Nico (... Nico nii. Scusate dovevo)

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Entro nella gelateria quando un ragazzo mi viene addosso, sporcandomi i vestiti.
"STAI ATTENTO QUANDO CAMMINI STR*NZO!" urlo. Già avevo avuto una giornata di schifo e a quanto pare continua a peggiorare.
"S-scusa.. I-io non v-volevo.."
"NON ME NE IMPORTA DELLE TUE SCUSE, MI HAI ROVINATO LA MAGLIETTA C*ZZO!"
"P-posso ricomprartela.."
"NON VOGLIO CHE ME LA RICOMPRI! NON SAREBBE L-
"Scusatemi, potreste per favore uscire? State facendo la fila. Grazie." dice il gelatiere. Mi giro vedendo alcune persone  fuori dalla porta che stanno aspettando. Esco dalla gelateria infuriato e vedo con la coda dell'occhio il ragazzo di prima raggiungermi.
"S-senti, mi dispiace per prima. Se solo posso rimediare.." il biondo sembra davvero mortificato, ma non mi importa. Mi ha rovinato la mia maglietta preferita. Il regalo di mia sorella. Il suo ultimo regalo, prima di scappare di casa...
"No, non puoi."
"Si può sempre rimediare" fa un sorriso, anche se ha uno sguardo triste. Chissà perché...
"Scusa, stai bene?" mi chiede.
"Secondo te??" gli lancio uno sguardo truce
"Ehm.. se lo sapessi non te lo avrei chiesto"
MA FA SUL SERIO?
Credo che dalla mia espressione abbia capito che la risposta non mi è piaciuta per niente infatti si scusa
"Rilassati, stavo solo scherzando. Piuttosto, dove stai andando?"
"A casa. Addio" faccio per andarmene, ma lui mi blocca.
"Se proprio non posso farmi perdonare, almeno possiamo camminare un po' assieme"
"No"
"Sì"
"No"
"Sì"
"No. Potresti essere uno stupratore e preferisco non rischiare"
"Non lo sono"
"Forse lo sono io"
"Ma per favore, avrai quanti? Quattordici anni?"
"CE NE HO SEDICI"
"Davvero? Non sembra"
"Divertente"
"Grazie. Allora, questo giro?"
Non sarei riuscito a levarmelo di torno neanche se lo avrei picchiato. Perciò...
"Ok. Dove andiamo?"
"Mmmh... Non lo so. Tu abiti lontano?"
"Sì, abbastanza"
"Allora andiamo!"
"Come?"
"Ti porto a casa tua"
"Ma è lontano da qui"
"Meglio, così possiamo passare più tempo assieme, no?"
"Se lo dici tu"
"Perfetto!" Il suo sorriso si fa ancora più largo (se questo è umanamente possibile).
Inizio a fissarlo. È carino, con quelle lentiggini sparse per tutto il viso e gli occhi celesti che sembrano due lapislazzuli.
"Dov'è casa tua?"
"Ah sì scusa" gli do le indicazioni. Per tutto il tragitto continuo a ripetermi: "STUPIDO, STUPIDO, STUPIDO! NON LO CONOSCI NEANCHE, COSA STAI LÌ A FISSARLO?!?"
"Allora?"
"Cosa?"
"Come ti chiami?"
"Nico di Angelo"
"Bel nome! Io invece sono Will Solace"
Continuiamo a camminare per qualche altro minuto finché non ci fermiamo davanti a una piccola casa con un giardinetto piuttosto curato e un recinto.
"È questa casa tua?"
"Sì, grazie"
"Di nulla. Ci vediamo!"
“Ma anche no” pensai, ma risposi
"Sì, va bene. Ciao." entro in casa e chiudo il portone.

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