VII - Il marinaio

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"Il demonio, secoli or sono, si nascose nel corpo di un'anziana signora e generò uno specchio ornato da tante piccole rose", sussurrò il prete, con voce appena udibile. "Chiunque ne fosse entrato in possesso e avesse guardato il proprio riflesso, sarebbe stato il portatore di una maledizione potentissima: ogniqualvolta una persona avesse compiuto un peccato capitale, sarebbe morta alla luce dell'alba senza spiegazione apparente".

Eleonora rimase quasi del tutto impassibile, non essendo stata messa al corrente di nulla che non avesse intuito già da tempo.

Ma ciò che continuava ad attirare la sua attenzione era proprio il demonio raffigurato nel riflesso dello specchio, il suo sorriso incredibilmente malefico e gli occhi scarlatti rivolti al lettore.

Il disegno sembrava sprigionare una potenza tale da lasciarla senza fiato, incuriosita, ammaliata.

Lo sguardo della creatura trasmetteva una sete di potere tanto evidente da impedire ad Eleonora di concentrarsi su qualsiasi altro particolare presente nella scena.

"Se mai qualcuno dovesse citarvi questa leggenda, vi pregherei di mettermene subito al corrente", disse il prete, con tono sinceramente preoccupato.

"Avete la mia parola", mentì lei, senza riuscire a distogliere lo sguardo dalla creatura demoniaca.

Don Giuseppe dovette accorgersene, perché chiuse il libro con un gesto repentino e si affrettò a rimetterlo a posto.

"Vi ringrazio dell'attenzione dedicatami, padre", disse Eleonora, cogliendolo di sorpresa. "Però credo che il sole sia ormai tramontato da tempo e mi sento in dovere di tornare a palazzo prima che cali la notte".

"Restate con me", le propose lui, mentre il suo sguardo si riaccendeva di desiderio. "La vostra sicurezza potrebbe essere messa in pericolo, se vi metteste in cammino da sola a quest'ora".

"Vi ringrazio, ma con il passare degli anni ho imparato a badare a me stessa". Eleonora gli sorrise un'ultima volta, si inchinò al suo cospetto e lo salutò con la consueta cordialità: "Vi auguro una buonanotte".

Non aspettò la sua risposta: si diresse subito verso l'uscita della chiesa, stringendosi le gonne fra le mani e scendendo rapidamente gli scalini del promontorio.

Aveva ragione: il sole era sparito oltre l'orizzonte e i colori del crepuscolo avevano cominciato a dominare interamente il cielo.

Un bagliore rossastro, però, era ancora visibile sulla superficie del mare: per uno strano momento, Eleonora ebbe quasi l'impressione che fosse proprio la stessa tonalità delle rose del suo specchio argentato, oltre a quella degli occhi del demonio intravisto poco prima fra le pagine del libro.

***

Il giorno successivo, Eleonora si svegliò poco dopo il sorgere del sole: i suoi presentimenti si erano rivelati fondati, era riuscita a scoprire ulteriori dettagli sulle origini dello specchio d'argento.

Non sarebbe tornata da Don Giuseppe, non avrebbe potuto estorcergli altre informazioni delle quali non l'avesse già messa al corrente.

La sua ricerca si sarebbe trasferita fra le strade della baronia, portandosi costantemente dietro lo specchio argentato – nascosto fra le pieghe del mantello – per evitare che qualche domestico, durante le consuete pulizie, potesse trovarlo nelle stanze del suo palazzo.

Indossò il vestito più modesto in suo possesso, così da ridurre la differenza fra il suo abito e quello dei vari sudditi, e si diresse verso il centro del villaggio.

Come ormai erano soliti fare, tutti i passanti la accolsero a braccia aperte sfoggiando i loro migliori sorrisi.

Mascherando il proprio interesse dietro una apparentemente innocente curiosità, indusse chiunque incontrasse sul suo cammino ad esporle le loro conoscenze; ma si accorse ben presto di quanto esse fossero limitate, nulla – perciò – di cui lei non fosse già venuta a conoscenza in precedenza.

Excelsior: Lo Specchio d'ArgentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora