Disclaimer: Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte del loro universo sono di proprietà di J.K.Rowling.
Le seguenti immagini non mi appartengono e sono utilizzate a puro scopo illustrativo
Nessun copyright si intende violato.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.-THE WILD ROVER-
CAPITOLO 4
I took a stroll on the old long walkLevare le tende dal paesino di Costelloe fu tanto veloce quanto necessario. Tra i camionisti che russavano come dei Troll di Montagna, le ragazze francesi che non avevano perso tempo a importunarli e le urla dello stalliere del casolare vicino, Draco aveva asserito all'alba che non avrebbe voluto rimanere in quella gabbia di matti un minuto di più.
La levataccia delle sei e mezza del mattino fu sufficiente a Harry per renderlo rincoglionito per tutta la mattinata. Fortunatamente, intorno alle dieci, apparve un miraggio ai loro assonnati occhi: un paesino. Un posto carino in mezzo al verde, con tanto di pub, un minimarket, casette bianche e cordiali signore che li accolsero con grandi sorrisi e una brocca di caffè.
La vera Irlanda. Quella che profumava di erba, di umido e di fiori di nigella.
Dopo la giusta dose di caffeina e una buona colazione con uova e pancetta, la lunga via per Galway assunse un sapore del tutto nuovo.Un breve acquazzone li colse all'altezza della ridente cittadina di Spiddal, intorno all'una del pomeriggio, e li costrinse a rifugiarsi in un locale gremito di pescatori. Pasteggiarono con una calda zuppa di pescato, accompagnati dalle alte sonorità di un violino e una chitarra.
Dopo pranzo dovettero attendere più di mezz'ora sotto la tettoia che la pioggia scemasse. Lo scrociare delle onde nella baia ricordò loro che Galway distasse poco più di tre ore di cammino.
Draco era riuscito a telefonare e prendere accordi per un concerto in tarda serata in un locale chiamato Monroe's, e il suo umore altalenante sembrava aver trovato d'improvviso un caposaldo.
«Ti sembrerà assurdo, ma in più di due mesi non mi sono ancora stufato di tutto questo verde» commentò Harry dopo un'altra ora di cammino, inebriato dall'aria fresca di metà aprile.
«In nove mesi, neanche io. Credo che ci sia della vera magia in questo paese, qualche incantesimo confundus che ti porta all'assuefazione, cose del genere...» rispose Draco, con le scarpe inumidite dalle pozzanghere e lo sguardo perso tra la schiuma delle onde.
«In effetti l'Irlanda è rinomata - dai viaggiatori Babbani e non - per essere uno dei paesi che ti lascia nel cuore la voglia di tornarci in continuazione. Magari è una maledizione dei Lepricani».
Harry ricevette di tutta rispsota un debole - ma non troppo - pugno sul bicipite.
«Shhht!» lo redarguì Draco, col dito indice poggiato tra labbra e naso. «Non dire la parola con la L! Loro sono ovunque!» continuò sospettoso, guardandosi intorno.
Harry sgranò gli occhi e si scrutò le vicinanze con una certa apprensione, fino a che Draco non iniziò a ridersela di gusto.
«Suscettibile, Potter!» lo prese in giro. A Harry sembrò per un attimo di essere tornati agli scherzi sui Dissennatori che Draco faceva lui al terzo anno. Solo... quella risata era meno spocchiosa. Più genuina, seriamente divertita.
Harry si ritrovò a pensare che un po' gli mancassero i rari momenti della scuola in cui il suo unico problema era scazzottarsi con Malfoy.La strada per Galway fu lunga, dritta e costiera per tutto il resto del pomeriggio. L'oceano da una parte, i prati e le campagne dall'altra. E, come di consuetudine, un cielo danzante sopra la testa.
Giunsero alle porte della cittadina intorno alle diciassette e trenta. Il traffico, più denso di quello delle campagne, li accolse con qualche clacson e rombo di motore.
Leggere il cartello Welcome to Galway fu come varcare il nastro al traguardo di una maratona, ma fu l'arrivo al porto della città a sorprenderli e colpirli dritti al centro del petto.
Laddove l'estuario del Corrib giungeva alla baia, una schiera di deliziose casette si affacciavano al fiume, tutte con le facciate di colore diverso, tutte baciate dal timido sole calante. Le nuvole basse, di sfondo, completavano un quadro maestoso di sfumature pastello.
Sul prato dell'altra sponda, decine e decine di ragazzi giovani sedevano sull'erba, chi con un libro, chi con una chitarra, chi con qualche birra. Un ponticello in legno collegava il porto alle vie del centro già affollate di turisti e autoctoni. Musica, vociare e risate risuonarono dalla lontananza, insieme al grido confuso di qualche comizio di gabbiani.
Draco e Harry, affascinati, si diressero tra la folla nelle viuzze acciottolate che conducevano alla piazza centrale. Bandierine arancioni, bianche e verdi collegavano le palazzine, insieme a tante piccole luci. Le facciate in legno dei locali - tutte colorate e con insegne allegre - dipingevano le vie gremite di tavolini, artisti di strada, negozi e turisti.
Musica a destra, musica a sinistra, musica fuori e musica dentro i locali. La si poteva quasi respirare. Harry capì solo ascoltando con le proprie orecchie perché Draco fremesse tanto per giungere in quel posto: non sarebbe mai stato disoccupato, lì.
STAI LEGGENDO
The wild rover || 𝐷𝑟𝑎𝑟𝑟𝑦 || 𝓘𝓻𝓮𝓵𝓪𝓷𝓭
FanfictionA due anni dalla conclusione della Seconda Guerra Magica, Harry Potter decide di prendersi una pausa dalla vita frenetica dell'eroe. A sua insaputa troverà qualcuno che, come lui, sta fuggendo da un passato colmo di orrori. Un viaggio. Una strada. D...