Hajime's pov
Entrai in quella stanza smorta, dalle pareti così scolorite da trasmettere un senso impressionante di angoscia. Mi sedetti sulla sedia di fianco al letto, bianco ed asettico e presi la mano del moro.
Deglutii rumorosamente ed un fiume di pensieri cominciò ad uscire senza motivo dalle mie labbra." <<Non ti accorgi di quanto tieni una cosa fino a quando non la perdi>> è una frase che ho sempre giudicato stupida insensata, ma a dire il vero, non esiste nulla di più vero e crudo, che ti affacci maggiormente alla realtà.
È passata ormai una settimana dalla tua caduta, e di segni di vita, non ne mostri quasi.
Probabilmente sei un involucro vuoto ormai.
Non so esattamente il perché io ti stia dicendo tutto ciò, probabilmente non mi senti nemmeno, ma non posso fare a meno che blaterare parole su parole, frasi prive di un senso o di un nesso logico l'una con l'altra sperando che tu apra gli occhi, abbia uno spasmo, stringa la mia mano e che tu abbia una qualunque reazione che mi dimostri che effettivamente ci sei ancora.
Non te l'ho mai detto, ma ogni tanto sogno qualcosa che sembra così reale da confonderlo con i miei stessi ricordi. Spesso sogno te.
I contesti sono normali, ma è come se io non avessi mai perso la memoria, è come se fossimo insieme da una vita e quasi come se...ci amassimo.
In realtà adoro sognarti, mi rende felice, mi sveglio col sorriso.
Alcune volte sogno solo di guardarti in viso, di perdermi nei tuoi occhi color cioccolato, di accecarmi per la lucentezza del tuo sorriso, di fluttuare pensando a te e a cosa ti frulli per la testa.
Stanotte ti ho sognato. Ho sognato di prenderti la mano, stringerla forte e portarla al mio petto. Ho sognato il mio cuore che batteva all'unisono col tuo. Sdolcinato, eh? Probabilmente, se tu riuscissi a sentirmi, mi daresti del pazzo.
Sai, qualche giorno fa è stato il mio compleanno ed ho espresso un desiderio. Non voglio dirlo perché, ti sembrerà infantile, ma ho paura che non si avveri.
Te l'ho scritto sul bigliettino che ti ho lasciato sul comodino. Voglio che tu lo sappia, ma non posso dirtelo, quindi svegliati e leggilo..." strinsi la sua mano saldamente.
Una lacrima mi rigò il volto e, cadendo, lasciò un segno sul letto.
Ne cadde un'altra, che stavolta toccò la mano di Tooru, seguita da una serie copiosa apparentemente infinita di tante piccole goccioline salate che gli colpivano la pelle, alle quali lui, però, non mostrava la minima reazione.
La strinsi con entrambe le mani e cominciai ad accarezzarla. Mi girai e lo fissai in volto.
"ti prego... ho bisogno di te..." poggiai la fronte sul dorso delle mie mani "...mi manchi..."La cosa che più mi terrorizzava in quel momento era essere lasciato a piedi da lui, il mio migliore amico, l'unica effettiva ragione del mio sorriso.
Entrarono una serie di dottori nella stanzetta ed io dovetti uscir fuori ad aspettare che finissero.
Poggiai la schiena al muro di fianco alla stanza, stringendo i pugni, sperando dessero buone notizie per le condizioni di Tooru. Chiusi gli occhi, come un flash mi attraversò la mente, dominò imperterrito i mille pensieri che mi giravano per la testa, un ricordo. Ero sicuro fosse un ricordo, ne avvertivo le sensazioni sulla pelle, ne percepivo i profumi, le forme, i colori. Blu. Era sicuramente blu la parola giusta per descriverlo. L'odore del mare mi inondava le narici, prendeva possesso delle mie preoccupazioni, il suo sorriso mi si parava davanti, ne ero così incantato da vedere solo quello, circondato da quell'intenso cobalto. Sentivo la sensazione degli occhi bruciare per colpa del sale, sentivo il frizzante dell'acqua di mare pungermi la pelle, creando una sensazione piacevole. Non volevo aprire gli occhi, non volevo perdere il mio primo ricordo di Oikawa. Non riuscivo a crederci, un sorriso mi si formò spontaneo sul volto.
Se sono riuscito a ricordarmi di questo, significa che potrò ricordarmi di qualunque cosa!
Fui svegliato dai miei pensieri dal tocco delicato della signora Oikawa, aprii di scatto gli occhi.
Entusiasta le raccontai subito dell'accaduto, ma i suoi occhi, più che rallegrarsi, si spensero gradualmente, fino a diventare vuoti. Alzò lo sguardo, schiuse le labbra e con voce tremante mi annunciò una delle peggiori notizie della mia vita.
"Hajime, c'è una cosa di cui non ti ho parlato perché non la ritenevo necessaria, ma ora comincio a credere di aver commesso un errore madornale a non avertela detta"
"Di che si tratta? A che proposito mi scusi? Cosa dovrei sapere di così importante?"
"La maledizione."
Deglutii rumorosamente, lo sguardo mi si gelò.
"Cosa?"
"Talvolta i ricordi possono tornare alla persona che li ha persi, ma non è assolutamente un segnale positivo..."
I suoi occhi si fecero lucidi, portò la mano al petto e strinse la maglia in un pugno.
"Cioè?"
"Tu ti stai ricordando di lui, perché lui si sta allontanando da te."
Mi allarmai, le presi di istinto il polso.
"IN CHE SENSO? CHE VUOL DIRE? LA PREGO, NON STO CAPENDO..."
"HAJIME, TOORU STA MORENDO!"
La signora Oikawa si divincolò dalla mia presa ed io cominciai a fissare un punto imprecisato. La vista cominciò ad appannarsi e lasciai scivolare la schiena lungo la parete fino a trovarmi seduto sulle gelide mattonelle del pavimento dell'ospedale.
Oikawa... morire?
Dopo un'attesa apparentemente interminabile, dalla stanza uscirono tutti i medici che, dopo aver parlato alla signora Oikawa, mi si avvicinarono e, dopo avermi poggiato una mano sulla spalla, cominciarono a spiegarmi tutto per filo e per segno, senza omettere il minimo dettaglio, partendo dal principio.
Ditemi che non è vero, ditemi che non sta succedendo per davvero...
A quel punto, mi alzai di botto dal pavimento ed entrai nella stanza. Non vedevo più nulla per colpa della vista appannata, ma poco mi importava. Mi avvicinai al letto e, dopo aver preso per il colletto Tooru, gli vomitai addosso ogni mio singolo pensiero, tutte le mie paure, le mie insicurezze.
"QUINDI MI AVRESTI LASCIATO DA SOLO FIN DAL PRINCIPIO? ED IO ERO COSI' IMBECILLE DA ACCETTARE UNA COSA DEL GENERE? PERCHE' NON ME L'HAI DETTO?"
Strinsi maggiormente il tessuto tra le dita, mi morsi il labbro e di istinto, poggiai la mia fronte contro la sua.
"Sono davvero... così poco importante da meritare di non saperlo?" il mio tono si calmò per un attimo. Lacrime copiose mi scesero ininterrotamente lungo le guance bollenti, ormai rosse.
"VOLEVI DAVVERO PERMETTERE CHE UN CANCRO TI PORTASSE VIA DA ME SENZA DIRMI NULLA? COSA CAZZO TI ASPETTI CHE FACCIA SENZA DI TE? PERCHE' DEVI SEMPRE FINGERTI FORTE STUPIDO TRASHIKAWA? PERCHE' NON PUOI AMMETTERE DI ESSERE ANCHE TU FRAGILE? PERCHE' VUOI SEMPRE MOSTRARTI PERFETTO E SORRIDENTE, MENTRE IN REALTA' STAI MORENDO DENTRO? TI RENDI CONTO CHE FACENDO COSI', NON FAI ALTRO CHE FERIRE TE STESSO?"
Tirai su col naso, passai una mano dalla sua maglia alla sua guancia e la accarezzai dolcemente, feci un respiro profondo.
"Tooru idiota di merda Oikawa, io ti amo." mi morsi il labbro, prima di riprendere "per favore, non abbandonarmi"
Dopo la mia immensa scenata, presi una sedia e mi sedetti al suo fianco. Gli strinsi a lungo la mano, non lo lasciai da solo nemmeno con i medici, quindi mi addormentai al suo fianco, sperando in un suo risveglio, temendo che, alla fine quella sarebbe stata l'ultima volta in cui l'avrei visto.
STAI LEGGENDO
I thought about us //Iwaoi//
Fanfiction31 dicembre, 23.59, Iwaizumi e Tooru si abbracciarono per l'ultima volta. Presto uno di loro avrebbe perso ogni ricordo dell'altro. Perché? Perché erano destinati a stare insieme. La maledizione che tempo prima si era abbattuta sull'Aoba Johsai non...