Punto terzo: l'amore e il matrimonio.

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Anche qui, basta con la solita storia della fanciulla bellissima e innocente, ma alle volte anche maliziosa, di solito innamorata di un suo coetaneo, che puntualmente viene data in sposa dal padre incomprensivo ad un vecchio brutto, grasso e puzzone, che puntualmente si fa l'amante segreto e che puntualmente viene scoperta dal marito e bastonata, finché dopo una serie di peripezie non riuscirà a ricongiungersi al suo amato. Non se ne può più nemmeno qui.

 Non se ne può più nemmeno qui

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1) Matrimonio combinato?

Innanzitutto dimenticatevi ora e per sempre l'equazione matrimonio combinato=infelicità, o qui non si va da nessuna parte. Se andate a considerare i singoli casi, abbandonando una volta tanto la solita superficialità di chi poco studia e molto dice, vedrete che i matrimoni di un tempo anche pure combinati avevano esito solitamente felice: gli sposi, che si fossero mai visti o meno prima delle nozze, imparavano a conoscersi, a capirsi e ad amarsi, ed anzi partendo la vita di coppia da lì e non dal fidanzamento, com'è oggi, non si arrivava all'altare già vissuti, esasperati e prossimi al divorzio.

Davvero pensate che l'amore l'abbiano inventato nel secolo scorso insieme alla televisione? L'amore c'era e poteva nascere anche dalle situazioni più impensabili, e la lista dei matrimoni felici e perfettamente riusciti sarebbe infinita. 

Per citare alcuni nomi ricordiamo ad esempio Ferrante d'Aragona ed Isabella di Chiaramonte, Francesco Sforza (egli, a proposito, che figlio di un ex contadino da capitano di ventura si fece duca di Milano, la cosiddetta mobilità sociale che molti ritengono all'epoca inesistente) e la moglie Bianca Maria Visconti, Ludovico Sforza e Beatrice d'Este; l'Imperatore Carlo V e Isabella di Portogallo (alla precoce morte di lei, Carlo non si risposò mai più, né ebbe mai amanti durante il matrimonio con Isabella); Ferdinando II d'Aragona e Isabella di Castiglia; Alfonso II il Casto e Sancha di Castiglia (i genitori di Costanza d'Aragona moglie di Federico II); la poetessa bresciana Veronica da Gàmbara e il conte Giberto VII da Correggio, cui ella dedicò un madrigale di nove versi: "Occhi lucenti, e belli". La poetessa Cristina da Pizzano (o Christine de Pizan) ed il notaio e segretario reale Etienne de Castel: alla morte di lui nel 1390, ella compose struggenti poesie in sua memoria tra cui la celebre "Seulete sui". La famosa Marzia che alla morte di Ortensio chiese al marito Catone di riprenderla con sé; Druso e Antonia Minore, nonché il figlio di questi Germanico con Agrippina Maggiore, la quale l'accompagnò in Germania durante la campagna militare e salì con lui assieme ai figli sul carro trionfale; Federico Barbarossa e Beatrice di Borgogna, che lo assisté anche militarmente durante le guerre in Nord Italia e a cui lui fu fedele per tutto il tempo che trascorsero sposati. I Dogi Nicolò Tron e Marino Grimani incoronarono publice le loro mogli – rispettivamente Aliodea Morosini e Morosina Morosini – procedura assai rara, a titolo di riconoscenza e affetto.

Se poi tutti costoro ebbero dei problemi, furono i soliti problemi di coppia che si hanno ancora oggi, ma un matrimonio combinato non preclude la felicità, anzi le fanciulle fremevano per arrivare alle nozze.

Ora certo non possiamo fare di tutta l'erba un fascio, c'erano matrimoni riusciti e matrimoni completamente andati in fumo, ma è quello che succede quando si gioca a combinare caratteri che possono rivelarsi compatibilissimi come anche totalmente inconciliabili. Così è la vita, ti va bene e ti va male, ma non potete pensare che andasse male a prescindere solo perché la scelta del consorte non era spettata al diretto interessato.

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