Capitolo 0

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Questa è per te, che hai avuto il coraggio di rimanere a leggere parole più taglienti dei coltelli che ti porti nella schiena.
Per te che ogni volta che tramonta il sole ti ritrovi al buio insieme ai tuoi fantasmi.
Per te che guardi il cielo come fosse l'infinito, che t'incanti sotto un bombardamento di stelle, che rimani impietrito quasi non avessi più la forza di respirare.
Questa è per te che ti basta il mare mentre tutto tace per ricordarti quanto le parole siano effimere.
Questa è per te che hai imparato che quasi nessuno ha la vita che vorrebbe, ma tutti hanno la vita che si meritano.
Questa è per te che lasci uscire i demoni dal tuo cuore come un vaso di Pandora, che hai lasciato che colonizzassero la tua vita, senza dire nulla, accettandoli come fossero parte di te.

Questa è per te che quando le coperte del buio ti avvolgono non sai fare altro che rannicchiarti, sperando, di essere al sicuro.
Ogni evento s'agita incessantemente come una macina, gira sul filo della vita che mano a mano che il tempo passa diventa sempre più corto.
E così la mente inizia a esplodere in un mare di sinapsi, come un computer impazzito il tuo cervello inizia a viaggiare da una parte all'altra.
Viaggia nel tempo, nello spazio, calcola variabili sul presente, futuro, rielabora il passato, modifica gli eventi per verificare quale soluzione sarebbe stata la migliore, come se contasse qualcosa.
Un po' come fanno quegli sfigati che nel dopo partita discutono sul fatto che se quello non avesse fatto gol o quell'altro non avesse fatto fallo, ora, la nazionale del Turkmenistan avrebbe vinto ottantordici volte i mondiali.

Ti sposti da una concezione all'altra, cambiando schemi mentali ogni cinque secondi, esci dal tuo Io, per poi rientrarci e bestemmiare perché una zanzara ti ronza sull'orecchio.
Crei una barriera infrangibile tra te e gli altri che si rompe solo quando riesci a forzare un umile sorriso.
Perché in fondo sprofondi da solo nell'abisso.
Non t'importa scrutarlo, l'abisso per te è come casa, ormai ci vivi e nessuno se ne accorge, così anestetizzi i drappi intorno al cuore cercando di fare il "normale".
Passi ogni giorno camminando tra persone vuote, svuotate d'ogni indole, d'ogni capacità di manifestarsi, persone che pensano che seguire i loro istinti impudentemente significhi essere se stessi.
Così saluti volti umani telecomandati da pulsioni miste a desideri esistenti in una matrice di realtà del tutto immaginaria.
Vivono una vita irreale cercando cose che non esistono e desiderando di essere come tutti gli altri.

E tu ti chiudi in una scatola, sperando di non essere mai trovato.
Passi da una mano all'altra sperando che chi ti accarezzi il cuore non lo faccia con gli artigli.
Perché l'incessante senso di solitudine che ti circonda non deriva dal fatto che intorno non hai nessuno, ma deriva dal fatto che intorno hai golem di pietra privi d'ogni scintilla divina.

A volta vorresti morire, sprofondare in un abisso ancora più grande, infinito, dove sei costretto a guardarti allo specchio e ad ammettere che in fondo pure tu hai provato a vivere così, ma non ci sei riuscito.
Ti senti immortale poiché ad ogni trauma, risorgi come un fiore dal cemento come se la vita fosse essa stessa parte del tuo cuore.
Non sei vivo perché hai battito, hai battito perché sei vivo.
E vorresti solo metterti in piedi, allargare le braccia e gridare.
Far uscire fuori tutta quella nube infinita che ti depolarizza il senno rendendoti terribilmente instabile.
Alle persone come te nel mondo non vi è riservato nessun posto, perché nessun posto in questo mondo di maschere può avere un volto.
Così finisci per perderti nelle segrete dei tuoi malanni, disegnando il tuo mondo raccapricciante e finendo per essere l'unico ad amare i tuoi disegni.
Regali pezzi di te agli altri come Horcrux pensando di poter vivere per sempre nei loro cuori, ma poi puntualmente diventi carta igienica.

Ogni giorno l'aria si fa più pensante, la luce più abbagliante, l'anima più fioca e vivi come se fossi l'ultimo della tua specie, sapendo di essere prossimo all'estinzione, cercando riflessa nelle pozzanghere una sagoma che sfati il mito della solitudine, puntualmente confermato.

Questa è per te, che non ti abbatti mai.
Che sei immortale nonostante tutto.
Questa è per te che porti le cicatrici come fossero una seconda pelle, come fossero tatuaggi sul cuore.
Questa è per te che forse sentirai freddo questa notte, come tutte le altre, che abbracci il vuoto sperando che si materializzi qualcuno.
Questa è per te, che sai chi sei, ma non sai chi potresti essere.

Animare i Morti.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora