-Capitolo 16

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Hermione stava tornando a casa a passo svelto, il più velocemente possibile.

I solchi delle lacrime ancora sulle guance.

La madre l'aveva fatta chiamare urgentemente, il padre stava avendo un attacco di tosse più forte del solito e non sapeva cosa fare, da sola.

La giovane cercava di correre, ma la stanchezza gli faceva cedere ogni pochi passi le ginocchia, quella era la velocità massima che poteva utilizzare senza cadere a terra, completamente priva di forze.

Se il principe non l'avesse bistrattata in quel modo, quel pomeriggio, avrebbe potuto correre e raggiungere casa sua molto più velocemente.

Quando giunse a casa, un dottore che non aveva mai visto stava parlando con la madre, che singhiozzava convulsamente.

Hermione affrettò il passo, in casa c'era solo silenzio.

Non si sentivano i soliti colpi di tosse del padre, la castana corse ritrovando di colpo la forza.  

Il dottore si tolse il cappello vedendo arrivare la giovane, Hermione sentì il mondo crollarle addosso.

Non poteva averci messo così tanto, non poteva davvero essersi persa gli ultimi momenti di vita del padre.

Non poteva davvero essersene andato così, di punto in bianco.

La castana osservò la madre, che annuì senza dire una parola.

Hermione cadde per terra, le ginocchia le si sbucciarono, ma lei neanche se ne accorse.

Il dolore che stava provando all'altezza del petto era troppo forte perché potesse sentire qualsiasi altra cosa.

Cominciò ad urlare, ma non si accorse neanche di questo.

Cominciò a piangere, ma il vuoto era troppo.

Il dolore anche.

Non sentiva più niente, solo un silenzio assordante.

Le risate del padre non le avrebbero più rallegrato una giornata andata male a lavoro.

Le sue prediche non le avrebbero più fatto alzare gli occhi al cielo.

Le sue braccia non l'avrebbero più fatta sentire al sicuro.

Suo padre era morto e lei non avrebbe potuto fare nulla per portarlo indietro.

E si era persa la sua morte per colpa di quel biondo, che l'aveva fatto lavare due volte l'immensa arena da combattimento.

In quel momento sentì di nuovo il suo cuore, stretto in una morsa dolorosissima.

Suo padre era morto e lei non gli era potuta stare accanto negli ultimi attimi, non aveva potuto dirgli addio.

Si alzò dal pavimento, le lacrime avevano smesso di uscire dai suoi occhi.

Probabilmente avrebbero ripreso a scorrere quando avrebbe del tutto accettato che quella era la realtà e non solo uno bruttissimo incubo.

La madre era seduta sul gradino di fronte alla porta, il viso coperto dalle mani e le spalle scosse dai singhiozzi.

La castana entrò in casa, dirigendosi verso la camera da letto.

Quando fu di fronte al corpo del padre, si sentì mancare e corse fuori per prendere aria, vomitò più volte.

Tutti i momenti passati con suo padre le passarono davanti agli occhi e il cuore le si spezzò, il respiro divenne irregolare e presto fu spezzato dai singhiozzi.

Suo padre non c'era più, e non era solo un incubo.

Era la realtà. 

Lo rivide di fronte a lei il giorno in cui, con i pochi risparmi che aveva ricavato dal guadagno di quel mese, le aveva portato a casa una lavagnetta per poter scrivere e studiare, aiutandosi, disse, con i libri che aveva preso in prestito da alcuni amici più benestanti.

Lo rivide il giorno in cui lei aveva scritto il suo primo racconto, su quella lavagnetta tutta rovinata, con le lacrime agli occhi per l'orgoglio che la sua intelligenza gli faceva provare.

Hermione si sedette di peso accanto alla madre, posando la testa sull'incavo del suo collo.

Adesso erano sole, e lo sarebbero state per sempre.

The prince and the servantDove le storie prendono vita. Scoprilo ora