What am I now?

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Lewis Hamilton.
Quando si pensa al sei volte campione del mondo, tre sono le cose che subito ti vengono in mente.

Soldi, un fottio.

Fama, pure questa na cifra.

Super fregne come fidanzate, pure queste le trovi ovunque come il polline in primavera.

In poche parole l'inglese è come il Sole di un intero sistema solare di figa, tutte gli girano attorno.

Quindi uno non potrebbe mai immaginarsi una come me di fianco ad uno del genere, che assomiglio a tutto tranne che ad un angelo di Victoria's Secret.
Ancora adesso ricordo il nostro primo incontro e, col tempo, ho sempre pensato che quelle particolari emozioni le avrei provate solo quel giorno.

Quando i miei occhi hanno per la prima volta incontrato i suoi, e pensare che non me lo stavo nemmeno filando.
Troppo emozionata da avere davanti a me Sebastian Vettel, e probabilmente troppo impegnata a sbavare davanti a Charles Leclerc senza contegno.

Nonostante amassi con tutto il cuore la Formula 1 non ero mai riuscita ad assistere ad una gara, quindi quando scoprì che la mia migliore amica era diventata la nuova PR di Lando Norris ho preso subito la palla al balzo, e per il mio compleanno ho chiesto di essere portata al Gran Premio di casa.

Dopo aver finito di osannare i due ferraristi davanti a me, mi sono girata per cercare la mia accompagnatrice ma l'unica cosa che mi sono trovata davanti è stata lui.
In tutta la sua bellezza, con tanto di maglietta bianca del team che risaltava la pelle scura e cappellino calato sugli occhi.

In quel momento ho potuto benissimo sentire il mio cuore perdere un battito.
Cuore ferrarista a parte, mi toccava ammettere che Lewis Hamilton fosse veramente un Dio alla guida di una monoposto, ed era quindi impossibile non conoscerlo.

L'unica cosa che sono riuscita a fare in quel momento è stato bloccarmi sul posto, senza riuscire a muovere un passo. A questo l'ho visto chiaramente accennare un ghigno strafottente per poi guardarmi dalla testa ai piedi.
Mi ha guardata con una tale intensità, che non credevo possibile, capace farmi tremare le gambe.

Pensavo inzialmente che i brividi che quello sguardo così profondo mi aveva provocato fossero solo frutto di un eccessivo interesse fisico, che da lì a poco sarebbe sfumato nel più completo d'isinteresse.
Ma quanto cazzo mi sbagliavo... 

Tutto ciò è stato solo una questione di attimi poichè lui fu richiamato dalla sua manager ed io da Francesca, la mia amica.
Rimasi tutto il giorno a pensare a quei momenti per poi autoriportami alla realtà perchè dai! Uno del genere mi avrebbe guardata solo per sbaglio, o solo per prendermi per il culo come mi accadeva la maggior parte delle volte... 

Chi avrebbe mai potuto posare gli occhi su un tappo di moscato come me, vestita di nero anche con quaranta gradi e che al posto dei fianchi non ha delle maniglie dell'amore, ma delle vere e proprie maniglie anti panico? Rispondo io per tutti: nessuno.

Soprattuto uno abituato a veri e propri condomini di figa.

Ma come diceva Dostoevkij "Capitano a volte incontri con persone a noi assolutamente estranee, per le quali proviamo interese fin dal primo sguardo, all'improvviso, in maniera inaspettata, prima che una sola parola venga pronunciata..." e mortacci suoi quanto c'aveva ragione quello stronzo.

Mai avrei immaginato quel giorno di trovarmi Lewis, impalato davanti al box della McLaren come un maniaco sessuale schedato, ad aspettarmi solo per chiedermi il numero di telefono.

Sembrano i deliri di una sotto effetto di acidi pesanti vero? L'ho pensato anche io, e il mio psichiatra.
Faccio ancora fatica a crederci a come è nata la nostra storia, tutto così surreale e così "finto".

Falling || Lewis Hamilton OSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora