kageyama

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Pov kageyama
-ma io non so nemmeno da dove iniziare, non so che gli piace, non lo conosco!-
-non importa, anche io ci ho provato ed è stato inutile. Senti a me, basta che lo saluti, perché quando me lo ha chiesto era come se fosse qualcosa di urgente-
-Stiamo aspettando ormai da 20 minuti a quella testa di cazzo, quand'è che arriva?-
-È strano infatti, è sempre puntuale...-

La conversazione venne interrotta da un improvviso colpo alla testa.
Mi risvegliai in quella che era una stanza. Una camera da letto, ed io, ammanettato al letto.
Hinata di fianco a me e anche lui ammanettato al letto.
Che significava? Una stronzata del genere?

-Allora, tendou pensa di avermi messo ko, vero? Che palle, si sbaglia-
-Atsumu? Hinata non ha ancora ripreso conoscenza, perché?-
-Ah e io che ne so. Osamu lo ha colpito...e con questa. Ti ricorda qualcosa, stronzo?-

Era la stessa mazza che aveva usato noya al campus.

-No. E poi che cos'altro vuoi? Sei stato dichiarato mentalmente instabile-
-Lo so, ma avere un fratello come lui...insomma,porta davvero un sacco di pregi. Davvero-
-Osamu, hinata è tuo amico...che gli hai fatto?-
-Io? Un bel niente, ma per come la vedo io,mio fratello ha ragione. Ho pagato la cauzione con i miei risparmi ed è tornato a casa. Abbiamo aspettato i due mesi, e poi ecco che il nostro geniale piano si può svolgere. Vi terremo qui, e vi faremo di tutto.-

A quel punto decisi di tenere la bocca chiusa. Hinata aveva ripreso i sensi e aveva ascoltato ben poco.
Forse niente.
Guardai il volto del mio ragazzo.
Era sorridente e rigato dalle lacrime.
-Senti, prendi me ma lascia perdere kageyama-
-ma che cazzo dici hinata? Sta zitto! Io rimango qui! -
-Non avremmo comunque accettato, siamo in quattro no? Anche Osamu ha il diritto di giocare-

Si avvicinarono. Leccarono ovunque e quella loro saliva procurava in me un disgusto non indifferente, ma se si parlava di rapporto fisico, era davvero troppo. Purtroppo non potevamo, ne io ne hinata, controllarci più di tanto, alla fine ci venivano fatte tante cose. Non usavano oggetti, e questo mi faceva piacere, le loro mani erano ovunque e facevano qualsiasi cosa. Una, due e poi tre volte al giorno. Hinata passava la sua giornata a piangere.
Quando mangiavamo, ci slegavano solo una mano, e mangiavamo solo pizza, panini e cose che potevano essere mangiate senza la forchetta. Insomma, almeno il cibo era buono.
Tornavano la mattina alle sei, il pomeriggio alle quattro e la sera alle undici il lunedì, il martedi, il mercoledì e il giovedì, mentre il venerdì, il sabato e la domenica, venivano alle nove di mattina, alle tre del pomeriggio e alle dieci di sera.
Non cambiava nulla però. L'orario, si, ma quello che ci facevano erano sempre le stesse cose. Ci leccavano ovunque, ci masturbavano in ogni posizione possibile, ci costringevano a sopportare il calore delle loro gole, e le loro dita dentro di noi.

Ma hinata aveva ancora un asso nella manica. Era rischioso.
ma dovevamo provare.

~𝓬𝓻𝓮𝓭𝓸 𝓭𝓲 𝓪𝓶𝓪𝓻𝓽𝓲~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora