-Capitolo 12

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Il principe si rigirò tra le lenzuola, il mal di testa non dava segni di volerlo lasciare in pace.

Era quasi una settimana che si era chiuso in camera sua, senza vedere nessuno e senza neppure mangiare.

Anche solo sentire l'odore del cibo gli faceva contorcere lo stomaco, non sapeva come spiegarsene il motivo, ma non voleva nemmeno sforzarsi per ingerire qualcosa.

Era come se la sua vita di colpo fosse diventata inutile e vuota, non che prima non lo fosse, solamente in quel momento se ne era reso pienamente conto.

Era nato per prendere il posto di suo padre non appena sarebbe giunta la sua morte.

Era nato per comandare, per non deludere mai gli altri.

Era nato per sposare una donna che non conosceva minimamente.

E non era nato perché i genitori volevano crescere un bambino e amarlo, era nato solamente perché era un suo compito, quello di nascere.

Ed era un compito dei suoi genitori, quello di farlo nascere.

Non aveva mai ricevuto amore da nessuno, non riusciva proprio a capire cosa significasse quella parola... solo che forse, aveva cominciato a comprenderlo sempre meglio, ma non poteva permetterselo.

Avrebbe semplicemente sposato la principessa Greengrass e avrebbe adempito al suo dovere, senza scoprire davvero cosa significasse amare qualcuno.

Poi avrebbe atteso la morte dei genitori e sarebbe diventato re, senza troppe storie.

Era nato per quello, non si sarebbe incasinato la vita.

Non ne aveva la voglia, ma soprattutto non era abbastanza coraggioso per poterlo fare.

Sin da piccolo aveva aspirato al potere e in quel momento non riusciva a comprendere perché si stesse facendo tanti problemi nel sapere che ne avrebbe avuto anche troppo, di potere.

Sbuffò, sentendo uno strano fastidio all'altezza del petto.

Per un motivo a lui sconosciuto, stava soffrendo.

Gli stava facendo male il cuore, lo sentiva stringere e battere troppo piano. Quasi come se volesse smettere di pompare il sangue nel resto del corpo, quasi come se non volesse più far vivere il corpo del biondo.

O forse era proprio il biondo a non volerlo più.

Si mise seduto sul letto, portandosi i capelli sudati indietro sulla testa. 

Nel frattempo Hermione, al piano di sotto, era sempre più stupita della strana e inappropriata amicizia che stava instaurando con Astoria Greengrass.

La principessa si era rivelata molto meno acida e bacchettona di quello che aveva creduto inizialmente, in fondo si era svelata addirittura simpatica e gentile.

La castana non riusciva a capire cosa di lei fosse piaciuto alla principessa, fatto sta che l'aveva come presa sotto la sua ala protettrice.

Hermione era molto felice, ma allo stesso tempo era anche irritata da quella dolcezza.

O anche solo dalla sua presenza.

Per qualche strano motivo Hermione avrebbe tanto voluto odiarla, la principessa.

Lei poteva tutto, lei aveva tutto. E nella mente della castana, anche se solo per un millesimo secondo, quel tutto aveva compreso anche il principe.

Hermione bussò alla porta della principessa, aspettando pazientemente che le rispondesse.

"Cara Hermione, entra pure." La giovane castana aprì la porta con delicatezza ed entrò nella stanza facendo attenzione a mantenere bene in equilibrio il vassoio con la colazione della signora.

The prince and the servantDove le storie prendono vita. Scoprilo ora