Capitolo 1

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Da piccola, ricordo di essere stata sempre una bambina dolce, vivace, sognatrice, entusiasta.. Il mio sorriso non mi ha mai mollato, nemmeno quando, nel corso della crescita, qualcosa non andava. La mia famiglia era composta da me, mia mamma e mio padre. Mia mamma è sempre stata il mio pilastro.. Siamo sempre state l'una accanto all'altra, tanto da diventare la mia migliore amica. L ho sempre ammirata.. Mi piaceva molto vederla cucinare, soprattutto i miei piatti preferiti.. Amavo quando il sabato sera preparavamo le pizze,lei quella più grande, io quella più piccola per mio padre.. Era un successo, omettendo il fatto che sembravo io una deliziosa pasta di pizza, con tutta la farina sparsa sul mio viso.. Adoravo guardarla truccarsi, soprattutto quando metteva il rossetto.. Sognavo di diventare un giorno una donna come lei, semplice, di classe e con il rossetto, arma imbattibile sempre in borsa.. Anche se le borse poi non sono state di mio gradimento perché non mi permettono di sentirmi libera. Con mio padre ci giocavo sempre, ballavamo, cantavamo, ascoltavamo musica.. Ero al centro dell attenzione per un certo periodo. Amavo il momento in cui dovevo fare il mio spettacolino di canto in salotto. Immaginavo luci e tanta ammirazione su di me. In queste canzoni ce n'era una che intitolavo "tantissimi papà".. Avevo modificato il titolo, forse perché inconsciamente volevo assicurarmi di averne a disposizione più di uno.. Il mio era birichino, avrei potuto cambiarlo. La mia infanzia scorreva nella normalità, con le solite paure da bambini e mi rifugiavo poi nel mio piccolo mondo. Crescendo,sentivo qualcosa che stonava :mio padre nascondeva anche il suo lato oscuro.. Mi portava a fare la brava per non farlo arrabbiare, anche se lui si arrabbiava lo stesso e non avevo una sorellina o fratellino Con cui essere complice. Tutti dovremmo avere un nostro alleato in famiglia, per giocare anche nei momenti meno belli. Fino all'età di sei anni, non avevo salde le mie radici.. Cambiavamo città, zone, scuole di continuo. Mio padre non aveva voglia di stabilirsi. Ma ad ogni posto, ne combinavo una e poi andavo da un'altra parte. La lingua che si parlava non era la mia, allora emettevo parole e suoni a caso, pensando mi capissero. Forse mi chiedevano di che posto fossi e me ne divertivo molto. Tornammo nel mio Paese e qui iniziai a creare legami più stabili.. Iniziai a scoprire la mia passione per la danza e fui felice di accogliere l'arrivo della mia sorellina . E qui tutto cambiò.

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