Capitolo 3. Amsterdam ( Part II).

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{Cake.} 


POV Calum.

Tutti, almeno una volta nella vita, hanno un cosiddetto chiodo fisso. Il mio è sempre stato Luke Hemmings. Sin dal primo anno di liceo ho desiderato che lui mi notasse, però ben presto mi sono reso conto che era pressoché irraggiungibile.

Il rapporto nato tra me e Michael Clifford ha reso la mia cotte per Luke meno pressante, però non sono mai riuscito a dimenticarlo del tutto. E mi sembra davvero assurdo quello che sta succedendo. Mi sembra assurdo trovarmi in un museo con la sua mano sul fondoschiena e il suo sguardo fisso su di me.

Dall'inizio della gita sono successe molte cose tra di noi.

Il primo giorno mi ha fatto capire che saremmo potuti diventare amici, e già questo mi aveva reso felice. Poi ci siamo baciati, lui mi ha fatto un pompino, abbiamo dormito nello stesso letto, ci siamo tenuti per mano e...mancano ancora due giorni!

Stiamo vivendo il tutto ad una velocità pressoché vicina a quella della luce. È tutto amplificato con lui, lo è in particolar modo il piacere. Non avrei mai pensato che Luke Hemmings fosse così dannatamente bravo in materia di sesso. Oserei dire che è anche meglio di Michael, ma questo solo perché non ho altri termini di paragone.

La principale differenza tra Luke e Michael sta della dominazione. Michael è il tipo di ragazzo che si prende quello che vuole, quando e come vuole lui. Luke è il tipo di ragazzo che persuade, lasciando a te la scelta di assecondarlo o meno. E tu, inevitabilmente, ti lasci a lui. Inoltre, Luke è dannatamente dolce; questa mattina, ad esempio, siamo entrati da Starbucks, principalmente per vedere quanto potesse essere diverso da quello della nostra città, e lui si è offerto di pagarmi l'ordinazione. Okay, probabilmente è una sciocchezza, ma Michael non l'avrebbe mai fatto! Anzi, lui mi deve ancora dei soldi che gli ho presto in svariate occasioni, più precisamene mi deve 54 dollari e 30 centesimi.

"Ho sentito che stasera le prof hanno intenzione di portarci a giocare a bowling." mi dice Luke, avvicinandosi pericolosamente al mio viso. Non so più come si respira. Aiuto!

"Oh...ehm, ma..." mi schiarisco la voce "...ma perché?" chiedo.

"Non so, però secondo me si sono rese conto che facciam- scusami, è vero, non ti ho ancora fatto urlare, fanno troppo casino nelle stanze." mi lascio sfuggire un sorriso, consapevole che lui riuscirà a comprenderne il significato. Sono imbarazzato ed eccitato al tempo stesso, perché non mi sono ancora abituato a Luke e alle cose che mi dice. E poi, senza una buona dose di alcol in circolo, il mio coraggio è pressoché inesistente. 

Appunto mentale: prendere una bottiglia di qualsiasi cosa a base alcolica prima di ritornare in albergo. Qualcosa mi dice che questa sera ne avrò bisogno.

"Ovviamente noi non ci andiamo." dico.
"Ovviamente." sussurra Luke. "Abbiamo già un impegno. Tu mi pregherai di scoparti e io vedrò se farlo o meno." aggiunge, ed io riesco a cogliere nella sua voce una nota di vendetta. 

È ancora incazzato perché gli ho detto di no bel tre volte. Perché l'ho fatto? Be', sicuramente non perché non lo volessi, anzi lo voglio eccome, però voglio che lui mi desideri come si desidera qualcosa di raro e prezioso. So benissimo che alla fine di questa gita ognuno andrà per la sua strada, però voglio che lui si ricordi di me. Non voglio essere solo uno dei tanti ragazzi che si è scopato!

"Sei così sicuro di te Lucas." gli dico lasciando scivolare la esse lungo tutto il palato. So che è il suo punto debole, e mi piace pensare che solo io sono in grado di farlo eccitare pronunciando unicamente il suo nome per intero.

Take me hard|| 5SOSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora