Io e Charles venimmo ricoverati nell'ospedale dell'ufficio, lui ovviamente con più urgenza di me, io avevo solo qualche graffio e una spalla lussata, lui doveva mettere i punti in una spalla.
Alexander era stato preso e messo nelle prigioni provvisorie dell'agenzia, sarebbe poi stato portato nel regno di suo padre e ci avrebbe pensato lui a fare giustizia.Venni dimessa in poche ore, così mi diressi verso la mia scrivania a organizzare le mie cose. Nella mia testa frullavano tante idee e domande diverse, volevo solo tornare a casa e dormire, però non volevo essere sola... il pensiero che Charles stava quasi per morire mi mise i brividi.
Parli del diavolo, spuntano le corna. Jack Decker si piazzò davanti a me. Era stato soccorso anche lui, ma non aveva praticamente un graffio.
"Signore," dissi, non sapendo ancora il suo vero nome "io la ringrazio molto di aver salvato la vita a me e a Charles.."
"Prego cara, non c'è di che, d'altronde era il mio lavoro"
"In che senso scusi? Lei non era uno scagnozzo di Alexander"
"Beh no, in realtà non lo ero, era una copertura per controllare meglio il ragazzo, come era la copertura di preside. Mi presento ufficialmente: sono Anthony Lewis, investigatore privato della famiglia Windstor. Il re in persona mi ha ingaggiato per proteggere Charles, sapeva che Alexander aveva brutte intenzioni. Sono sempre io che ho fatto la chiamata anonima ormai quasi due settimane fa, dicendo che a scuola c'era uno spaccio di droga: la notizia non era vera, ma almeno ho attirato delle spie esperte a lavorare senza dover mettere di mezzo ufficialmente la famiglia reale, sarebbe stato rischioso e Alexander avrebbe potuto scoprirlo."
"È una persona molto astuta, signor Lewis"
"Ti ringrazio Cobie, anche tu lo sei"
Gli sorrisi e lui si congedò.Finalmente io e Charles riuscimmo a tornare a casa mia di pomeriggio. Arrivati a casa gli chiesi come era riuscito a scoprire dove mi trovavo.
"Avevi lasciato il computer acceso"
"E perché sei venuto? Rischiavi veramente la morte"
"Perché te la stavi rischiando me"
Arrossii.
Mi sdraiai sul letto e Charles fece lo stesso accanto a me. Chiuse gli occhi e io ammirai il suo viso perfetto. Senza rendermene conto iniziai ad attorcigliare le mie dita attorno ai suoi capelli. Erano giorni che non se li tingeva, quindi avevano ripreso il loro colore naturale biondo ed erano tornati ricci.
Sorrise sentendo il mio tocco sulla sua testa. Poi si girò verso di me e mi baciò. Fu un bacio passionale, ci mettemmo tutta la disperazione, paura, ansia, preoccupazione che avevamo avuto in quei giorni. Fu un modo per dire che ce l'avevamo fatta e che ora sarebbe andato tutto bene.
Lì, in quella stessa stanza dove quattro giorni prima mi ero arrabbiata perché mi aveva sfiorata, lì, proprio lì, ci stavamo baciando con passione, e mi andava proprio bene.
Mi staccai da lui, ma lui non sembrava della mia stessa idea e poggiò le sue labbra sulle mie una seconda volta. Iniziai a ridere perché tutto finalmente era andato a finire bene, perché tutti erano rimasti vivi, perché sentivo che tutto questo era così giusto.
"Sei così carina quando ridi"
"Solo carina?" feci la finta offesa.
"Si solo carina" stette al gioco lui "Ma non una delle tante" disse molto serio.
Sorrisi come un'ebete e lo baciai.FINE
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Missione stupefacenti
Teen FictionCOMPLETA Cosa succede quando una spia adolescente di Los Angeles finisce in missione in una scuola dove si sospetta uno spaccio di droga e lì trova un ragazzo che fa il fighetto che ha l'aria alquanto misteriosa, ma allo stesso tempo affascinante?