5- bagnetto di mezzanotte?

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Casa di Iwaizumi era molto più piccola e semplice rispetto a casa mia: era sviluppata su un solo piano, piccola, molto accogliente. Aveva una cucina spaziosa, considerata la grandezza dell'appartamento, un piccolo salotto, un bagno e tre camere da letto (una per Iwa, una per sua madre e quella per gli ospiti che normalmente utilizzavano come ripostiglio per il cambio di stagione. Una cosa fantastica era che dal balcone di Iwaizumi si riusciva ad arrivare al terrazzo condominiale, ampio come pochi, che ogni tanto veniva decorato in modo diverso da sua madre, che spesso e volentieri faceva affari su internet comprando complementi d'arredo (sia per esterni che per interni) a prezzo stracciato.
Appena varcata la soglia, Nikku venne a salutarci. Nikku era il gattone obeso di Iwaizumi, un certosino dagli occhi ipnotici, di un verde intenso e grandi quanto noci. Appena lo vidi mi fiondai ad accarezzarlo: quel gatto mi amava, ed io amavo lui. Era piuttosto tardi e per fortuna l'indomani non ci sarebbe stata scuola, ci armammo di pigiamoni e coperte di pile e salimmo sulla terrazza.
La luce fioca della luna aveva cominciato ad illuminare quella terrazza favolosa: per terra la madre di Iwaizumi aveva fatto mettere uno spesso strato d'erba, in un angolo, uno strano dondolo singolo di vimini a forma di uovo, lì vicino, un dondolo a due posti sempre in vimini, coperto con dei bellissimi cuscini di un colore simile all'avorio, affianco, un puff impermiabile grigio, e al centro, sia benedetta quella donna, una bellissima piscina, non troppo grande, ma comunque favolosa. Sul terrazzo c'erano anche dei lampioni, che prontamente Iwa-chan accese, rivelando l'effettiva bellezza del posto.
La sua famiglia a primo impatto poteva sembrare piuttosto modesta, ma in realtà se la cavavano abbastanza bene. La piscina, però, l'avevano fatta montare con una specue di colletta condominale, ma hanno finito per utilizzarla solo Hajime e sua madre... Ed io ovviamente, ma questi sono dettagli.
Scoprii le gambe alzandomi i pantaloni e misi i piedi a mollo nella piscina. Faceva freddo nonostante fosse praticamente finito marzo, quindi l'acqua era ghiacciata. Iwa-chan si sedette affianco a me e ci coprimmo le spalle con la coperta.
In quel momento ebbi l'impressione che nulla fosse mai cambiato tra di noi. Attorno a noi si udiva solo il suono dell'acqua mossa dai nostri piedi.
Non so né come né quando di preciso, ma tra di noi partì una guerra di schizzi. Probabilmente l'avevo cominciata io, alzando la gamba e facendola ricadere con forza nell'acqua, ma dopo tutto questo tempo davvero non saprei.
Comunque sta di fatto che ci trovammo, agguerriti come non mai, a spingerci e trattonarci, con i pigiami mezzi fradici.
Una spinta troppo forte e boom! Caddi in acqua.
"IWACHAN DAIII! "
"Suddai Trashikawa... È solo un simpatico bagnetto di mezzanot-"
Non gli diedi il tempo di finire che lo trascinai in acqua con me.
Appena riemerse scoppiai a ridere senza riuscire a fermarmi.
"IWA-CHAHAAHAHHAHAAHAHAHAHAN SEMBRI UN PULCINO AHAHAHAHAHAHAH! "
Non avevo quasi più fiato nei polmoni, che lui mi spinse con la testa sottacqua. Riemersi in un attimo, ansimando.
"IWA-CHAN EDDAI POTEVO MORIRE! " disse quasi offendendomi. La mia espressione cambiò quando alzai lo sguardo su di lui, dopo essermi strofinato gli occhi. Stava ridendo di gusto, era davvero bellissimo. Non resistetti, mi avvicinai e lo strinsi a me.
"T-TOORU?!? che stai facendo? "
Il suo viso si era tinto di un eccentrico rosso porpora.
"Ho freddo e ti sembravi caldo"dissi con nonchalance. A quel punto, l'imprevedibile.
Circondò la mia vita con le sue braccia e mi strinse a sé.
A quella vicinanza, il mio corpo ebbe una reazione involontaria che non starò qui a specificare perché credo sia abbastanza palese. Iwa-chan non sembrò accorgersene lì per lì, ma io comunque feci in modo di non incrociare il mio sguardo con il suo, premetti il viso sul suo petto. Il suo inebriante profumo mi riempiva le narici e risvegliava i miei sensi  leggermente storditi precedentemente dal rischio affogamento.
Una sua mano scese leggermente, mi toccò la natica e spinse il mio bacino più vicino al suo.
"Così non hai più freddo, vero? "
Dalla sua voce si sentiva che era un po' tanto imbarazzato, ma io, piuttosto, stavo impazzendo.
Rimanemmo così per una decina di minuti. Uscimmo, allora dalla piscina, ci togliemmo i vestiti, rimanendo in boxer, e andammo a senderci sul dondolo, avvolti dalla coperta di pile.
Iwa-chan aveva aplena spento i lampioncini, alzai lo sguardo e davanti a me si presentò uno spettacolo meraviglioso. Migliaia e migliaia di lucine brillavano coraggiose nell'immensità del mantello nero del maestrale. Rimasi a bocca aperta, sentii lo sguardo di Hajime bruciarmi addosso.
"UNA STELLA CADENTE! "urlai puntando un dito al cielo, esattamente come un bambino. A quel punto chiusi gli occhi, incrociai le dita e corrucciai il naso: espressi quindi il mio desiderio.
" Cosa hai espresso? "

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