La notizia delle nozze imminenti fece ben presto il giro del reame: l'eccitazione dei sudditi era palpabile, desiderosi di conoscere il nome della fortunata donna che – in un futuro non troppo lontano – sarebbe diventata la loro indiscussa regina.
La felicità di re Filippo, però, non aveva eguali: già immaginava il volto del piccolo nipotino che sarebbe nato dall'unione dei giovani sposi, fantasticando su quali tratti avrebbe potuto ereditare dalla sua famiglia.
Perfino i nobili si mostrarono entusiasti, quando furono messi al corrente di quella importante novità: la pace sembrava essere calata nuovamente sulla Reggia di Arintha, fra le cui mura non si verificavano più i famosi decessi che – non molto tempo prima – avevano cominciato a scuotere la stabilità del regno.
L'intera Kalobrios cominciò a darsi da fare affinché l'evento potesse essere perfetto sotto tutti i punti di vista, indipendentemente dalle spese necessarie e dal conseguente aumento delle tasse: decine di sarti correvano da una parte all'altra del reame per proporre i loro abiti migliori, cuochi di ogni età si esercitavano con costante dedizione nella preparazione di dolci e piatti pregiati, fiorai e giardinieri collaboravano nel disporre le varie piante in punti strategici dell'immenso prato verde del palazzo.
Non erano ammessi errori, sbagliare era proibito.
Davide, ormai, pendeva totalmente dalle labbra di Eleonora: la guardava spesso con occhi trasognati, preda di un amore incontenibile che non aveva mai sperimentato prima di allora.
La baronessa, d'altronde, si era da tempo abituata alle continue attenzioni da parte degli uomini, al punto da trovare quasi fastidiose le incessanti lusinghe del suo futuro sposo.
Era splendida, eppure Davide non sembrava proprio in grado di notare in lei una qualsiasi altra qualità: le accarezzava spesso i lunghi capelli castani con espressione del tutto rapita, le inumidiva le labbra con baci leggeri e delicati, adorava cingerle la vita e stringerla a sé.
Stava iniziando a conoscere ogni dettaglio del suo corpo, però non mostrò mai interesse alcuno nei confronti del suo passato o delle sue ambizioni.
Aveva la capacità di far sentire Eleonora come una sorta di bambola dai lineamenti indiscutibilmente perfetti, ma nulla di più: aveva perso la testa per lei, era evidente, e il suo animo superficiale pareva impedirgli di far caso alla bellezza interiore della sua futura moglie.
Eleonora era combattuta fra i ricordi legati alla sua infanzia – colma di complimenti di ogni genere sul suo grande cuore d'oro – e la quotidianità tanto diversa che stava vivendo nei panni della fidanzata del principe.
Aveva come la sensazione di aver perso la propria capacità di emozionarsi per le piccole cose, di provare curiosità verso qualsiasi aspetto della vita fosse ancora a lei ignoto, segregata com'era nel corpo della donna più invidiata del reame.
Naturalmente, Davide le concesse presto di alloggiare in camere di gran lunga migliori rispetto a quelle in cui aveva sempre dimorato, al punto da richiedere un immediato trasferimento di tutti i suoi averi nelle future stanze a lei destinate.
Eleonora si accertò personalmente che nessun domestico potesse rischiare di trovare il suo specchio argentato: decise, infatti, di nasconderlo in mezzo ad una pila di vestiti che portò lei stessa nel nuovo armadio, rifiutando con fermezza le proposte di aiuto da parte dei vari camerieri.
Il principe la riempì di gioielli e oggetti preziosi, ma lei non smise mai – neanche per un istante – di indossare la collana ricevuta in dono da sua madre: il piccolo ciondolo di smeraldo splendeva in tutta la sua bellezza ogniqualvolta catturasse un raggio di sole, ed era proprio in quei momenti che Eleonora ripensava ai suoi genitori con fare malinconico.
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Excelsior: Lo Specchio d'Argento
FantasyFra immensi giardini e fontane ellenistiche, la maestosa Reggia di Arintha ospita al suo interno i nobili più importanti del regno di Kalobrios, sotto lo stretto controllo della famiglia reale. In seguito alla morte improvvisa dei baroni di Tropeas...