La mattina seguente, Eleonora dovette fare i conti con l'inaspettato malumore di Francesca: quando si svegliò, la ritrovò sul letto raggomitolata accanto a sé, con il volto rigato da lacrime che – con ogni probabilità – aveva versato per tutta la notte.
Alla sua richiesta di spiegazioni, Francesca ricominciò a piangere nascondendosi il viso fra le mani.
"Il mio cavaliere mi ha abbandonata nel bel mezzo delle danze senza proferire parola, preferendo la compagnia di un'altra fanciulla, ma di sangue nobile: sono corsa via dalla vergogna e ho iniziato a cercarti dappertutto, però tu eri sparita! Mi hai lasciata da sola!".
La reazione dell'amica le sembrò esagerata, eppure si trattenne dal farglielo notare.
"Sono certa che quel ragazzo non meritasse le tue attenzioni", le disse infine, cercando di consolarla almeno un po'.
Ma Francesca assottigliò gli occhi e la guardò con espressione accusatoria. "Se avessi accettato le avances del principe, magari la situazione avrebbe preso una piega diversa".
"Il principe Davide è un dongiovanni", sospirò Eleonora, con tono esasperato.
Francesca rimase in silenzio qualche secondo, poi rispose: "Ora che ci penso, anche il mio cavaliere aveva l'aria di essere un donnaiolo".
"In che senso?".
"Mentre ballava con me, non faceva altro che adocchiare le prossime dame che avrebbe voluto invitare a danzare: sembrava un cacciatore in piena regola, desideroso di catturare più prede possibili", mormorò Francesca.
Eleonora strinse le labbra e le riservò un'occhiataccia. "Allora perché hai reagito in questo modo? Tu stessa sembri consapevole di quanto fosse spregevole quell'uomo".
Ma la risposta era racchiusa nello sguardo incredulo di Francesca: era sempre stata ambita da tutti e non aveva mai dovuto fronteggiare nessun tipo di rifiuto, pertanto il comportamento del conte l'aveva totalmente presa alla sprovvista.
Il conte...
"Qual è il suo nome?", le chiese infine, mentre un presentimento si faceva strada dentro di lei.
"Giulio Rucis, conte di Constantia", mugugnò Francesca. "Perché?".
Eleonora non riuscì a trattenersi dall'esibire un sorriso di sincera soddisfazione. "Un uomo tanto lussurioso non è degno delle tue attenzioni, né delle tue sofferenze. Fidati di me".
***
Francesca tornò a Tropeas un po' più sollevata, dopo aver avuto l'occasione di sfogarsi completamente con la sua migliore amica.
Non seppe mai che, durante l'alba del 23 giugno, il conte di Constantia era stato trovato morto nelle sue stanze.
Il nervosismo del sovrano e dei suoi sudditi divenne ancora più palpabile del solito: ormai tutti avevano smesso di ipotizzare che la causa dei vari decessi fosse dovuta ad eventuali avvelenamenti, pertanto re Filippo aveva deciso di non licenziare il nuovo cuoco e i suoi stretti collaboratori, come invece era successo in passato.
Quella stessa mattina, Eleonora si era svegliata di buonumore, un senso di pace che si era intensificato all'istante quando – nel lavarsi il viso con acqua calda – si era accorta di quanto la sua pelle fosse diventata liscia e straordinariamente morbida.
Trascorse le ore successive ad ipotizzare il motivo di tutti quei miglioramenti che stava notando sul suo aspetto esteriore, mentre il dubbio che c'entrasse lo specchio argentato si intensificava con il passare del tempo.
Condannare a morte i peccatori aveva forse delle ripercussioni positive sul suo corpo?
Si convinse di questa nuova teoria e cominciò ad usare lo specchio con più frequenza del solito, sentendosi come una sorta di giustiziera avente il compito di rendere il mondo un posto migliore.
STAI LEGGENDO
Excelsior: Lo Specchio d'Argento
FantasyFra immensi giardini e fontane ellenistiche, la maestosa Reggia di Arintha ospita al suo interno i nobili più importanti del regno di Kalobrios, sotto lo stretto controllo della famiglia reale. In seguito alla morte improvvisa dei baroni di Tropeas...