Come ci sono finita qui?

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"Sei in ritardo, Cobie" disse il mio capo, Josh Finn.
"Scusami Josh, lo sai che odio i lunedì."
"D'accordo, però la prossima volta cerca di arrivare puntuale."
"Mi ci metterò d'impegno" dissi sorridendo.
Josh è stato il compagno di mia madre gli ultimi anni prima che lei morisse di cancro. È stata in tante battaglie e sparatorie, ma da questa lotta non ne è uscita viva. Era morta da quattro anni ormai, ma io ne sentivo la mancanza ogni giorno di più. Josh in questi anni era stato il mio tutore, quindi lo consideravo quasi come un padre. Mio padre biologico, invece, non l'avevo mai conosciuto e non sapevo nemmeno se fosse ancora vivo. La mamma non ne ha mai voluto parlare né con me né con Josh. Comunque tre mesi prima avevo compiuto 18 anni, per questo ormai ero una donna indipendente con la mia patente, la mia casa (in realtà era dell'ufficio, ma dettagli) e il mio lavoro (finalmente diventato ufficiale).

Se non si fosse ancora capito, lavoro per un'agenzia di investigazione segreta, LASA (Los Angeles Secret Agency), dove prima di me lavorava mia madre. Negli ultimi attimi della sua vita venni a conoscenza di questo suo segreto, così finalmente capii il perché dei frequenti viaggi di lavoro e le milioni di baby sitter a casa ogni giorno. È sul posto di lavoro che conobbe Josh. Gli era stata affidata una missione insieme e si erano innamorati. Tutte le storie e le avventure di mia madre le dovetti sentire per bocca di Josh, perché lei ormai era morta.
Mi ritrovai, a 14 anni, orfana di madre, abbandonata (forse?) dal padre e sotto la tutela di un uomo innamorato di mia mamma da appena due anni. Dovetti smettere di andare a scuola, ci trasferimmo (allora abitavamo in Florida) e iniziai una nuova vita, con scuola privata di mattina e addestramento di pomeriggio. Gli unici amici che avevo della mia età circa erano gli altri tre ragazzi, anche loro figli di ex agenti che avevano scoperto il segreto dei loro genitori e avevano deciso di diventare spie anche loro.
Ora, dopo quattro anni di addestramento, ero finalmente maggiorenne ed ero diventata ufficialmente agente segreto.
Mi sistemai alla mia scrivania, vicina a quella della mia migliore amica, Stephanie. Lei era l'unica ragazza della mia età che conoscevo. Oliver e Elliot, invece erano gli unici due ragazzi. Steph e Oliver stavano insieme ormai da diversi anni, anche se erano innamorati fin da quando erano piccoli. Eliot, invece, aveva fatto coming out l'anno prima.
"Buongiornissimo Cobie" disse Stephanie, con i capelli marroni tirati in una coda alta impeccabile e gli occhi azzurri color ghiaccio ben truccati.
Le risposi con un grugnito. Come fanno le persone ad essere attive di lunedì mattina? Bah.
Appena sistemate tutte le cose andai alla macchinetta del caffè per un secondo round. Appena tornai vidi altre tre figure accanto alla mia scrivania, due alti, uno più muscoloso e l'altro più smilzo (erano Oliver e Josh), e uno più basso (Elliot). Sulla scrivania c'era una pila di cartelle gialle con dei fogli dentro: probabilmente erano documenti.
"Cob" disse Stephanie "questo ti cambierà la giornata: ci hanno assegnato una nuova missione."

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