IV.

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POV'S NIALL

Sono davanti al liceo linguistico dove va Spencer. La campanella dell'uscita è suonata da cinque minuti e, per ora, non l'ho vista. Vedo arrivare Harry. Dopo un po' si accorge di me e mi fa un cenno con la mano. Gli vado incontro e ci battiamo il pugno come abbiamo sempre fatto.

"Ehi, che ci fai qua?" Mi chiede.

"Ero venuto a salutare Spencer, te e Zayn" dico. Cerco ancora con lo sguardo Spence. In realtà, sono venuto solo per Spencer, ma non voglio essere scortese.

"Non è venuta a scuola. Cioè, non viene a scuola da una settimana. È a casa con la febbre, così mi ha detto. Comunque, se vuoi andare a vedere come sta ci sono le chiavi sotto lo zerbino. La via te la scrivo qua sopra" dice tirando fuori un pezzo di carta.

"Okay, grazie"

Mi da un fogliettino, lo saluto e torno nella mia bellissima Jaguar. Okay, forse è troppo per un ragazzo di ventuno anni ma i miei genitori, che hanno molti soldi, me l'hanno regalata. Mio padre lavora in banca mentre mia mamma lavora a Dublino per degli affari che hanno a che fare col turismo. Entrambi, dopo il lavoro, gestiscono un bar molto frequentato quindi abbiamo molti soldi.

Dopo un breve tragitto, arrivo davanti a una casetta beige. C'è un piccolo vialetto che arriva alle scale. Le scale portano su una specie di terrazzina dove si trova la porta nera.

Parcheggio e scendo dall'auto. Ricontrollo col fogliettino, che mi ha dato Harry, che la casa sia quella giusta. Cammino sul vialetto, salgo le scale, prendo la chiave sotto lo zerbino ed entro piano. La chiave la metto in tasca. Potrebbe servirmi in altri casi.

Quando varco la soglia, l'odore nauseante del fumo invade le mie narici. Avanzo lentamente e chiudo la porta. Mentre cammino per la casa, noto che é messa parecchio male. Ci sono fogli sparsi dappertutto e posacenere pieni di mozziconi di sigarette.

Cammino lentamente in quello che credo sia il corridoio. Sento dei rumori in una delle stanze. Dalla porta socchiusa posso vedere che è il bagno. La apro lentamente e i rumori si fermano. I miei occhi cadono su una ragazza in intimo. Il corpo molto gracile ed è pallida. Pallidissima.

"Spencer?" Dico.

Non riesco a credere che sia veramente lei. L'ultima volta che l'ho vista, ovvero tre settimane fa, lei era più in carne, aveva più colore e adesso la trovo così..così spenta.

Avanzo piano verso di lei. I suoi occhi sono lucidi e mi studiano. La bocca è leggermente schiusa. Rimane immobile. Metto una mano sulla sua mascella e con il pollice le accarezzo la guancia. Tiene lo sguardo basso.

"Guardami, per favore" dico.

Lei alza la testa e iniziamo a guardarci negli occhi. Avvolgo le braccia intorno al suo corpo e l'abbraccio. La stringo forte al mio petto e lei ricambia la stretta. Le sue lacrime bagnano la mia maglietta ma la lascio sfogare. Le lascio un piccolo bacio sulla testa.

Quanto mi dispiace vederla così. Voglio sapere che cosa è successo per essersi ridotta così. Voglio starle accanto e aiutarla. Non so perché l'ho abbracciata ma sembra così fragile e io non voglio che lo sia.

Inizia a piangere ancora più forte. Aumenta la stretta e l'aumento anche io. Con una mano mi tocca il braccio come per accertarsi che non sono un sogno.

"Spence, calmati. Adesso ci sono io qua. Fatti una doccia calda, con calma. Poi, insieme, diamo una ripulita a questa casa e ti faccio mangiare. Ok?" Le dico staccandomi dall'abbraccio e alzandole il viso dal mento con le dita.

Lei annuisce, esco dal bagno e, dopo poco, sento l'acqua della doccia scorrere. Sospiro e vado nella sua camera, l'aspetterò qua.

POV'S SPENCER

Black ❅ niall horanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora