-Capitolo 14

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La tosse presto divenne vomito, il vomito presto divenne sangue.

Il padre di Hermione peggiorava sempre più ogni giorno che passava.

Avevano chiamato tutti i dottori del regno, ma i prezzi erano saliti memorabilmente a ogni visita e le due donne furono costrette a smettere di contattare medici.

Di soldi, non ne avevano.

Hermione era distrutta.

Sempre più stanca, pallida, con delle occhiaie sotto agli occhi che si potevano vedere da metri di distanza.

Il giorno non faceva altro che lavorare, per non pensare a quello che avrebbe affrontato una volta tornata a casa, e la sera accudiva il padre non chiudendo occhio neanche per pochi minuti.

Era stanca, ma non poteva fare altrimenti.

La madre aveva poco lavoro, la castana era l'unica a portare soldi a casa.

Sbuffò, prendendo in mano la colazione per la principessa.

Quando raggiunse la sua porta, sospirò e attese che la giovane le rispondesse.

"Hermione, ieri non sei tornata. Ho qui l'olio per le tue mani, siediti. Avanti." La riccia si inchinò, sorrise alla principessa e poi fece come le era stato detto.

La mora afferrò la mani della sua serva e afferrò subito dopo una fialetta contente un liquido verde.

"Come mai non sei tornata?" il liquido fu sparso in modo uniforme sulla pelle della castana, che abbassò lo sguardo.

"Mi sono sentita male e ho lasciato cadere il vassoio con la colazione del principe su di lui."

Astoria si irrigidì per un secondo, poi strinse entrambe le mani della giovane tra le sue.

"Ti sei sentita male per via del lavoro! Ne sono certa, dovresti proprio riposarti e curarti un po' di più." Hermione sorrise amaramente, abbassò lo sguardo e non seppe come ribattere alle premure della principessa.

"Certamente, principessa, cercherò di fare tutto ciò che è in mio potere di fare per riposarmi, se è questo quello che desiderate per me." la mora sorrise e le due ragazze rimasero in un silenzio imbarazzato per qualche minuto, ognuna immersa nei propri pensieri.

A rompere il silenzio fu l'ingresso di qualcuno nella stanza.

Quando le due donne riconobbero la figura dell'usurpatore, rimasero in silenzio ad osservarlo.

Hermione però non poté fare a meno di notare che la mora si era allontanata da lei e aveva anche lasciato la presa sulle sue mani.

Ovviamente non voleva farsi vedere in buoni rapporti, quasi amichevoli, con una serva.

Hermione non le rimproverava nulla, probabilmente al suo posto avrebbe fatto lo stesso.

"Serva, alzati. Ora." Hermione fece come le era stato ordinato, si inchinò al cospetto del principe Draco.

"Vai a pulire la mia stanza, poi pulisci la sala del trono e il poligono per l'allenamento. Fai in modo che sia tutto pronto entro le due, devi fare tutto da sola." con un gesto stizzito della mano le fece capire che doveva uscire immediatamente di lì, la castana non disse nulla e uscì dalla stanza con la coda fra le gambe.

Quando la porta della stanza si chiuse, il principe si sedette sul letto della sua futura sposa.

La osservò, cercando di trovare qualcosa che gli potesse piacere di quella donna.

Era bellissima, ma c'era una donna più bella di lei.

C'era una donna più intelligente di lei, c'era una donna più sveglia di lei, una donna più coraggiosa, più simpatica.

C'era una donna che aveva preso posto nel cuore del principe, una donna che non avrebbe dovuto essere così importante per il biondo.

Scosse la testa, osservando i capelli neri e liscissimi della principessa Greengrass.

"Blaise Zabini." Draco aggrottò un sopracciglio, non riuscendo a capire cosa c'entrasse quel nome in quel momento.

Osservò la principessa, attendendo dei chiarimenti.

"Sono innamorata di un nobile di nome Blaise Zabini."

Il giovane non seppe come ribattere a quell'affermazione sofferta della ragazza.

Rimase in silenzio, a riflettere, per qualche minuto.

Poi decise di spezzare il silenzio che si era creato tra loro.

"Non possiamo rovinarci la vita in questo modo." Draco non aveva intenzione di sposare la mora.

Il suo sogno era sempre stato quello di diventare potente, il re, ma non aveva mai messo in conto che per farlo avrebbe dovuto essere triste per sempre.

Non voleva sposarsi con una donna che non conosceva e che non amava.

Ma non voleva neanche rinunciare al trono e vederci salire Harry Potter, il suo unico amico.

Sarebbe stato troppo anche per lui, avrebbe finito per crollare definitivamente.

"Abbiamo altre scelte?" scossero contemporaneamente la testa, i loro cuori battevano fortissimo nei loro petti.

Quegli stessi cuori che bruciavano per delle persone che non avrebbero mai potuto amare, che non avrebbero mai potuto avere.

"Ma c'è sempre un'altra scelta..."

Draco scosse la testa, in disaccordo con la frase della principessa.

"No, non sempre. Non c'è quasi mai, una scelta."

Si alzò, Astoria non fece nulla per trattenerlo oltre, il biondo uscì dalla stanza con il cuore in gola.

Allontanare e spaventare la persona per cui aveva perso la testa non lo avrebbe aiutato a dimenticarla, ma il biondo credeva che, anche in questo caso, fosse la sua unica scelta.

The prince and the servantDove le storie prendono vita. Scoprilo ora