Corse per un tempo indefinito, l'immagine del corpo decapitato di Salvatore impressa a fuoco nella sua memoria.
L'unica persona ancora in vita che potesse renderle noti altri dettagli sulla leggenda, sfortunatamente o meno, era stata appena uccisa.
Mai avrebbe pensato di riuscire a far risorgere, seppur per un breve periodo, il fantasma della sua antenata: la sua educazione prevalentemente cattolica le aveva impedito di credere all'esistenza di tali creature, ma era stata costretta a ricredersi.
Immaginò alla perfezione come avrebbe reagito l'anziano Don Giuseppe, se fosse venuto a conoscenza di quanto accaduto: l'avrebbe rinchiusa per sempre nelle catacombe della chiesa, praticando esorcismi giorno e notte per scacciare ogni possibile presenza demoniaca.
Il sorriso del mostro riapparve fra i suoi pensieri, inquietante e seducente nella sua estrema malvagità.
Per la prima volta da quando Eleonora era tornata a Tropeas, ebbe la netta sensazione di non avere la più pallida idea di cosa fare.
Il desiderio di scoprire i segreti celati dietro il ghigno demoniaco, infatti, si contrapponeva al timore di essere nuovamente ingannata da qualcuno che, dopo averle manifestato la propria intenzione di aiutarla, l'avrebbe attirata a sé solo per poterle rubare lo specchio d'argento.
Accettare di non poter conoscere la verità era davvero un prezzo accettabile per poter continuare a vivere?
Non lo sapeva.
Eppure, durante tutta la durata della sua corsa, il viso del demonio non smise neanche per un istante di apparire ad intervalli regolari nella sua mente.
Avrebbe tanto voluto immergersi nello stagno, in modo da avvicinarsi alla creatura misteriosa e poter ammirare da vicino tutte le sfaccettature del suo volto.
Fu allora, quindi, che prese una decisione definitiva: sarebbe andata in fondo alla questione anche a costo della sua stessa vita, mettendo da parte le proprie insicurezze, le proprie paure.
Puntando sempre più in alto.
***
La sua permanenza a Tropeas fece sì che nessun altro decesso improvviso si manifestasse ad Arintha, ma furono in pochi a voler tornare ad alloggiare nella Reggia: la presenza quotidiana del bellissimo Davide, però, aveva spinto le fanciulle più ottimiste ad abbandonare i propri palazzi, con la speranza di rientrare nelle grazie del tanto ambito erede al trono.
Dopotutto, Eleonora aveva le loro stesse ambizioni: conquistare il cuore del giovane principe e salire, poi, sul trono di Kalobrios.
Il suo rientro ad Arintha coincise con l'arrivo della stagione autunnale: foglie gialle e marroni contornavano la strada percorsa dalla sua carrozza, mentre un vento freddo e insistente scuoteva l'abitacolo da cima a fondo.
Si accorse all'istante di quanto il clima, dentro la Reggia, fosse cambiato: fra i corridoi del palazzo, ormai, era possibile udire prevalentemente voci femminili, confermando perciò i suoi sospetti riguardanti le speranze delle giovani nobili.
Ma gli omicidi commessi nel tempo avevano reso la sua bellezza ineguagliabile, nulla che potesse essere paragonato ai visi spenti e ingenui delle altre donne tornate ad Arintha.
Il principe Davide sbuffava spesso al pensiero di aver dovuto rinunciare a decine e decine di pretendenti, e il nervosismo di suo padre non migliorava affatto il suo umore: sotto le insistenze di Filippo, il cardinale Domenico era stato convocato a gran voce per eseguire un esorcismo in piena regola, nonostante continuasse ad essere convinto della totale assenza di creature demoniache.
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Excelsior: Lo Specchio d'Argento
FantasyFra immensi giardini e fontane ellenistiche, la maestosa Reggia di Arintha ospita al suo interno i nobili più importanti del regno di Kalobrios, sotto lo stretto controllo della famiglia reale. In seguito alla morte improvvisa dei baroni di Tropeas...