Quinto flashback

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Elio rimase qualche attimo con le labbra schiuse, come spiazzato dall'eccessiva decisione, poi, irrigidendosi e rendendo il suo sguardo un'impervia fenditura, contrattaccò: "Eppure la scorsa settimana l'ho visto scavalcare la recinzione di casa"

Una settimana prima...

ELEONORE

Stavo scendendo le scale di casa diretta alla porta sul retro. Balzavo precipitosamente da un gradino all'altro con la destra ben salda sul mancorrente per evitare di cadere; Julian mi seguiva a passo spedito.

Il cupo rombare di un motore, accompagnato dal rumore di alcuni pneumatici che si facevano strada tra i ciottoli del viale d'accesso alla villa, costeggiato da due file di antichissime querce, ci aveva preso in contropiede. I miei genitori erano fuori per lavoro per l'intero weekend, mentre i miei gemelli non sarebbero dovuti tornare prima delle tre del mattino visto che erano andati in discoteca. Io mi ero finta malata per poter restare a casa e incontrare  Julian; nessuno sapeva che uscivamo insieme e nessuno avrebbe dovuto saperlo.

Tuttavia, nonostante avessi calcolato ogni dettaglio alla perfezione, ora mi ritrovavo a dover far uscire Julian con la maggior discrezione possibile: qualcuno stava per rientrare in casa, ma non avevo idea di chi fosse, sebbene a orecchio mi sembrasse di sentire la Cadillac di Elio.

Giunta in cucina, lo spintonai bruscamente fuori dalla porta secondaria. Ero terrorizzata.

"Fa' piano!" Si lamentò lui.

"Vuoi che ti scoprano?" Gli chiesi io furiosa sulla soglia.

"Ti fai troppi problemi. Sono il beniamino di tutte le mamme io" rispose con un sorrisetto beffardo.

"Mia sorella cucinerebbe uno spezzatino di Julian trenta secondi dopo la notizia. Pedala va!" E lo mandai via mentre tentava di strapparmi un bacio.

Lo osservai correre per il prato e oltrepassare il muretto. Era salvo.

A quel punto mi diressi verso il lavandino e mi riempii un bicchiere d'acqua, in modo da avere una scusa pronta per giustificare la mia presenza in cucina, ma in casa non era ancora entrato nessuno. Trascorsero svariati minuti, quasi angoscianti, durante i quali cominciai a preoccuparmi: e se mi fossi sbagliata e l'auto non fosse quella di Elio? Strane domande mi assalirono e cominciai a temere il peggio. Stringevo il bicchiere oltremodo per evitare che la mia mano tremasse.

Il metallico suono di una chiave che gira nella serratura mi fece schizzare il panico alle stelle. Mi rifugiai nella penombra dell'angolo della cucina, in attesa.

Una solida figura ne reggeva un'altra che a malapena riusciva a trascinarsi sulle proprie gambe. Accesi la luce. Elio reggeva un'Evelyn stranamente ubriaca.

Ei belliiiii e ora che succede secondo voi?🌼💛

L'omicidio perfettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora