

BlackmailDove le storie prendono vita. Scoprilo ora